Di Giuseppe Esposito
Epoca: Periodo Tardo
Titolare
| Titolare | Titolo | Necropoli[3] | Dinastia/Periodo | Note[4] |
| Wehibra[5] | Supervisore del … della Divina Adoratrice di Amon; secondo Porter e Moss: Ciambellano della Divina Adoratrice Ankhnesneferibra[6] | el-Assasif | Periodo Tardo[7]; | versante sud, nello stesso cortile della TT33 |
Biografia
Pedeamunnai fu suo padre, Mutardais sua madre e Tadepanehep fu sua moglie.
Psammethek, a sua volta Ciambellano della moglie del Dio, e Pedehorresnet (detto anche Harpemai) furono suoi figli[8].
La tomba
La recinzione dal complesso (oggi quasi completamente scomparsa) copriva un’area di circa 9.900 m² e la sola parte sotterranea è iscrivibile in un quadrato di 68 x 45 m per una superficie percorribile calcolata in 1.062 m²; lo sviluppo dei corridoi supera i 320 m e le pareti decorate, gran parte delle quali molto danneggiate, coprono un’area di oltre 2.600 m² [9].
Sebbene la TT33 fosse già nota a Richard Pococke nel corso della sua visita alla Necropoli tebana del 1737[10], questa venne più compiutamente scavata e studiata a partire solo dal 1881 da Johannes Dümichen[11] dell’Università di Strasburgo[12].
Da un primo cortile esterno si accede ad un II cortile con pilastri in cui si aprono gli accessi alle tombe TT33 e TT388[13].
L’ingresso a TT242 si trova a sud e la sepoltura si sviluppa planimetricamente come un lungo corridoio che, per un buon tratto, corre parallelo al secondo cortile con andamento ovest-est e si conclude con una camera funeraria. Scarsi sono i resti pittorici parietali: nel corridoio di accesso (1 in planimetria[14]) i figli del defunto, Psammethek e Pedehorresnet (detto anche Harpemai), offrono fiori al defunto e alla madre; sulla parete che fronteggia l’ingresso (2) una falsa porta recante, in alto, il defunto (?) in adorazione del cartiglio di Osiride tra Harsiesi e Anubi a loro volta adoranti; più in basso, un falco ad ali spiegate, Osiride e Nephtys, nonché due colonne di testo dedicatorio[15].
Fonti
- Gardiner e Weigall 1913
- Donadoni 1999, p. 115.
- Gardiner e Weigall 1913, p. 38
- Gardiner e Weigall 1913, pp. 38-39
- Porter e Moss 1927, pp.50-56.
[1] La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
[2] Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.
[3] le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
[4] Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.
[5] Gardiner e Weigall 1913, p. 38
[6] Porter e Moss 1927, p. 332.
[7] Gardiner e Weigall 1913, p. 39
[8] Porter e Moss 1927, p. 332.
[9] Claude Traunecker, egittologo francese, Le Palais Funéraire de Padiaménopé redécouvert (TT33), in “Egypte Afrique & Orient”, 2008 n. 51, pp. 15-48.
[10] Date le dimensioni e la struttura architettonica, Pococke la definì “un palazzo sotterraneo”.
[11] Johannes Dümichen (1833-1894), egittologo tedesco.
[12] Porter e Moss 1927, pp.50-56.
[13] Porter e Moss 1927, p. 332.
[14] La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 52.
[15] Porter e Moss 1927, p. 332 p. 330., p. 330

3 pensieri su “TT242 – TOMBA DI WEHIBRA”