Necropoli tebane

TT147 – TOMBA DI NEFERRENPET

riusata per Nes-pauty-Tawy

Fig. 1: Planimetria schematica della tomba TT147[1] [2]

Epoca:                                   XVIII Dinastia

Titolare

TitolareTitoloNecropoli[3]Dinastia/PeriodoNote[4]
Neferronpet riuso per Nes-pauty-Tawy[5]Capo dei maestri di cerimonie (?) di Amon nel “Luogo Eletto” (Karnak)Dra Abu el-NagaXVIII dinastia  (Amenhotep III/ Tutankhamon) Terzo Periodo Intermedioin alto sulla collina principale, sopra la TT13 e la TT14; a nord e più in alto della TT143

Biografia

Neferrenpet con la moglie, il cui nome rimane sconosciuto. Da: Ockinga, B., & Binder, S. (2009). The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el Naga. Ancient History39(2), 205.

Originariamente assegnata a “sconosciuto”, anche a causa della fuliggine molto spessa che ricopriva le pareti, venne assegnata successivamente da un team australiano[6] a Neferronpet. I dati relativi al titolare, e alla moglie, risultavano abrasi e  unica notizia biografica ricavabile, parzialmente, era forse il nome della moglie: Nefert[…][7]. Nel cortile antistante vennero rinvenuti due coni funerari[8], entrambi riferibili alla TT147 poiché analoghe informazioni vennero poi rinvenute, dopo le operazioni di pulizia, sulle pareti della tomba. Gli stessi recavano il nome “Neferronpet” e il titolo di “Scriba addetto al censimento delle mandrie di Amon”[9].

La tomba

Fig. 2 planimetria completa della TT147 e dei complessi funerari

La datazione della tomba non è ricavabile da indicazioni di sovrani regnanti, bensì da specifiche caratteristiche dei rilievi parietali e criteri architetturali, nonché da particolarità dei reperti rinvenuti nella camera funeraria[10].

L’ingresso della TT147. Foto L. Donovan, da: Ockinga, B., & Binder, S. (2009). The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el Naga. Ancient History39(2), 205.

La TT147 presenta, planimetricamente, la struttura a “T” rovesciata tipica delle sepolture del periodo; un breve corridoio, sulle cui pareti (fig. 1: n.1[11]) è rappresentato il defunto, la moglie e la famiglia che offrono cibi cotti, nonché inni a Ra, dà accesso ad una sala trasversale in cui (2) il defunto e la moglie offrono libagioni su un braciere e uomini riempiono giare; seguono (3) scene di uomini che offrono mazzi di fiori al defunto e alla moglie e, su tre registri sovrapposti, scene di banchetto funebre.

Scene del banchetto funebre. Da: Ockinga, B., & Binder, S. (2009). The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el Naga. Ancient History39(2), 205.

I resti di una stele (4), su uno dei lati corti della sala, rappresentano scene di di portatori di offerte; poco oltre (5-6-7) il defunto ispeziona lavori agricoli tra cui il raccolto del lino e, su due registri sovrapposti, un uomo che offre mazzi di fiori al defunto, alla moglie e a una figlia di cui non è riportato il nome. Oltre la porta che adduce alla sala perpendicolare (12), una fanciulla offre una ciotola al defunto e alla moglie; seguono i resti di una stele (11) di rilievi non leggibili e (10) un uomo e una donna in offertorio al defunto e alla moglie; poco oltre (9), i resti di una stele con portatori di offerte e (8) il defunto seguito da due file di portatori, che offre libagioni.

Un altro corridoio (13), sulle cui pareti il defunto e la moglie sono dinanzi a Osiride, adduce alla sala, perpendicolare alla precedente, sulle cui pareti sono rappresentate (14), su tre registri sovrapposti, scene della processione funeraria e di trasporto di suppellettili, comprese statue del defunto, e dei pellegrinaggi ad Abydos e a Busiris nonché cerimonie rituali sulla mummia e il figlio in offertorio al padre e alla madre.

Particolare della processione funebre con il misterioso tekenu. Da: Ockinga, B., & Binder, S. (2009). The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el Naga. Ancient History39(2), 205.

Sulla parete opposta (15) un uomo in offertorio al defunto (?) e scene di banchetto. Sul fondo (16) due scene del figlio che offre fiori ai genitori e di una figlia che analogamente offre mazzi di fiori ai due[12].

Durante gli scavi del team australiano sono state individuate due ulteriori fasi di riuso della TT147 evidenti sia architetturalmente che negli apparati pittorici[13]: (riferimenti tratti dalla fig. 2) a sud della Sala Grande (Broad Hall), con accesso dal cortile esterno, si apre un complesso funerario denominato “B” risalente al periodo ramesside; un secondo complesso, “C”, leggermente più in basso rispetto al piano della TT147, si apre nella parete nord della Sala Lunga (Long Hall). È verosimile che questa sepoltura giustifichi la realizzazione di un Secondo Recinto nel Cortile.

L’esame stratigrafico ha consentito di accertare che, data anche la posizione più bassa, tale complesso ha subito almeno otto alluvioni[14] il che giustifica le pessime condizioni. Tuttavia gli strati di fango qui esistenti, e nel cortile, hanno consentito di conservare oggetti che consentono di datarlo al Terzo Periodo Intermedio.

Rinvenimenti

Il tipo dei ritrovamenti provenienti dalla TT147 riflette la storia delle inondazioni cui la tomba fu soggetta.

Oggetti in ceramica, e alcuni ushabty, consentono l’assegnazione a 4 fasi di uso e riuso del sito[15].

Fase 1

Sul pavimento della camera funeraria sono stati rinvenuti oggetti che risalgono al primo uso della tomba e che sono databili a un periodo compreso tra i regni di Amenhotep III e Tutankhamon.

Nel piazzale antistante sono stati rinvenuti vasi dipinti lasciati dagli operai quando la decorazione della tomba fu abbandonata. Nel piazzale furono rinvenuti anche i resti di ceramiche rosse che erano state frantumate nel rituale noto come “rompere i vasi rossi” che era parte del rituale funerario.

Fase 2

Gli oggetti che datano alla seconda fase dell’uso della TT147 provengono dal complesso sepolcrale “B”; particolarmente interessanti sono i frammenti di un coperchio di sarcofago in legno e di un pettorale dello stesso materiale che si attestano al periodo Ramesside.

Fase 3

Evidenze del terzo riuso provengono dalla camera funeraria: sullo strato di fango essiccato che ricopre il pavimento della camera funeraria principale è evidente la traccia lasciata da un sarcofago in legno. Il sarcofago fu evidentemente deposto dopo un incendio, e prima di una serie d’inondazioni; la traccia lasciata dal sarcofago evidenzia la presenza di liste in legno che ne costituivano la base e che derivano da un metodo di costruzione conosciuto come risalente al Terzo Periodo Intermedio.

Questa datazione è ulteriormente suffragata da altri particolari, come un set quasi completo di ushabty della camera funeraria.

Fase 4

A questa fase risalgono parecchi piccoli frammenti di ushabty di faience blue, comuni nel Terzo Periodo Intermedio, che vennero trovati nella Sala Lunga (Long Hall) e nel cortile. Alcuni sono iscritti per il “Padre del Dio Amon Ra Nes-pauty-Tawy” così come un frammento di cartonnage ritrovato nel cortile.

Ushabty in faience di un sacerdote di Amon chiamato Nes-pauty-tawy ritrovati nella TT147, probabilmente risalenti al III Periodo Intermedio.Da: Ockinga, B., & Binder, S. (2009). The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el Naga. Ancient History39(2), 205.

Nes-pauty-Tawy compare anche nell’iscrizione che accompagna la decorazione nell’architrave sopra l’accesso che dalla Sala Lunga porta al complesso “C”.

Cancellazioni delle iscrizioni parietali

Particolare interesse suscita l’esame delle cancellazioni che risultano eseguite in due distinte fasi caratterizzate da differenti fattori e in altrettanto differenti periodi storici[16].

La prima risale al periodo amarniano, in un arco di tempo molto prossimo alla realizzazione della TT147 (1350 a.C. circa). Si tratta, infatti, di abrasioni derivanti da motivi religiosi contro il dio Amon. L’asportazione avvenne con relativa cura realizzando incisioni asportando, ove necessario, il nome del Dio, lasciando in evidenza il substrato in fango integrato di paglia applicato direttamente sulla roccia sottostante.

Quando il nome “Amon” faceva parte del nome di persona fu ugualmente rimosso come in altri casi di gruppi di geroglifici usati per scrivere il plurale della parola “Netjeru”, Dei, o come parte della parola “Pesedjet”, ovvero Enneade.

Furono anche cancellati oggetti di culto associati al culto di Amon.

La seconda fase di cancellazione è, molto probabilmente, associabile al susseguente riuso della tomba, nel Terzo Periodo Intermedio, per il Prete di Amon Nes-pauty-tawy. In questo caso i nomi del precedente titolare della tomba, Neferronpet e di sua moglie, della XVIII dinastia, sono stati cancellati senza però danneggiare la superficie dell’intonaco. Il nome di Nes-pauty-tawy ricorre 36 volte nella scena che sovrasta la porta che, dalla Sala Lunga (Long Hall) dà accesso al complesso “C”.

Fonti

  1. Gardiner e Weigall 1913
  2. Donadoni 1999,  p. 115.
  3. Gardiner e Weigall 1913, p. 28
  4. Porter e Moss 1927,  p. 258.
  5. Gardiner e Weigall 1913, pp. 28-29

[1]      La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.

[2]      Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.

[3]      le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.

[4]      Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.

[5]      “Ancient History: resources for Teachers”, vol. 39/2, 2009, Boyo Ockinga e Susanne Binder (Australian Archaeological Fieldwork), “The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el-Naga”, pp. 205-247.

[6]      Australian Centre for Egyptology and the Rundle Foundation of Egyptian Archaeology.

[7]      Porter e Moss 1927,  p. 258.

[8]      I coni funerari provenienti dalla TT147 furono ritrovati in differenti posizioni, nel cortile e nel riempimento del passaggio di accesso, e sono catalogati con i n.ri 464 e 459 dei reperti di Davies e Macadam –.

[9]      “Ancient History: resources for Teachers”, vol. 39/2, 2009, Boyo Ockinga e Susanne Binder (Australian Archaeological Fieldwork), “The Macquarie Theban Tombs Project: 20 years in Dra Abu el-Naga”, pp. 219-220.

[10]     Sono stati individuati precisi richiami stilistici ad altre rappresentazioni esistenti in altre tombe: TT69 di Menna; TT52 di Nakht; TT181 di Nebamon e Ipuky.

[11]     La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 256.           

[12]     Porter e Moss 1927,  pp. 257-258.

[13]     “Ancient History: resources for Teachers”, vol. 39/2, 2009, pp. 222-223.

[14]      “Ancient History: resources for Teachers”, vol. 39/2, 2009, p. 223 (nota 35).

[15]     I dati relativi alle quattro fasi di uso e riuso della TT147 sono ricavati da “Ancient History: resources for Teachers”, vol. 39/2, 2009, pp. 224-228.

[16]     “Ancient History: resources for Teachers”, vol. 39/2, 2009, pp. 229-230.      

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