Piccola Guida Turistica

LA PIRAMIDE SATELLITE

ED IL TEMPIO FUNERARIO DELLA PIRAMIDE ROMBOIDALE

La piccola piramide satellite; è ancora visibile il primo corso del rivestimento originale in calcare; l’ingresso è posto sulla destra, protetto da una piccola tettoia. Foto: Silvia Vitrò.

La nostra visita al sito piramidale prosegue lungo il suo perimetro esterno; essa era racchiusa da un ampio recinto quadrato, con lato di m. 299 circa, del quale sopravvivono solo tracce; sul lato sud, a m. 52 di distanza sorge una piramide satellite con rivestimento in calcare bianco oggi praticamente scomparso, sebbene il nucleo dell’edificio sia ancora in buone condizioni.

I resti della rampa processionale nei pressi della piramide.Foto: Silvia Vitrò.

Essa doveva essere alta m. 26,00 ed aveva una base quadrata con lato di m. 52,80; era destinata al culto o forse alla sepoltura della regina Hetepheres, moglie di Snefru, poi probabilmente traslata con il suo sontuoso corredo funerario in una tomba accanto alla piramide del figlio Cheope a Giza.

Questa costruzione fu inventariata da Lepsius come LVII ed è da poco visitabile in quanto il cunicolo interno è stato liberato dalla sabbia che vi era filtrata nel corso dei millenni; naturalmente Silvia ed io non ci siamo fatte sfuggire l’occasione e siamo scese lungo il corridoio che arriva sotto il livello del suolo per poi risalire e sbucare in una modesta camera a volta aggettante alta m. 7, all’interno della quale gli archeologi trovarono solo cocci di vasi.

Il corridoio discendente della piramide satellite. Foto: Silvia Vitrò.
La volta aggettante della piccola camera interna alla piramide satellite. Foto: Silvia Vitrò.

Sul lato nord della piramide principale sorgeva un luogo di culto di cui restano pochissime vestigia; ad est, invece, è ben riconoscibile la pianta del tempio funerario, costituito da una cappella per le offerte e da alcuni locali annessi circondati da un muro di mattoni crudi; qui terminava la rampa processionale che iniziava al tempio a valle.

Particolare di un mattone crudo delle pareti esterne del tempio funerario, costituito di fango e paglia sminuzzata, ben visibile. Foto: Silvia Vitrò.

All’interno della cappella si elevavano due stele in calcare alte almeno nove metri iscritte con la titolatura del sovrano, oggi ridotte all’altezza di un paio di metri; tra di esse si trova un altare in calcare, sotto il quale c’è ancora la tavola per le offerte in alabastro con la forma del geroglifico hotep.

I resti della cappella del tempio funerario; si notano al centro l’altare fiancheggiato dalle due stele ed ai lati le vestigia più scure che facevano parte delle pareti esterne della cappella e delle stanze adiacenti, costruite in mattoni crudi. Foto: Silvia Vitrò.
La base dell’altare è costituita da una tavola per le offerte con la forma del geroglifico htp, costituito da una stanghetta orizzontale sormontata da una forma ovale che rappresenta un pane, qui leggermente incavato. Foto: Silvia Vitrò.

Ci ha suggerito una delle guardie che sorveglia l’area di inginocchiarci sulla tavola appoggiando in modo reverente la fronte sull’incavo che rappresenta il pane, perché questo semplice rito ci avrebbe portato fortuna…. a noi non so, a lui certamente sì, perché poi ci ha regalato in gran segreto un pezzetto di alabastro, si è soffermato a chiacchierare con noi e si è guadagnato un buon bakshish, che lo aiuterà a mantenere i suoi tre bambini.

All’orizzonte del tempio funerario di Snefru, a circa un chilometro di distanza, si staglia la cosiddetta “Piramide nera”, qui ritratta molto ingrandita. Essa fu edificata da Amenemhat III della XII dinastia e prende il nome dal colore dei mattoni crudi che costituiscono il suo nucleo, unica parte superstite dell’edificio originario che era rivestito con lastre di calcare ed aveva un pyramidion in basalto finemente iscritto, oggi custodito al museo del Cairo. Si tratta di un cenotafio, in quanto il sovrano fu seppellito più a sud, in un’altra piramide che si era fatto costruire ad Hawara, nel Fayyum. Foto: Silvia Vitrò.
Per ulteriori notizie, leggete sul nostro sito il bell’articolo di Grazia Musso, a questo link: https://laciviltaegizia.org/?s=piramide+di+amenemhat+III
L’attuale aspetto della “Piramide nera”. Foto: Silvia Vitrò.

Oltre a quelle già citate nel primo post su Dahshur, ho consultato le seguenti fonti:

FOTOGRAFIE di Silvia Vitrò

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