Necropoli tebane

TT66 – TOMBA DI HEPU

Hepu in geroglifici
Planimetria schematica della tomba TT66[1] [2]

Epoca:                                   XVIII Dinastia

Titolare

TitolareTitoloNecropoli[3]Dinastia/PeriodoNote[4]
HepuVisirSheikh Abd el-QurnaXVIII dinastia  (Thutmosi IVversante nord-est della collina, a nord-ovest della TT67 e subito dopo la TT65

Biografia

Hebu, Visir sotto Thutmosi IV (?), ebbe per moglie Rennai. Il figlio Neferhebef viene indicato nella tomba come sacerdote wab di Amon.

La TT66 ha subito danni intenzionali, con lo scalpellamento delle figure di Hepu. Qui Hepu e Rennai ricevevano offerte dai figli. Da:
Deane, Margaret. “Damnatio Memoriae in Non-Royal tombs: case Studies in the Theban Necropolis.” (2015).

La tomba

Scene danneggiate di pesca e caccia. Da:
Deane, Margaret. “Damnatio Memoriae in Non-Royal tombs: case Studies in the Theban Necropolis.” (2015).


TT66 si sviluppa con forma a “T” rovesciata tipica di analoghe sepolture della XVIII dinastia. L’ingresso si apre in una corte e a un breve corridoio di accesso segue una camera trasversale in cui Hebu assiste ai lavori di alcuni artigiani: scultori, lavoratori di pellame, fabbri e vasai nell’atto di produrre vasi con teste di stambecco, o di toro, una statua di personaggio inginocchiato, una testa di falco in oro e un carro; poco discosto, liste di offerte e testi sacri. Sono ravvisabili i resti di un dipinto di processione funeraria con alcuni uomini che recano rami ed altri prostrati, nonché i resti di un banchetto con musici e cantori. Su un’altra parete l’insediamento come visir dinanzi a Thutmosi IV e resti di un testo attinente le funzioni dell’incarico ricoperto.

Tomba TT66
Il rilievo completo della costruzione dei carri

Un breve passaggio consente l’accesso ad una piccola camera finale in cui i resti di alcune scene riguardano un figlio in offertorio dinanzi ai genitori, scene del trasporto funebre e cerimonie connesse, con offerte di giare di vino alla dea Renenet-Thermutis. Altre scene, molto danneggiate, rappresentano il defunto a pesca; sul fondo, due statue, non iscritte, del defunto e della moglie.

Ciò che rimane delle statue di Hepu e della moglie nella nicchia

Fonti

  1. Porter e Moss 1927,  p. 125.
  2. Gardiner e Weigall 1913
  3. Donadoni 1999,  p. 115.
  4. Gardiner e Weigall 1913, pp. 22-23
  5. Porter e Moss 1927,  p. 132.
  6. Porter e Moss 1927,  planimetria p. 124.
  7. Porter e Moss 1927,  pp. 132-133.

[1]      La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.

[2]      Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.

[3]      le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.

[4]      Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.

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