Di Patrizia Burlini e Nico Pollone

L’incredibile storia della “Principessa di Amarna” del Bolton Museum.
Nel 2003, il Bolton Museum acquistò, per la somma di £ 440.000, uno splendido torso in luminosa calcite (alabastro), proveniente da Amarna.

Il proprietario del bellissimo pezzo era un anziano signore, tal George Greenhalgh, il quale l’aveva trovato in una collezione dimenticata del nonno, un appassionato di reperti egizi, che l’aveva acquistato ad un’asta pubblica nel 1892.
Il sig. Greenhalgh non conosceva il valore della statua ma, sapendo che era in famiglia da oltre un centinaio d’anni, aveva pensato di venderla per ricavarne, pensava, circa £ 500, o in alternativa, di usarla come statua da giardino.
Colpiti dalla statua, che presentava tutte le caratteristiche dello stile di Amarna, gli esperti del museo condussero le proprie analisi interne e, secondo una metodologia scientificamente accettata, chiesero il parere sia a Christie’s, che ne confermò l’autenticità, valutando la statuetta £ 500.000, sia al British Museum, che confermò a sua volta l’autenticità del pezzo.
La statuetta fu quindi acquistata ed esposta al pubblico nel 2003, in una famosa mostra intitolata “Saved!”, inaugurata addirittura dalla Regina Elisabetta II.
I curatori posero l’accento sull’unicità ed eccezionalità della statua e sui tratti in comune con due famosi torsi amarniani conservati al Louvre e al Penn Museum.


Sennonché, secondo il famoso detto, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e Shaun Greenhalgh, figlio di George Greenhalgh, nel 2006 finì con il padre sotto inchiesta da parte della Scotland Yard’s Arts and Antiquities Unit per aver cercato di vendere un rilievo assiro sospetto, proveniente sempre dalla collezione del nonno.

Si scoprì quindi che il bellissimo torso di Amarna era opera dello stesso Shaun il quale, nel corso della sua brillante carriera, era riuscito a produrre e vendere falsi da lui stesso creati (sembrerebbe almeno 120 pezzi) per circa 1 milione di sterline.
Su ammissione di Shaun, la principessa di Amarna era stata realizzata in tre mesi, con attrezzature per il fai da te e antichizzata grazie ad una mescolanza di té e creta, dopo essere stata sepolta in giardino per circa sei mesi.


Shaun fu quindi arrestato e condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere. Furono arrestati e condannati anche i genitori che l’avevano aiutato nella truffa.

La statua, ritirata dall’esposizione nel 2006, fu di nuovo esposta nel museo nel 2011 in occasione di una mostra sui falsi e, dal 2018, in una sezione dedicata ai falsi.
Shaun Greenhalgh uscì dal carcere nel 2010 e nel 2019 ritornò a visitare il museo, esprimendo profondo rammarico per quanto commesso.

Le foto, tratte principalmente da un post di Ruth Thomas, che ringrazio, sono tutte accompagnate da didascalie con informazioni del curatore del museo, Ian Trumble, che spiegano il perché questo sia un bellissimo falso.
Cliccate sulle foto per le didascalie.
Patrizia Burlini
Fonti:
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Amarna_Princess
https://getpocket.com/…/the-artist-the-conman-and-the…
http://news.bbc.co.uk/…/england/manchester/7090795.stm
https://www.theboltonnews.co.uk/…/1840810.antiques…
Ruth Thomas, Northamptonshire Ancient Egypt Historical Society, Facebook
https://www.facebook.com/share/p/FauFikyoYGqk8xJr/?mibextid=K35Xf
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