Di Luisa Bovitutti

Questo trono non è esposto al NMEC e ne esiste solo una riproduzione, ma vale la pena di parlarne per apprezzare il lavoro incredibile effettuato dagli studiosi per restituirci questo capolavoro dell’antichità unico nel suo genere.
Oltre alla sedia della quale abbiamo già parlato, il corredo funerario di Hetepheres ne comprendeva un’altra, detta “sedia II”, quasi completamente distrutta, in quanto la sua esistenza venne desunta solo dal ritrovamento di quattro gambe identiche a quelle della sedia I.

Gli archeologi cercarono quindi di recuperare gli intarsi e le parti sopravvissute del manufatto che si trovavano in un’area coperta da una coltre di detriti alta circa quindici cm., che per ben due mesi venne pazientemente scandagliata e documentata strato per strato attraverso fotografie e disegni.
In seguito i frammenti ritrovati vennero deposti su vassoi, esaminati e registrati con tutti i metadati rilevanti, ed emerse che facevano parte non di una semplice sedia ma di un raffinato trono.
L’estrema complessità del lavoro di ricostruzione ha fatto sì che esso non venisse mai realizzato; una decina di anni fa tuttavia, il team del Giza Project dell’Università di Harvard, muovendo dagli oltre 1600 frammenti e dai diari di scavo dell’epoca ne ha creato una riproduzione in scala reale utilizzando gli stessi materiali dei quali si erano serviti gli artigiani egizi: legno di cedro, piastrelle in maiolica blu brillante, lamina d’oro, gesso, sedili in cordame e rame.

Il team ha creato un modello digitale 3D della tomba e del suo contenuto, quindi ha intagliato le parti in legno del trono con una fresatrice a cinque assi controllata da computer ed ha fabbricato e posizionato a mano i singoli inserti, ottenendo il risultato spettacolare che potete vedere nell’immagine.
La seduta era costituita da un quadrato di corda intrecciata inserito in un’intelaiatura costituita da quattro barre di legno; i braccioli, decorati con scanalature orizzontali, si appoggiavano ad un sostegno verticale intarsiato su più lati con rosette stilizzate alternate a sbarrette riproducenti il disegno di una stuoia, collegato ad angolo retto ad un analogo elemento collocato sul lato esterno della seduta; le quattro gambe erano dotate di piedini in rame rivestiti di pietra calcarea.

Le varie parti venivano tenute insieme da incastri a mortasa e tenone e le giunture erano rinforzate con strisce di cuoio.
Le due aperture quadrate laterali, sotto i braccioli, erano riempite con un’immagine traforata del dio falcone Horus ad ali spiegate, poggiato su di una colonna palmiforme, finemente intarsiato con inserti di maiolica.
La parte posteriore dello schienale era decorata con quattro emblemi di Neith, una delle dee più venerate nell’Antico Regno, costituito da frecce incrociate su di uno strano oggetto composto da due ovali, dal quale si diparte una coppia di nastri.
La maggior parte degli studiosi ritiene che esso rappresenti il dorso degli scarabei bilobati (Agrypnus notodonta Latr), disegnato fin dalla prima dinastia con scanalature e poi trasformatosi in un ampio ovale a far tempo dalla quinta, ma non è chiaro il legame che esso aveva con la dea.
Ognuno di questi emblemi era issato sul suo stendardo rivolto verso il centro.

Sotto l’emblema di Neith c’era un fregio di sedici motivi intarsiati simili alla barba posticcia divina o reale, e l’insieme era incorniciato da rosette e piccole barre.
Sul retro della sedia continuava la medesima decorazione, che era riprodotta anche su di una striscia centrale verticale, ai cui lati si trovavano due più grandi emblemi di Neith su di uno sfondo di piastrelle di maiolica azzurra disposte a zig – zag.
Le dimensioni della seduta inducono a ritenere che il trono dovesse essere imbottito con dei cuscini, per consentire alla regina di stare comoda arrivando a toccare terra con i piedi o comunque a piegare le ginocchia.
FONTI:
DER MANUELIAN P., The Lost Throne of Queen Hetepheres from Giza: An Archaeological Experiment in Visualization and Fabrication, a questo link: https://gizamedia.rc.fas.harvard.edu/…/manuelian_jarce…
https://solarey.net/queen-hetepheres-throne/ articolo e fotografie di Caroline Cervera
Immagini tratte dall’articolo del dott. Der Manuelian