Necropoli tebane

TT139 – TOMBA DI PAIRY

Planimetria schematica della tomba TT139[1] [2]

Epoca:                                   XVIII Dinastia

Titolare

TitolareTitoloNecropoli[3]Dinastia/PeriodoNote[4]
PairiPrete wab[5] dinanzi ad Amon, Primo figlio reale dinanzi ad Amon, Supervisore dei contadini di AmonSheikh Abd el-QurnaXVIII dinastia  (Thutmosi IV?)ai piedi della collina; circa 50 m a ovest della TT57 e a poca distanza dalla TT100

Biografia

Sheroy, Profeta di Ptah e Hathor, fu suo padre; Henutnefert il nome della moglie, Ptahmosi e Amenhotep quello dei figli[6].

La tomba

L’ingresso della TT139 da un cortile interrato. Da: O’Neill, Megan C. “The Decorative Program of the Eighteenth-Dynasty Tomb of Pairy (TT 139).” (2015).
Processione funeraria in un acquerello di Nina de Garis Davies(cat. MET 35.101.3)

L’accesso alla tomba si apre in un cortile; un breve corridoio, sulle cui pareti (1 in planimetria[7]) il defunto e la famiglia (tra cui una fanciulla indicata come “concubina reale”) versano unguenti in libagione, adduce ad una sala trasversale i cui dipinti parietali sono alquanto danneggiati. Sono tuttavia rilevabili (2) il figlio Ptahmosi con fiori di papiro; poco oltre (3) i figli Amenhotep e, forse, Ptahmosi, offrono mazzi di fiori al defunto e alla moglie, e il defunto che offre liste di offerte ai propri genitori.

Amenhotep offre fiori ai genitori. Da: O’Neill, Megan C. “The Decorative Program of the Eighteenth-Dynasty Tomb of Pairy (TT 139).” (2015).
Particolare della processione funebre, Metropolitan Museum di New York (cat. MET 35.101.3.)

Su quattro registri sovrapposti (4), il defunto e la moglie con file di portatori in offertorio a Osiride, scene della processione funebre con il trasporto del sarcofago e delle suppellettili funerarie, il rito dell’apertura della bocca officiato da due preti sulla mummia e il pellegrinaggio ad Abydos.

La barca funeraria con il sarcofago di Pairy. Da: O’Neill, Megan C. “The Decorative Program of the Eighteenth-Dynasty Tomb of Pairy (TT 139).” (2015). ©Schott-Archiv (Ägyptologie der Universität Trier)
Barca del Pellegrinaggio ad Abydos in un acquerello di Charles K. Wilkinson

Sopra una porta (5) i Figli di Horus e testi in ieratico datati all’anno terzo di Smenkhara-Ankhkheperura, con inni ad Amon di Pewah, Scriba delle divine offerte di Amon nel tempio di Ankhkheperura. Un ultimo rilievo ancora leggibile rappresenta (6) scene (non terminate) del banchetto funebre con il figlio Ptahmosi che offre liste di offerte al defunto e alla madre[8].

Fonti

  1. Gardiner e Weigall 1913
  2. Donadoni 1999,  p. 115.
  3. Gardiner e Weigall 1913, pp. 28
  4. Porter e Moss 1927,  p. 252.
  5. Gardiner e Weigall 1913, pp. 28-29

[1]      La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.

[2]      Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.

[3]      le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.

[4]      Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.

[5]      I preti “wab”, ma anche “uab”, o “uebu”, appartenevano al basso clero ed erano incaricati della manutenzione degli strumenti del culto e degli oggetti comunque ad esso connessi. A loro competeva il lavacro e l’abbigliamento giornaliero della statua del dio presso cui operavano e a loro competeva il trasporto della statua del dio (generalmente su una barca sacra) durante le cerimonie. Erano gerarchicamente sottoposti ad un “grande prete wab” cui competevano le operazioni giornaliere di culto della divinità.

[6]      Porter e Moss 1927,  p. 252.

[7]      La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 248.

[8]      Porter e Moss 1927,  pp. 252-254.

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