A cura di Andrea Petta
Oro, lapislazzuli e pasta vitrea, diametro esterno 6,7 cm, Museo Egizio del Cairo JE 72189
La mummia di Shehshonq II indossava sette magnifici bracciali, tre al braccio destro e quattro al braccio sinistro. Il loro valore simbolico è particolarmente importante, legato a garantire l’immortalità del defunto (abbiamo già visto quelli con l’udjat).
Uno dei più rilevanti è questo bracciale in oro massiccio con scarabeo in lapislazzuli.
Il corpo del bracciale è realizzato piatto all’interno e leggermente bombato all’esterno: raffigura un gambo di papiro che termina con due corolle aperte, cesellate ed intarsiate con pasta vitrea nera, blu e rossa. Le sommità piatte delle corolle racchiudono un magnifico scarabeo in lapislazzuli, incastonato in una struttura a “nido d’ape” in oro ornata da un doppio motivo a treccia che ruota su un perno fissato alle due corolle.
La lavorazione dello scarabeo è stata effettuata con notevole precisione e maestria.
Come sappiamo, la simbologia dello scarabeo, legato al divenire ed alla eterna rinascita del sole al mattino, era particolarmente importante nelle pratiche funerarie egizie
Fonti:
- Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951)
- Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)
- Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987
- Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti