Di Luisa Bovitutti
Sempre procedendo verso nord transitiamo davanti alla mastaba del visir Mehu, aperta al pubblico per la prima volta nel settembre 2018 dopo la sua scoperta, avvenuta nel 1940 ad opera di una missione archeologica egiziana, e non possiamo esimerci da una rapida visita.

FOTO DA INTERNET. Se l’autore la riconoscesse come propria, sarà mia premura sostituirla o attribuire i dovuti crediti.
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https://my.matterport.com/show/?m=xmDbt2rfa82
La sua fama è assolutamente meritata; a mio parere è una delle più belle e meglio conservate di Sakkara; restaurata in modo magistrale, mantiene intatti i vividissimi colori applicati 4500 anni orsono ed offre una panoramica completa dei protocolli decorativi delle tombe della sua epoca.

Mehu fu un altissimo dignitario di Teti e visse anche il breve regno di Userkara ed il primo periodo di quello di Pepi I (VI dinastia – 2300 a. C. circa); i suoi numerosissimi titoli onorifici (ben 48) sono incisi sulle pareti della sua camera funeraria e sul suo sarcofago: tra di essi figurano quello di sovrintendente dell’Alto Egitto, scriba dei documenti reali, visir, capo dei giudici, direttore del palazzo e sovrintendente di tutte le opere reali.

La sua posizione di privilegio derivava, probabilmente, dall’essere genero del Faraone, avendo sposato la principessa Iku, “figlia del re del suo corpo”, ossia una delle nove figlie di Teti.
Mehu è raffigurato su entrambi i lati del portale d’ingresso della tomba, che immette in una piccola camera decorata con le tipiche scene di caccia e pesca nelle paludi; sulla parete meridionale di sinistra si trovano raffigurazioni che mostrano l’uccellagione, la riparazione delle reti e la preparazione del cibo per gli uccelli; sulla parete orientale si trovano rilievi che raffigurano volatili nei loro nidi.

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Da questa sala inizia un corridoio lungo e strettissimo decorato con scene di vita quotidiana, tra le quali la raccolta della frutta e del grano, la preparazione del pane e della birra, la cottura di uccelli per un pranzo, la pesca con le reti, le navi da carico, i velieri e la lavorazione dei metalli; sui lati sono raffigurate file di servi che portano offerte al titolare della tomba.

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Sul lato nord del corridoio una porta conduce ad un ampia stanza con due colonne a sezione quadrata con immagini di Mehu sui lati; le pareti dell’ambiente sono ornate da scene di offerte e di coltivazione, mentre sulla parete di fondo, dietro i pilastri, si trova una falsa porta dedicata a Kahotep, figlio di Mehu.

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All’estremità occidentale del corridoio si apre una sala nella quale sono raffigurati sacerdoti con offerte e scene di musicisti e danzatori; una porta sulla destra conduce ad altre due cappelle; quella centrale apparteneva a Mehu, mentre le altre erano destinate a Mery Ra Ankh (sorvegliante della regione di Buttu ed ispettore dei profeti della piramide di Pepi oltre che detentore di altri 21 titoli, secondo alcuni suo figlio, secondo altri l’originario titolare della tomba al quale Mehu l’avrebbe usurpata) ed a suo nipote Kahotep II.

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La cappella di Mehu, nella quale è stato trovato il suo sarcofago, presenta sulla parete occidentale la famosa falsa porta in calcare dipinto di rosso per simulare il pregiato granito, ed i testi e le scene sono stati tracciati in giallo oro.


A questo link sul nostro sito troverete un notevole lavoro di @Nico Pollone che ci ha offerto la trascrizione, la traslitterazione e la traduzione del testo geroglifico tracciato sulla falsa porta. https://laciviltaegizia.org/wp-content/uploads/…/falsaport….
Nella stele superiore della falsa porta è raffigurato il defunto seduto davanti ad un tavolo ricco di offerte e sulle pareti laterali numerosi servi che gli portano le offerte e il catalogo delle medesime.

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Alla camera funeraria sotterranea si giunge attraverso un passaggio inclinato, il cui accesso si apre sul pavimento della corte.
Questi rilievi, emersi in tutto il loro splendore dopo un accurato restauro, furono creati sicuramente dagli artigiani che lavoravano al servizio del Faraone e venivano retribuiti dallo Stato; nel corso della V e della VI dinastia, infatti, il sovrano concedeva ai cortigiani più importanti il privilegio di avvalersi della loro opera per farsi costruire le proprie mastabe; si trattava di personale altamente specializzato e selezionato, che aveva acquisito grande esperienza ed abilità nell’utilizzo dei modesti strumenti all’epoca disponibili.

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Le loro opere erano assolutamente anonime in quanto non venivano realizzate per ragioni estetiche quanto per un fine utilitaristico, consistente nel procurare al defunto le risorse per la vita nell’aldilà (raffigurare sulle pareti della tomba le offerte equivaleva a metterle concretamente a sua disposizione) e per magnificarne il potere.
La realizzazione del rilievo presupponeva la preventiva preparazione della parete, che doveva essere pulita, lisciata e poi intonacata con uno strato di gesso; quindi con pittura rossa o nera venivano disegnati i contorni delle figure che dovevano poi essere lavorate con uno scalpello di rame, lisciate con una pietra levigata e poi dipinte.

La pittura veniva realizzata con la tecnica definita “a tempera”, che prevedeva l’utilizzo di pigmenti diluiti in acqua ai quali veniva aggiunto collante vegetale o animale; il colore veniva steso con pennelli ottenuti da legnetti fibrosi sfilacciati alle estremità, e i pigmenti ed i collanti venivano conservati in ciotoline di terracotta, nella valva di una conchiglia o in un coccio concavo.

La decorazione prevedeva sempre numerosi registri orizzontali, talvolta anche dei sub-registri, all’inizio o alla fine dei quali di solito veniva rappresentato il titolare della tomba di dimensioni molto grandi davanti ad un tavolo di offerta.
FONTI:
- https://mediterraneoantico.it/…/aperta-a-saqqara-una…/
- BUONGARZONE R., Mastabe di Sakkara lungo il Nilo ai tempi delle piramidi, 2006
- https://goetzenbilder.com/…/09/24/d1-level-3-mehu-mastaba/
- https://djedmedu.wordpress.com/2020/04/
- http://www.touregypt.net/featurestories/mehut.htm
- https://www.artribune.com/…/il-gran-visir-mehu-e-la…/
- Stream24.ilsole24ore.com/gallery/cultura/egitto-tomba-mehu-aperta-pubblico/AEJuK7nF?refresh_ce=1y, 2003