Di Giuseppe Esposito
Epoca: XVIII Dinastia
Titolare
| Titolare | Titolo | Necropoli[3] | Dinastia/Periodo | Note[4] |
| sconosciuto | titolo perduto | Sheikh Abd el-Qurna | XVIII dinastia (Thutmosi III ?) | casa di Mohammed Tayya[5]; nella pianura; accessibile dalla TT128 |
Biografia
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La tomba
La TT129 è costituita da una semplice camera rettangolare cui si accede da un corridoio della TT128. Unico dipinto superstite rappresenta una scena di banchetto funerario del defunto e della moglie seduti (dipinto non finito) dinanzi ai quali una figlia offre libagioni in presenza di un arpista e di suonatrici di lira, tamburello, doppio flauto, arpa e nacchere.
Uno stretto passaggio, forse scavato dai tombaroli in tempi antichi, collega la TT129 alla TT318.
Fonti
- Gardiner e Weigall 1913
- Donadoni 1999, p. 115.
- Gardiner e Weigall 1913, pp. 28
- Porter e Moss 1927, p. 244.
- Porter e Moss 1927, p. 244.
- Gardiner e Weigall 1913, pp. 28-29
- Porter e Moss 1927, p. 244.
- Porter e Moss 1927, p. 244.
[1] La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
[2] Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.
[3] le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
[4] Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.
[5] Fino a tempi molto recenti, alcune delle tombe vennero adibite ad abitazioni o a pertinenze di abitazioni, come stalle, cantine, depositi e magazzini. Tale impiego, protrattosi per millenni, come è intuibile, ha ulteriormente favorito il danneggiamento di già precarie rappresentazioni parietali o, in taluni casi, ha addirittura causato la perdita o la demolizione di pareti o colonne, o pilastri. I riferimenti di Gardiner e Weigall ad abitazioni private debbono perciò essere intese in tal senso e fanno riferimento, come è ovvio, agli anni in cui le rilevazioni ebbero luogo considerando che la pubblicazione del “Topographical Catalogue” risale al 1913.

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