Di Giuseppe Esposito


Epoca: XIX Dinastia
Titolare
| Titolare | Titolo | Necropoli[2] | Dinastia/Periodo | Note[3] |
| Qen | Scultore di Amon nel Luogo della Verità [4] (artigiano reale) | Deir el-Medina | XIX dinastia (Ramses II) | fila superiore delle tombe, nei pressi di TT213; leggermente a sud, e in basso, rispetto alla casa di Schiaparelli |
Biografia
Qen, menzionato anche nelle tombe TT106, di Paser, e TT7, di Ramose, risulta titolare anche della tomba TT337 usurpata, tuttavia, durante la XXI o XX dinastia. Tjanufer (o anche Thonufer) fu suo padre, scultore e cesellatore di Amon in Khenu, Maatnofret (o anche Metnefert) sua madre. Ebbe due mogli, Nefertere e Henutmehyt; suoi figli maschi furono Merymery, Tjau-en-Anuy, Kewer e Penduau, figlia femmina Taqari.
La tomba
Di forma irregolare, forse in previsione di un ampliamento, presenta nel corridoio d’accesso (1 in planimetria) una nicchia con le statue del defunto e della moglie Nefertere. Una sala rettangolare costituisce la cappella in cui (2) il defunto e la moglie Henutmehyt assisi con un figlio inginocchiato; poco oltre (3), su quattro registri sovrapposti, la processione funeraria con la mummia portata verso la tomba nonché scene del pellegrinaggio ad Abydos del defunto e della famiglia su una barca condotta dai figli Merymery e Tjau-en-Anuy; in un altro registro della stessa parete, i figli Huy e Kewer porgono offerte a otto coppie di individui il cui nome si è preservato solo per quattro di esse: Qen e Nefertari; i genitori di lui, Tjanufer e Maatnofret; i genitori di lei, Qen e Wadjyt-ronpet; il fratello Huy e sua moglie Iuy. Segue (4) il figlio Merymery, che officia in presenza del padre e della madre Nefertere accanto ai quali si trova la figlia Taqari e (5), su due registri, il defunto e le mogli dinanzi a Ptah e Maat e un uomo in offertorio al defunto e alle due mogli; poco oltre (6), il faraone Ramses II con i visir Paser (TT106) e Ramose (TT7) in offertorio a Maat e Ra-Horakhti. Una nicchia sul fondo della sala (8) ospita la dea Hathor che protegga il re Amenhotep I; sulle pareti della nicchia il defunto e una moglie dinanzi a Ra-Horakhti e Osiride, e rilievi, ai lati della statua, rappresentanti la regina madre Ahmose Nefertari e la principessa Merytamon.
Oltre la nicchia (7) il defunto, assistito da tre divinità femminili, in ginocchio dinanzi a Osiride, Thot e Iside. In altro registro, il defunto, sua moglie Henutmehyt e un figlio, dinanzi ad Anubi, Hathor, Amenhotep I e Ahmose Nefertari.
Il soffitto del locale, a volta, presenta due scene: il defunto e una moglie in adorazione di Ra e di due divinità minori del giorno e della notte.
Una stele, con un figlio che purifica il defunto e opera la Cerimonia di apertura della bocca, forse proveniente dalla TT4 si trova al Museo nazionale danese di Copenhagen (cat. B3 AA.d.11);
[1] La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
[2] le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
[3] Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.
[4] Set-Maat = “Luogo della Verità” era uno dei nomi con cui era noto il villaggio operaio di Deir el-Medina. Il villaggio era anche noto come Pa-demi, ovvero, semplicemente, “il villaggio”.
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