Di Sandro Barucci
“Imbarcazioni e marinai di tempi remoti” deve quasi obbligatoriamente parlare anche di questa stagione, che possiamo collocare alla fine dell’età del bronzo nei decenni attorno al 1200 a.C. Lo scenario dei fatti è principalmente il Mare Mediterraneo orientale e paesi contigui, ma anche genti che oggi diremmo “italiane” potrebbero essere parti in causa.
Iniziamo con la documentazione scritta nelle lettere di Amarna , più di 300 tavolette di argilla utilizzate per la corrispondenza diplomatica inviata da e verso faraoni egizi, una documentazione di inestimabile valore, oggi conservata suddivisa in diversi Musei del mondo. Amarna è capitale di Egitto durante la XVIII dinastia e le tavole prendono per convenzione la sigla EAxxx (El Amarna + num.) La datazione delle tavole comprende un periodo che è circa 1386-1318 a.C. (secondo Moran 1992) comunque XIV secolo centrale.

Nelle note tavole EA 122 ed EA 123 , Rib Hadda re di Byblos (oggi costa Libanese) e vassallo del faraone egizio, scrive a quest’ultimo nominando il popolo dei Sirdan, insediati là. Studiosi degni di credito identificano questi con gli Sherden o Shardana altrove similmente nominati. E’ uno dei primi cosiddetti poi “popoli del mare” di cui si ha notizia scritta già dal XIV secolo a.C. Naturalmente l’assonanza del nome con la nostra oggi Sardegna qualche idea la suscita in noi, e l’ha suscitata in studiosi importanti.

Proseguendo le testimonianze scritte sugli Shardana , dopo quella relativamente pacifica del XIV secolo, li troviamo nel XIII secolo in veste di pirati in agguato sulle rotte commerciali del Mediterraneo orientale verso l’Egitto.
Ramses II , al suo secondo anno di regno, circa nel 1278 a.C., fa porre fine alle scorrerie sconfiggendoli in mare e catturandone molti. Sono guerrieri di valore e la Stele di Tanis II parla degli “ Shardana di spirito indomito, contro i quali nessuno mai può opporsi, che vengono con ardimento in navi da guerra dal centro del mare “. Ramses ne approfitta per includerli come mercenari nel proprio esercito .
Egittologi hanno fatto notare che su questa stele viene per la prima volta coniata una apposita parola per “navi da guerra” (dettaglio non secondario a dipingere l’impatto di questi incursori).
Troviamo dunque gli Shardana alla cruenta battaglia di Qadesh dalla parte di Ramses II contro gli Ittiti.

Una immagine degli Shardana ci viene da questo periodo a servizio di Ramses II (immagine 1, dal tempio del sole di Abu Simbel). Per maggior chiarezza accludo il disegno che ne fece Ippolito Rossellini (fig.2) .

Qui osserviamo gli scudi rotondi e gli elmi con le “corna” che li identificano (già visti parlando della battaglia navale del Delta contro Ramses III).
A proposito di questi elmi alcuni hanno fatto notare che le “corna” e scudi rotondi sono presenti anche nella tradizione dei guerrieri nuragici sardi. Senza voler dimostrare niente di definitivo allego l’immagine 3 dal Museo Pigorini.

Merenptah è figlio e successore di Ramses II. La vasta iscrizione all’interno del Tempio di Karnak (nell’immagine) descrive la campagna militare del faraone contro i tentativi di invasione via terra da ovest da parte dei Libici, nell’occasione alleati con i popoli del mare (circa 1208 a.C.).

Stavolta gli Sherden sono fra gli invasori . La coalizione viene sconfitta nella battaglia di Perire, si suppone nella zona ovest del delta del Nilo. Secondo l’iscrizione 6000 uomini sono uccisi, 9000 sono catturati. Altre testimonianze del fatto sono nelle coeve Colonna del Cairo e Stele di Athribis. La “bibbia” per queste iscrizioni è James H. Breasted, Ancient Records of Egypt: The Nineteenth Dynasty, vol.3 (Chicago: University of Illinois Press, 1906, 2001).
Tornando alla originaria etnia degli Sherden, come detto non vi è nessuna dimostrazione conclusiva in nessuna direzione. Una testimonianza viene spesso citata per sostenere l’ipotesi sarda. L’archeologo israeliano Adam Zertal, 1936-2015, scavò il sito di El Ahwat (persona e luogo nella foto), e ne trasse la conclusione di una stringente similitudine con le costruzioni in pietra coeve sarde .

Gli Shardana saranno presenti anche alla Battaglia del Delta del Nilo ( circa 1177-1175 aC ) già vista recentemente , dove saranno in veste di aggressori , sconfitti definitivamente da Ramses III , ma anche come mercenari dalla sua parte . Dopo questo evento , li troveremo ancora citati fino al 1000 in altri documenti, ma apparentemente come pacifiche componenti delle popolazioni dell’epoca, mai più come minacce.
Tornando al discorso sulle origini di questa etnia si deve considerare anche che la Lidia , antica porzione della penisola anatolica nella immagine, aveva come capitale la città di Sardis.

Vi sono dunque anche le fondate ipotesi che gli Shardana siano originari di questa zona ovvero che da questa regione i “Sardi” abbiano colonizzato la nostra Sardegna e poi abbiano mantenuto i contatti con il Mediterraneo orientale. Naturalmente non sono idee mie, cito altri due studiosi di calibro che vedono comunque un contatto con la nostra isola :
- Frederik Christiaan Woudhuizen (2006) The Ethnicity of the Sea Peoples , dissertazione alla Erasmus Universiteit, Rotterdam.
- Gardiner, Alan H., 1947, Ancient Egyptian Onomastica. Oxford University Press.
Francamente non ci sono prove definitive, ma considerando che non molto tempo dopo la Stele di Nora (di cui abbiamo parlato nel gruppo) cita il nome Srdn (Sardegna) per la nostra isola una coincidenza fortuita sembra almeno da mettere in dubbio.

Mostro qui da Woudhuizen un compendio delle citazioni in testi egizi dei singoli popoli del mare dal XIV secolo delle lettere di Amarna al XII secolo di Ramses III.

Come si vede gli Shardana sono citati sempre. Tornando invece indietro alle lettere di Amarna troviamo il popolo di Lukka, sgradito protagonista della corrispondenza fra il re di Alashyia (oggi Cipro) ed il faraone, probabilmente Akhenaton . Qui in foto la tavola EA 38 in cui il re assicura che i suoi sudditi non partecipano alle aggressioni costiere di Lukka, con cui anzi è in conflitto.

Di Lukka e delle sue aggressive navi , oggi il consenso sulla provenienza è stabilito, l’antica Licia (nella mappa).

IN AGGIORNAMENTO