Oggetti rituali

LE STATUE SERVENTI

LE ANTENATE DEGLI USHABTI

Di Luisa Bovitutti

I modellini del Medio Regno sono vivacissimi gruppi che raffigurano persone al lavoro e che “fotografano” istanti di vita quotidiana, dei quali abbiamo sempre ammirato il dato estetico senza soffermarci a riflettere sul loro significato.

Donna che cuoce pani negli appositi stampi, da Giza, tomba G 2415 – V dinastia – regno di Niuserra – ora al MFA di Boston.
La donna indossa solo un gonnellino e siede con un ginocchio a terra e l’altro in alto; sta accendendo il fuoco con un’asta in una mano e solleva l’altra per proteggersi dal bagliore. Un fazzoletto protegge i suoi capelli dalla farina.
Davanti a lei ci sono vasi di ceramica grossolana nei quali si poneva la pagnotta da cuocere, e che venivano poi messi sotto la cenere.

Essi compaiono alla fine della IV Dinastia, quando si diffuse l’abitudine di inserire statuette nei serdab e nelle camere funerarie; inizialmente esse erano in calcare e gli archeologi le chiamarono “statue serventi” perché erano destinate a servire il defunto ed a provvedere ai suoi bisogni nell’Aldilà.

Donna che macina grano. Tiene un sacco di grano tra le ginocchia e lo macina poco alla volta con la mola, davanti alla quale si raccoglie la farina – V dinastia – ora al Museo Archeologico Nazionale, Firenze

Dopo la metà della V dinastia e nella VI i nomarchi ed i notabili del Medio Egitto cominciarono a far deporre nelle proprie tombe modellini realizzati soprattutto in legno (materiale meno costoso e più facile da lavorare, che permetteva la realizzazione di maggiori dettagli), che venivano intonacati e poi dipinti.

Birraio – primo periodo intermedio – da Dara (Medio Egitto), mastaba 3, camera 10 – ora al Louvre – E 25212 ; Dara n°178

Con il passare del tempo comparvero anche gruppi composti da più personaggi, talvolta dotati di piccoli utensili di pietra, che riproducevano in forma tridimensionale i rilievi rappresentati sulle pareti della tomba e che avevano le medesime finalità: la preparazione di alimenti, la macellazione dei bovini, la caccia e la pesca, la coltivazione della terra, uomini e donne che portano offerte o suonano, imbarcazioni destinate alla navigazione fluviale.

Vasaio che lavora al tornio – V dinastia – Penn Museum Filadelfia

Essi erano realizzati in modo semplice ed erano anonimi, in quanto non volevano rappresentare l’individuo al lavoro, né, tanto meno, il defunto (le cui statue erano molto più grandi e raffinate) ma solo l’attività che sarebbe stata svolta nell’interesse di quest’ultimo.

Macellaio – Giza, tomba di Ny-Kau-Inpu – V dinastia – Oriental Institute Museum – Chicago

Fino alla fine del Primo Periodo Intermedio i modellini raffiguravano soprattutto scene legate alla produzione di cibo, al trasporto e alla servitù, ed erano costituiti da due o più figure collocate su di una base che componevano una scena.

Statuetta di musicista, da Giza, V dinastia, Oriental Institute Museum, University of Chicago

Dal Medio Regno furono realizzate scene con più personaggi ed ambientazioni elaborate, riferite anche ad attività artigianali o ludiche; inoltre aumentò il numero di modelli che venivano deposti nella tomba (da quattro, massimo dieci, a venti, trenta ed anche più) e mutò la collocazione in quanto venivano deposti nella cappella, nelle nicchie e nei pozzi del pavimento o nella camera funeraria, orientati verso i punti cardinali.

Donna che macina il grano – da Giza, dal serdab della tomba G 2415 – V dinastia, regno di Niuserre – oggi al MFA di Boston – La donna indossa un panno sopra i capelli per proteggerli dalla farina.
La macinatura era un processo faticoso; diverse manciate di grano venivano collocate su una macina di pietra con una superficie leggermente curva e lasciata un poco ruvida nella sua parte superiore. Una pietra a forma di mattarello con una curva per adattarsi alla superficie di macinazione veniva fatta rotolare avanti e indietro dal mugnaio che si poneva in ginocchio davanti ad essa; la farina ottenuta si raccoglieva ad un’estremità della macina.

Verso la fine della XII dinastia le offerte funerarie prevedevano ancora i modellini di nave, ma le scene di artigianato e di produzione alimentare cominciarono ad essere sostituite dalle prime versioni di ushabtys, le note figurine mummiformi destinate a servire nell’Aldilà per conto del defunto.

Donna che macina il grano – da Sakkara – V dinastia – ora al museo egizio del Cairo

I più noti modellini sopravvissuti fino a noi sono quelli provenienti dalla tomba di Meketre (TT280), un importante funzionario di Montuhotep II, oggi conservati al Museo Egizio del Cairo e al Metropolitan Museum of Art di New York, quelli rinvenuti nell’immensa tomba del governatore locale Djehutynakht e di sua moglie a Dayr al-Barshā (10A) ed oggi al MFA di Boston ed i soldati di Mesethi, nomarca del nomo dell’Alto Egitto con capitale Asyut all’inizio del Medio Regno, oggi al Museo del Cairo.

Statuetta di musicista, da Giza, V dinastia, Oriental Institute Museum, University of Chicago

I primi modellini ad essere scoperti invece sono stati quelli rinvenuti a Meir, nella sepoltura dell’alto dignitario e cancelliere del re Nj-Ankh-Pepy-Kem (A1) ed oggi al Museo del Cairo; la collezione comprende venti esemplari, ognuno dei quali rappresenta uno o due lavoratori impegnati nella preparazione del cibo, portatori di offerte e due barche.

Un fornaio sta preparando la pasta e le piccole forme da cuocere – Antico regno – Louvre
Nebetempet, figlia di Ny-Kau-Inpu, che macina il grano – Giza, tomba di Ny-Kau-Inpu – V dinastia – Oriental Institute Museum – Chicago
Questa è una delle poche statuette serventi che reca inscritto il nome.
Servitore macina il grano – VI dinastia – Staatliches Museum Agyptischer Kunst (Museo Statale di Arte Egizia), Monaco di Baviera, Germania.

FONTI:

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