Di Luisa Bovitutti

FOTO A QUESTO LINK: https://hu.pinterest.com/pin/45739752455391465/
Un’altra conchiglia ampiamente utilizzata a scopo ornamentale era la cauri, o cypraea moneta, dal guscio lungo circa tre-quattro centimetri, stimata per la sua lucentezza e per la colorazione che varia dal bianco al giallo pallido.
Essa veniva usata come bene di scambio, come elemento decorativo nella gioielleria (anche la sua riproduzione in oro, corniola, lapislazzuli, diaspro rosso, quarzo o faience) e come amuleto propiziante la fertilità, in quanto la sua particolare forma ricorda l’organo genitale femminile; ancora oggi e per gli stessi motivi essa è molto apprezzata dalle donne africane.
Nell’antico Egitto, particolarmente durante l’XI e la XII dinastia, le giovani donne amavano indossare collane composte da perline inframmezzate da cauri, e cinture realizzate allo stesso modo che portavano appoggiate alle anche sul corpo nudo o sopra abiti velati quali augurio di fertilità e simbolo della sensualità femminile.
Tali ornamenti continuavano ad essere utilizzati durante la gravidanza per proteggere il nascituro e la madre, che doveva affrontare i pericoli del parto.

FOTO A QUESTO LINK: https://www.meisterdrucke.it/…/Queen-Kawit-al-suo…
Talvolta all’interno delle cipree venivano sigillate delle palline in modo tale che producessero un lieve tintinnio quando chi le indossava si muoveva o danzava; per questo è possibile che potessero avere un ruolo apotropaico non strettamente legato alla fertilità e che servissero anche ad allontanare il malocchio così come i pendenti fallici in bronzo rinvenuti in tutto il mondo romano.
Queste cinture si trovano nelle tombe d’élite sia del Medio che del Nuovo Regno, ma nell’iconografia dell’epoca appaiano indossate anche da danzatrici e giovanissime ancelle; esse si trovano anche come decorazione di figurine femminili in legno o faience.

La ciprea era talmente importante anche come moneta di scambio che anfore piene di queste conchiglie venivano sepolte insieme al defunto per garantirgli benessere nella vita ultraterrena.

Lungh. 25,4 cm – Largh. 1,59 cm – Prof. 0,95 cm.
https://www.penn.museum/collections/object/2747
Altro numero AES 1886
Le testimonianze relative all’utilizzo delle cauri come ornamento prezioso nel corso dell’XI dinastia sono esclusivamente documentali, in quanto sono raffigurate al collo di nobildonne defunte sui rilievi tombali e sui sarcofagi, ma non sono giunti fino a noi reperti fisici.
Per contro gli archeologi hanno rinvenuto esemplari notevolissimi di gioielli facenti parte parte dei corredi funerari delle principesse della XII dinastia (di cui parlerò nei prossimi post) ed anche più recenti, fino all’Egitto ellenistico, e imitazioni di bronzo sono state trovate in siti romani.