Di Luisa Bovitutti

Essa infatti venne costruita con blocchi di pietra molto grandi ed irregolari, ed il rivestimento venne “cementato” sulla superficie per rendere più solide le pareti a rischio cedimento e per lisciarle; l’asportazione delle lastre di calcare diventava quindi molto difficoltoso e fonte di pericolo perché la struttura avrebbe potuto cedere. Foto: Silvia Vitrò
La perfezione della Grande Piramide di Giza si fonda sulle conoscenze acquisite sul campo dagli architetti di Snefru, primo faraone della IV dinastia e padre di Cheope, i quali, prima di raggiungere un buon risultato con la piramide rossa di Dahshur, incontrarono ben due fallimenti, edificandone una a Meidum crollata in breve tempo, ed un’altra di cui parlerò ora, sempre a Dahshur, che li costrinse a correggere in corso d’opera l’inclinazione delle pareti laterali, rivelatesi inidonee a garantire la stabilità dell’edificio che sorgeva su di un terreno friabile e che fin da subito iniziò a presentare pericolose crepe.

E così la piramide, che nel progetto originario avrebbe dovuto raggiungere l’altezza di m. 128,5, arrivò alla fine a m. 104,71 per una superficie di base pari a m. 188,6.
Per salvaguardare la buona reputazione degli architetti egizi, mi preme sottolineare l’estrema complessità dell’opera, che doveva essere realizzata partendo dall’interno e quindi dalla realizzazione delle tre camere funerarie: la più bassa che rappresentava il mondo sotterraneo, quella intermedia che segnava l’assunzione al cielo del Sovrano, quella superiore che rappresentava il suo nuovo mondo.
Questa prima operazione prevedeva lo scavo di un pozzo delle dimensioni di m. 7 x 7 e profondo 22,5; il “guscio” di pietra veniva aggiunto in seguito e costruito prevedendo i corridoi d’accesso, che avevano anche la funzione di consentire l’ascesa diretta del re defunto fino alle stelle circumpolari.

A questi link https://laciviltaegizia.org/…/27/la-piramide-romboidale/ e https://laciviltaegizia.org/…/la-piramide-romboidale…/ troverete interessanti articoli di Grazia Musso e Piero Cargnino su questo monumento, che segna una tappa fondamentale nel processo evolutivo che condusse dalla piramide a gradoni a quella a facce lisce.
Snefru, per la prima volta nella storia, introdusse importanti modifiche nel complesso piramidale: ne modificò l’orientamento dall’asse nord-sud, tipico della III dinastia, a quello est-ovest perchè in quel periodo cominciò ad affermarsi l’associazione tra il faraone ed il disco solare, che nasce a est e tramonta ad ovest, per poi risorgere il giorno successivo; lo arricchì con un tempio funerario ed un tempio a valle collegati da una rampa processionale; fece edificare una piramide satellite per il culto o, secondo alcuni, per la propria regina, la grande Hetepheres.


La piramide romboidale, chiusa al pubblico nel 1965 e finalmente riaperta nel 2019, ha due ingressi, uno sul lato ovest ad oltre 32 metri dal livello del suolo, che conduce alla camera sepolcrale superiore ed attualmente chiuso, ed uno su quello nord che porta a quella inferiore e da lì a quella superiore tramite un cunicolo forse scavato dagli antichi ladri; esso è posto a circa m. 12 di altezza ed è accessibile grazie una scala esterna.
Il corridoio che porta nel cuore della piramide è lungo m. 79,53 ed affonda nel sottosuolo per m. 25; esso è illuminato, dotato sia a destra che a sinistra di comodi corrimano ed è lastricato con assi sulle quali a distanza regolare sono inchiodate orizzontalmente barre di legno che impediscono di scivolare.
Peraltro è impossibile percorrerlo eretti, perchè ha sezione quadrata con lati di un metro, ed occorre procedere piegati a 90° prestando attenzione a non sbattere la testa sul soffitto e facendo una gran fatica: per questo ho preferito camminare all’indietro guardandomi i piedi ed ancorandomi ai corrimano, come si fa scendendo da una scala a pioli, risparmiandomi mal di schiena e capocciate.

Alla fine di questo corridoio il tragitto comincia a salire tramite una stretta e ripida scala di legno che immette in un vestibolo sotterraneo non rifinito con base di m. 6 x 5 metri e che si estende in altezza per m. 12; a circa m. 7 dal suolo si trova l’ingresso della camera sepolcrale inferiore, raggiungibile tramite scale di legno moderne, posizionate per facilitare i visitatori.


Essa, di forma rettangolare, arriva alla notevole altezza di m. 17,30 ed è caratterizzata dalla presenza di un pozzo verticale alto m. 14 detto “il camino”, il cui uso è tuttora sconosciuto; a m. 12 dal pavimento si apre il famoso cunicolo claustrofobico non rifinito, lungo circa m. 18 e con un dislivello di 5, che la mette in comunicazione con il corridoio proveniente dall’ingresso sul lato ovest che raggiunge la camera funeraria superiore.


Sia l’anticamera che le camere sepolcrali hanno pareti aggettanti, ossia costituite da lastroni sovrapposti progressivamente sporgenti che costituiscono il soffitto, perché gli Egizi non conoscevano l’arco e la volta, introdotti secoli dopo dagli Etruschi; questo limite, tuttavia, non deve indurre a sminuire le loro capacità architettoniche: basti pensare che anche i Maya, la cui civiltà nacque e fiorì duemila anni dopo Snefru, si avvalevano della medesima tecnica.

La camera superiore oggi è molto danneggiata e sembra quasi una grotta, in quanto i tentativi esperiti nell’antichità per alleggerire le pareti assottigliandole e la cattiva qualità della pietra utilizzata hanno fatto sì che i lastroni aggettanti si sgretolassero nel corso dei secoli.

Essa, alta m. 14, era occupata da un grande catafalco in pietra recante i cartigli di Snefru e da numerose travi in legno di cedro dall’uso sconosciuto, probabilmente appartenenti al carico che il sovrano importò dal Libano al quale si fa cenno sulla Pietra di Palermo.

Gli architetti provvidero a rinforzare la struttura con le grosse travi di cedro che sono ancora oggi in loco. Foto: Silvia Vitrò

La cuspide del soffitto della camera superiore; i lastroni aggettanti sono stati ridotti di spessore, si sono spezzati per il peso e si sono in più parti frantumati, al punto che la volta ha perso completamente il suo elegante aspetto originario. Per evitare crolli gli egizi avevano posizionato anche quel grosso palo di cedro che si nota al centro ed avevano in più punti riparato le crepe con la malta. I costruttori di Snefru avevano fatto un buon lavoro, visto che i rattoppi sono ancora in essere dopo 4.500 anni, ma il sovrano preferì non fidarsi della solidità dell’edificio e dispose che si costruisse una nuova piramide…. immagino il disappunto degli architetti e delle maestranze, ammesso che siano riusciti a sfuggire all’ira del Faraone! Foto: Silvia Vitrò

Tuttavia nella piramide non sono stati rinvenuti resti di sepoltura, per cui gli studiosi tendono ad escludere che sia stata utilizzata in quanto troppo instabile e piena di crepe dovute all’assestamento del terreno, stuccate con malta gessosa ed ancora oggi visibili.
La visita alle camere funerarie è molto suggestiva ma sinceramente non alla portata di tutti, perché è faticosa (non dimentichiamo, oltre al numero esagerato di gradini, il caldo e il minimo ricambio d’aria), i cunicoli che permettono di raggiungerla sono molto bassi e un tratto è claustrofobico perché si restringe al punto che bisogna quasi procedere carponi: non avrei rinunciato per niente al mondo, ma quando mi sono trovata davanti a quel buco….avrei voluto pesare una ventina di chili in meno!
Una turista inglese entrata con noi è stata presa dal panico al momento di uscire e si è bloccata nella piazzola antistante quel budello di pietra senza trovare il coraggio di entrarvi; per fortuna siamo riuscite a calmarla e con pazienza, un passo alla volta, l’abbiamo scortata fino a quando non ha ripreso sicurezza vedendo la luce del sole alla fine del tunnel.
Ad ogni modo, se appena il fisico ve lo consente e non soffrite negli ambienti chiusi, portatevi abbondanti scorte d’acqua e non perdetevi questa avventura quasi in solitaria: le emozioni che si provano rispetto alla visita delle piramidi di Cheope e Chefren, al cui interno si creano due file ininterrotte di turisti in entrata ed in uscita, sono decisamente differenti.
FONTI:
- MONNIER F., L’univers fascinant des piramides d’Egypte, Dijon, 2021
- HAWASS Z., Piramidi. Tesori, misteri e nuove scoperte in Egitto, seconda edizione, Vercelli, 2011
- https://www.civiltaeterne.it/…/piramide-romboidale-e…/
- https://monsieurmadameexplore.com/voyage-dans-le-temps…
FOTOGRAFIE di Silvia Vitrò e Leon Petrosyan
PIANTINE da https://it.wikipedia.org/wiki/Piramide_romboidale
DISEGNO DELLA SARACINESCA DI PIETRA da https://commons.wikimedia.org/…/Category:Interior_of…