Di Patrizia Burlini e Nico Pollone

Due piccole mummie della collezione egizia dei Musei Vaticani hanno incuriosito gli studiosi per decenni. Spesso chiamate “pseudo-mummie” per il loro aspetto insolito, si riteneva che fossero antiche e che contenessero i resti di bambini piccoli o di animali. Alessia Amenta, curatrice e direttrice del Vatican Mummy Project, condivide recenti analisi scientifiche che rivelano una nuova interpretazione di questi curiosi oggetti.
I ricercatori dei Musei Vaticani a Roma stavano studiando le nove presunte mummie dell’antico Egitto a corpo intero della collezione, quando hanno scoperto che due delle mummie non sono affatto antiche ma dei falsi probabilmente creati nel 1800. Ciò potrebbe essere piuttosto imbarazzante, se i manufatti egiziani fraudolenti non fossero relativamente comuni e spesso difficili da individuare.
Le due mummie in questione sono piccole – entrambe lunghe meno di mezzo metro, e una volta si credeva contenessero resti di bambini o forse di falchi. Ma una serie di esami che utilizzano tecnologie avanzate tra cui raggi X, scansioni TAC 3D, scansioni TC, test del DNA e datazione al carbonio hanno dimostrato che le ossa all’ interno degli involucri appartengono a un uomo e una donna e risalgono effettivamente al Medioevo. Un’altra storia dimostra che si tratta di falsi: gli scienziati hanno scoperto anche un “chiodo moderno” tra le ossa, riferisce il Catholic News Service .

I risultati dei test sulle due mummie o “ mummiette ”, come le chiama il dottor Amenta, esaminate nel corso del 2014, sono stati resi pubblici il 22 gennaio dal professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, e dai dott. Amenta, Santamaria e Morresi, nel corso di un coinvolgente convegno dal titolo “Un caso di mummia-mania: l’indagine scientifica [scienza forense] risolve un enigma”. La provenienza di entrambe queste ” mummiette ” lunghe circa 60 cm , che furono probabilmente donate alla fine del XIX secolo da un collezionista privato, non è stata finora trovata nei registri del Museo. Fino a un anno fa, a causa delle dimensioni e del peso ridotto, si credeva fossero mummie di bambini o animali, forse falchi. “Potrebbero anche essere state le cosiddette ‘pseudo-mummie’, cioè un fascio di bende e altri materiali, a volte anche poche ossa”, mi ha spiegato Amenta, “che venivano usate nell’antichità per sostituire un corpo mancante o incompleto di una persona cara morta. Per gli antichi egizi la trasfigurazione e la “divinizzazione” dei defunti era essenziale. Doveva essere designata una forma fisica per poter mandare il defunto “in un’altra dimensione” dopo la morte”. Invece tutti i dati scientifici hanno rivelato che queste “ mummiette ” sono dei falsi ottocenteschi.
La datazione al radiocarbonio ha confermato che le loro bende erano effettivamente antiche, risalenti al c. 2000 a.C., ma trattate con una resina che si trova solo in Europa. Inoltre, la datazione al radiocarbonio di una delle ossa che fuoriescono dalle bende di una delle “mummiette ” ha confermato che essa risaliva al Medioevo.
Nico Pollone
Bibliografia
https://insidethevatican.com/…/the-vatican-mummy…