Necropoli tebane

TT37 – TOMBA DI ARWA

Arwa in geroglifici
Planimetria schematica della tomba TT37[1] [2]

Epoca:                       XXV Dinastia

Titolare

TitolareTitoloNecropoli[3]Dinastia/PeriodoNote[4]
ArwaCapo Amministratore della Divina Sposa di Amon (Amenardis I)el-AssasifXXV dinastianei pressi del pilone di mattoni e accanto alle TT189 e TT196

Biografia

Figlio di Pedemut, Scriba, ed Estawert, Arwa fu amministratore della Divina Sposa di Amon Amenardis, nel corso della XXV dinastia.

La tomba

Benché molto articolata e di grandi dimensioni, non molte sono le risultanze artistiche segnalate dal testo di Porter e Moss. Un corridoio (1 in planimetria), sulle cui pareti sono riportati testi, dà accesso ad una corte con otto pilastri. Sulle pareti (2) un uomo con aiutanti, (3) su due registri sovrapposti, un uomo offre a Ra-Horakhti e testi sacri, (4-5) il defunto e resti di testo, (6) il defunto che trasporta una giara, (7) una mummia su un letto contornata da raggi solari, (8) oli e unguenti sacri. Su un pilastro (9) la mummia con l’uccello ba che sovrasta testi sacri e i titoli del defunto; poco oltre (10) una stele con un prete che opera la Cerimonia di apertura della bocca in presenza di un prete lettore[5]. In un angolo di tale sala, si apre l’accesso alla tomba TT404 che si sviluppa in un lungo corridoio che circonda la TT37.

La prima sala ipostila

Un atrio, sulle cui pareti è riportato un fregio (11-12) con i titoli del defunto, immette in un corridoio (13), con resti di testo di formule di offertorio e titoli del defunto, che adduce ad una sala con otto pilastri con scarse rimanenze parietali: il defunto seduto (14) con tavola delle offerte e liste di offerte. La sala è circondata da dieci cappelle che, in due casi, a loro volta danno accesso ad altri locali e, sul fondo (15) un passaggio, in cui Anubi e la Dea dell’Occidente (Mertseger) accompagnano il defunto, conduce ad una seconda sala con quattro pilastri da cui un altro corridoio (16) dà accesso ad un locale sul cui fondo, in una nicchia (17) si trova una falsa porta e la rappresentazione del dio Osiride.

La seconda sala ipostila

Da questa tomba provengono due statue cubo del defunto, oggi al Louvre (cat. A.84), e al Ägyptisches Museum und Papyrussammlung di Berlino (cat. 8163).

Statua-cubo di Arwa
Musée du Louvre, Département des Antiquités égyptiennes, A 84 – https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl010008946

Fonti

  1. Porter e Moss 1927,  pp. 68-69.
  2. Gardiner e Weigall 1913
  3. Donadoni 1999,  p. 115.
  4. Gardiner e Weigall 1913, pp. 18-19
  5. Porter e Moss 1927,  pp. 68-69, anche nella revisione del 1970.
  6. Porter e Moss 1927,  pp. 68-69.
  7. Porter e Moss 1927,  p. 69.

[1]      La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.

[2]      Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.

[3]      le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.

[4]      Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.

[5]      Era compito dei preti “lettori” l’organizzazione delle cerimonie e la recitazione ad alta voce, durante le cerimonie sacre, degli inni previsti. Proprio per tale conoscenza delle invocazioni giuste e corrette, i “lettori” venivano considerati detentori di poteri magici.

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