Di Luisa Bovitutti

L’ultima tappa del nostro viaggio è dedicata alla porzione del Deserto Occidentale compresa tra l’oasi di Bahariya e quella di Farafra, che presenta una straordinaria varietà di paesaggi.
Il bravissimo amico Ahmed Galal ci ha organizzato un mini tour di due giorni con una jeep super accessoriata e sicura per escursioni di questo genere; pur potendo trascorrere la notte in uno degli alberghi siti lungo il tragitto, non abbiamo avuto alcuna esitazione ed abbiamo scelto di dormire sotto le stelle, rinunciando anche alla tenda per immergerci completamente nella magia del luogo.

Il percorso dal Cairo verso l’Oasi di Bahariya è piuttosto lungo (circa cinque ore in auto) e senza particolari attrattive, ma lo affrontiamo con entusiasmo nell’attesa dei magnifici scenari che si apriranno ai nostri occhi.
Giunti all’Oasi ci viene offerto un pranzo tipico in una caratteristica abitazione locale, quindi si riparte verso l’infinito con una guida del posto molto efficiente, che pur parlando pochissimo inglese ci ha reso un servizio ineccepibile.


Dopo circa un’ora di strada il paesaggio, fino a quel momento pianeggiante, comincia a mostrare le prime modeste alture, fino a quando si giunge nel Deserto Nero, una zona caratterizzata da numerose colline coniche, alcune delle quali sono piccoli vulcani dormienti

Questi rilievi che si susseguono uno dopo l’altro si sono formati in seguito ad eruzioni risalenti ad epoche remotissime (si parla di milioni di anni orsono) e sono costituite da rocce basaltiche che sgretolandosi nel corso del tempo hanno ricoperto il terreno sabbioso di polvere, di minuscoli sassolini e di grandi pietre nere, conferendo al luogo il suo colore particolare e creando un’atmosfera da film di fantascienza.

In effetti sembra di essere atterrati su di un altro pianeta, brullo, arido, silenzioso, dove l’attività vulcanica ha cancellato ogni forma di vita.
Parcheggiata l’auto, ci avventuriamo a piedi ad esplorare la zona, ognuno per conto proprio; in uno spiazzo pianeggiante ai piedi della collina più maestosa notiamo una particolare struttura di pietre collocate in cerchi concentrici che si trova anche nel deserto algerino e che è nota con il nome di “tomba preislamica”.


A quanto ne so, non si hanno notizie se non che furono realizzate prima della dominazione araba.
FONTI DI QUESTO E DI TUTTI I POST SEGUENTI SUL DESERTO
https://www.quotidiano.net/itinerari/viaggi/tutti-i-colori-del-deserto-egiziano-n8ey8jy6
FOTO DI Silvia Vitrò