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IL TESORO DI DUSH

Il pezzo più bello del tesoro è la corona in oro dallo stile grecizzante che ha un diametro di 22 cm. e pesa gr. 363; essa è chiusa con un uncino a forma di testa di cobra; è decorata con foglie e viticci a cui sono appese capsule di papavero, al centro ha una piccola edicola all’interno della quale il dio Serapide siede in trono, con il piede destro in avanti; la sua mano sinistra regge una lancia e la destra accarezza la testa del piccolo Harpocrate che è accoccolato ai suoi piedi e si succhia l’indice destro mentre tiene nella mano sinistra una cornucopia. Le due colonne ai lati dell’edicola sono sormontate da busti di Iside; alle estremità della corona vi è una corolla che contiene un altro minuscolo busto della dea, con il disco solare sul capo dal quale partono spighe di grano.
FOTOGRAFIA DI MARIE GRILLOT a questo link: https://egyptophile.blogspot.com/…/dans-le-tresor-de

Questi oggetti preziosi di notevole fattura risalgono al II secolo d.C. e furono rinvenuti nel 1989 dalla missione organizzata dall’Istituto Francese d’Archeologia Orientale nell’oasi di Kharga, più precisamente a Dush, corrispondente all’antica città di Kysis, che sorgeva nel deserto occidentale e che raggiunse grande importanza in epoca tolemaica e romana.

Particolare del collare di piastrine; AP Photo/Mohamad al Sehety a questo link: https://www.nbcnews.com/id/wbna7195255
Foglie e viticci identici a quelli della corona adornano questo braccialetto nel quale è incastonata una decorazione di pasta di vetro verde.
FOTOGRAFIA A QUESTO LINK: https://egyptophile.blogspot.com/…/un-bracelet-cabochon…
Foglie e viticci identici a quelli della corona adornano questo braccialetto nel quale è incastonata una grande agata arancione.
FOTOGRAFIA DI: Alfred Molon e Antoine Kuipershttps a questo link:
https://slideplayer.es/…/Brazalete+del+tesoro+de+Douch.jpg

Nei pressi della località sorge una fortezza tolemaica in mattoni di fango, ampliata dai romani nel I secolo d. C. e nota come el-Qasr (letteralmente “la Fortezza”), all’epoca presidiata da una guarnigione che doveva garantire la sicurezza del confine meridionale dell’impero e delle vie commerciali che attraversavano il deserto e che transitavano in quella zona.

Parte delle rovine della fortezza di Dush a questo link: https://viatorimperi.es/dush/ 
Le rovine della fortezza di Dush e del tempio (il cui ingresso si nota a sinistra), a questo link: https://archiqoo.com/locations/qasr_dush.php 
L’interno del tempio. FOTOGRAFIA A QUESTO LINK: https://egyptsites.wordpress.com/…/the-roman-fortress…/ 

Gli archeologi stavano portando alla luce il tempio dedicato ad Iside, Harpocrate e Serapide (una divinità che unisce le caratteristiche di Osiride ed Apis agli elementi ellenistici di Zeus, Esculapio e Dioniso, introdotta da Tolomeo I per integrare greci ed egizi), che sorgeva nei pressi della parete orientale del forte quando in uno dei magazzini rinvennero un vaso di terracotta alto 28 cm. e risalente al IV – V secolo d. C. circondato da piccoli oggetti di culto, tra i quali una statuetta di piombo dorato dedicata ad Iside e due in bronzo raffiguranti Horus bambino e suo padre Osiride.

Le piastrine ex voto sono lavorate a sbalzo con l’immagine del dio che forse aveva concesso una grazia all’offerente: Apis, Iside, Osiride oppure Serapide; questo pettorale è costituito da un filo d’oro dal quale pendono sessantasette di queste placchette e nove ciondoli. FOTOGRAFIA A QUESTO LINK: https://www.facebook.com/profile/100063713245274/search/?q=collar%20del%20tesoro%20de%20Douch&locale=it_IT 
Attuale esposizione del pettorale, trasferito nel 2021 dal Museo del Cairo al NMEC
FOTOGRAFIA DI: Silvia Vitrò 
Particolare delle placchette e di uno dei ciondoli. Da Tripadvisor. 

Questo vaso conteneva “il tesoro di Dush”, ossia un diadema, due braccialetti, un pettorale, 187 piastrine in oro dal peso complessivo di ben gr. 1.220,61 e due placchette d’argento.

Il vaso all’interno del quale si trovava il tesoro. Oggi al museo del Cairo. Fotografia a questo link: https://egyptophile.blogspot.com/…/douch-un-collier-dex…

I gioielli venivano indossati dai sacerdoti in occasione dei riti oppure adornavano le statue delle divinità e le placchette erano gli ex voto dei fedeli, che venivano realizzati nella stessa Dush e venduti all’ingresso del tempio; gli studiosi ipotizzano che questi preziosi siano stati sottratti nell’antichità, piegati e collocati nel vaso di terracotta che era stato poi nascosto in una nicchia in attesa del momento opportuno per recuperarli; per motivi che non è dato sapere i ladri non sarebbero più riusciti a tornare ed il loro ricco bottino sarebbe rimasto nel suo nascondiglio fino ad oggi.

Il pregio artistico della corona e dei bracciali ed in particolare le foglie, le capsule di papavero ed il busto della corolla inducono a ritenere che provenissero da una bottega artigiana specializzata di Alessandria; le statuette di Serapide e di Harpocrate, i capitelli delle colonne dell’edicola e i punti di assemblaggio delle varie parti, invece, sono piuttosto rozzi e sono probabilmente opera di artigiani meno dotati (si veda l’immagine).
Fotografia IFAO pubblicata in “25 ans de découvertes archéologiques sur les chantiers de l’IFAO,1981-2006″, catalogue de l’exposition au Musée égyptien du Caire, 2007” 

FONTI:

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