POI USURPATA DA IMYSEBA
Di Giuseppe Esposito
Epoca: XVIII/XX Dinastia
Titolare
Titolare | Titolo | Necropoli[3] | Dinastia/Periodo | Note[4] |
Nebamun, poi usurpata da Imyseba | Scriba della contabilità (?) reale, Supervisore ai granai del Tempio / Responsabile dell’altare e Capo degli scribi del tempio del dominio di Amon | Sheikh Abd el-Qurna | XVIII dinastia (Hatshepsut) XX dinastia (Ramses X ?) | versante nord-est della collina, a poca distanza dalla TT64 |
Biografia
TT65 venne realizzata, durante il regno di Hatshepsut (XVIII dinastia) per Nebamun, responsabile della contabilità reale e supervisore ai granai e usurpata successivamente, durante la XX dinastia, da Imyseba, Responsabile dell’altare del dio e Capo degli scribi di Amon.
Si conoscono i nomi dei genitori, Amenhotep, Capo degli scribi di Amon-Ra in Karnak, e Mitemmeres, ma non è possibile stabilire a chi dei due defunti faccia riferimento. Analogo ragionamento per Tentpapersetha, moglie. Si ritiene tuttavia più plausibile che i legami di parentela riguardino Imyseba.
La tomba
TT65 si apre in un ampio cortile e si sviluppa con forma a “T” rovesciata tipica di analoghe sepolture della XVIII dinastia. Ad un breve corridoio di accesso, in cui è rappresentato il defunto in adorazione, segue un corridoio trasversale il cui soffitto è sorretto da sei colonne, sulle cui pareti è rappresentato il defunto in atto di ricevere tributi, tra cui vasi decorati con teste di cane, di stambecchi, di cavalli, del dio Bes e anelli d’oro, da popoli stranieri nubiani e asiatici. In altra scena, Ramses IX assiste al trasporto della barca di Amon-Ra da parte di alcuni preti seguiti da Hathor che reca lo scettro e l’ureo[5].
Poco discosto, ancora Ramses IX offre libagioni e mazzi di fiori al trasporto del dio affiancato dalle statue di dodici re poste sotto un baldacchino. Seguono il defunto, la moglie ed alcuni parenti, in offertorio a Osiride e Maat. Ancora Ramses IX dinanzi alla barca della Triade Tebana (Amon, Mut e Khonsu) portata dai sacerdoti[6] e seguita da statue di divinità e da suonatori di tamburo.
Poco oltre, il defunto in offertorio dinanzi alla Triade Tebana, sotto un baldacchino con testi sacri, mentre dinanzi si svolge un concerto di arpe, liuti, nacchere e tamburi.
Sul soffitto, sorretto dalle colonne a loro volta decorate con scene e testi sacri: divinità, babbuini e alcuni ba adorano uno scarabeo alato e la personificazione del pilastro Djed; sfingi adorano il disco solare e il defunto che adora il sole dell’orizzonte. Il tutto è circondato da uccelli e da testi sacri.
Un breve corridoio, in cui sono rappresentati pilastri Djed, adduce alla stretta camera/corridoio più interna, sulle cui pareti sono rappresentate cinque barche di Ra su due delle quali il defunto adora la divinità, il defunto e la moglie dinanzi ad Osiride, Iside, Nephtys e Sokar.
Su un’altra parete, il Libro delle Porte ed altre barche di Ra in una delle quali un babbuino adora Kheper mentre Iside e Nephtys adorano il disco solare. Il soffitto è decorato con testi sacri e bucrani.
Fonti
- Porter e Moss 1927, p. 129.
- Gardiner e Weigall 1913
- Donadoni 1999, p. 115.
- Gardiner e Weigall 1913, pp. 20-21
- Porter e Moss 1927, p. 129.
- Porter e Moss 1927, planimetria p. 124.
- Porter e Moss 1927, pp. 129-132.
[1] La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
[2] Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.
[3] le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
[4] Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.
[5] Il dipinto è sovrapposto ad uno precedente che rappresentava il dio Osiride.
[6] Il dipinto è sovrapposto ad un altro precedente che rappresentava il defunto intento a controlli sui prodotti delle aree paludose settentrionali con i capi delle popolazioni del Delta nilotico.
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