Donne di potere

LA REGINA AHMOSE-NEFERTARI

La madre della XVIII Dinastia

Di Grazia Musso

Ahmose – Nefertari ( anche Ahmes – Nefertari) fu una delle Regine più influenti e venerate; il suo nome significa “Nata dal dio-luna, la più bella delle donne”. Era “grande sposa reale” nonché sorella del faraone Ahmose I: infatti erano entrambi figli del faraone Ta’o e della regina Ahhotep.

Amenhotep I

Poté fregiarsi di numerosi titoli; Principessa Ereditaria, Grande di Grazia, Grande di lodi, Madre del Re, Grande sposa reale, Sposa del dio, Unita alla corona bianca, Figlia del re, cui si aggiunse quello speciale di Dea di Resurrezione, come registra una stele di donazione presso Karnak.

Ahmose – Nefertari ebbe un ruolo di primaria importanza per la religione del suo paese: fu responsabile di tutte le proprietà templari e dei relativi tesori, botteghe e amministrazioni e creò il patrimonio temporale delle “Divine Spose di Amon”, che comprendeva i proventi delle tasse, granai, scribi, artigiani e uno staff amministrativo.

Ahmose Merytamon, sposa di Amenhotep I

Quando il marito Ahmose morì, la regina governò per conto del giovanissimo Amenhotep I ed oltre a guidare il paese si dedicò all’organizzazione del culto ed introdusse l’unicità delle pratiche religiose; fino a quel momento, infatti, i sacerdoti dei vari templi seguivano abitudini e riti differenti.

Alla sua morte fu divinizzata e venne, da allora, venerata a Tebe e al villaggio di Deir El-Medina, dove gli operai tributarono a lei e al figlio un culto speciale, che durò fino alla fine del Nuovo Regno e raggiunse l’apice in epoca ramesside, quando venne vista come la buona madre di tutti i re legittimi e reggente del trono durante la loro infanzia a difesa del loro diritto di successione.Amenhotep I iniziò a Dra Abu El Naga a Tebe Ovest, la costruzione di un tempio a lei dedicato, che fu completato sotto il regno di Tutmosi I, grato alla regina perché aveva favorito la sua ascesa al trono rimasto vacante; tale complesso diventò il cuore del Sacerdozio delle Spose Divine di Amon e meta di pellegrinaggio. Ahmose – Nefertari compare ritratta come una dea, in più di 50 tombe private e 80 monumenti è chiamata “Signora del Cielo e dell’Occidente”. Le statue principali della regina e le pitture la ritraggono di pelle nera e questo ha fatto pensare che la sua carnagione potesse non essere chiara. Il colore nero, invece, esprime l’idea di morte e resurrezione e rafforza l’immortalità di questa regina tanto amata.

La sua tomba, originariamente, doveva essere situata nella necropoli reale di Dra Abu El-Naga, dove si trovano i resti del suo tempio funerario. La sua presunta mummia fu ritrovata nel 1881 nella tomba DB 320, il cosiddetto Nascondiglio di Deir el-Bahati, dove era stata nascosta dai sacerdoti di Amon per preservarla dalle predazioni nella Valle dei Re.

La mummia venne sbendata nel 1885 da Emile Brugsch e dopo alcuni anni riesaminata dall’anatomista G. Elliot Smith, che la descrisse come una donna di età compresa tra i 60/70 anni, alta m. 1,60, mancante della mano destra.

Il sovrintendente Ahmed Kamal posa davanti all’enorme sarcofago della regina Ahmose-Nefertari, trovato nella ” cachette” di Deir El Bahari.

Mariette a quel tempo era già malato e la scoperta delle mummie nascoste sarà portata a termine da Maspero e da Brugsch.

Fonte: Enciclopedia Egitto della Fabbri Editori curata da Maurizio Damiano.

LE STATUETTE VOTIVE

A cura di Patrizia Burlini

Legno. Nuovo Regno, XIX-XX dinastia (1292-1076 a.C.).
Deir el-Medina.
Collezione Drovetti (1824). a.C. 1369, 1388
Scavi Schiaparelli (1905).
Inv.S. 6128

“Le statuette cultuali rappresentanti la regina Ahmose Nefertari, grande sposa reale e madre del faraone Amenhotep I, sono testimonianza della grande devozione riservata dagli abitanti del villaggio a questa sovrana.

Le iscrizioni sullo zoccolo della statua riportano i nomi dei dedicanti.”

Museo Egizio Torino

Didascalie museo

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