Necropoli tebane

TT182 – TOMBA DI AMENEMHAT

Planimetria schematica della tomba TT182[1] [2]

Epoca:                                   XVIII Dinastia

Titolare

TitolareTitoloNecropoli[3]Dinastia/PeriodoNote[4]
AmenemhatScriba del ..?..El-KhokhaXVIII dinastia  (Thutmosi III ?)a circa 50 m dalla casa dell’Omdeh[5]

Biografia

Unica notizia ricavabile, il nome della moglie del titolare: Sit-Dhout[6].

La tomba

L’ingresso della TT182. Foto Alexander Ilin-Tomich

Un’unica sala sulle cui pareti sono ancora visibili, su due registri, il defunto e la moglie che ricevono collane da una fanciulla in presenza di ospiti e musici (arpista e suonatore di nacchere); portatori di offerte con buoi, vitelli, uccelli e pesci[7].

La scena sopravvissuta della TT182 con gli omaggi al defunto e alla moglie. Foto Alexander Ilin-Tomich

Fonti

  1. Gardiner e Weigall 1913
  2. Donadoni 1999,  p. 115.
  3. Gardiner e Weigall 1913, p. 32
  4. Porter e Moss 1927,  p. 279.
  5. Gardiner e Weigall 1913, pp. 32-33
  6. Gardiner e Weigall 1913, p. 33

[1]      La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.

[2]      Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.

[3]      le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.

[4]      Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.

[5]      Con il termine omdeh si indica, in Egitto, il capo-villaggio.

[6]      Porter e Moss 1927, p. 278.

[7]      Porter e Moss 1927,  p. 286.

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