Di Luisa Bovitutti

“Dio ha creato le terre con i laghi e i fiumi affinché l’uomo possa viverci, e il deserto affinché possa ritrovare la sua anima“. Detto tuareg
Al tramonto il disco solare che si abbassa all’orizzonte incendia l’ambiente circostante con una luce arancione che piano piano scolora nel rosa e poi nel grigio mentre cala il buio; Silvia ed io raggiungiamo una piccola altura dalla quale si gode una vista spettacolare a 360° e cominciamo a scattare fotografie a raffica, conquistate dalla bellezza del momento e del luogo.

Nel frattempo la nostra guida ha predisposto il campo nei pressi di un’imponente formazione rocciosa, coprendo con dei tappeti un’area dello spiazzo sabbioso accanto alla jeep e proteggendola con un paravento realizzato con teli multicolori, quindi, aiutato da Silvia che sbuccia le patate, prepara la cena a base di pollo alla griglia e verdure.

Foto di Silvia Vitrò

FOTO DI SILVIA VITRO’

FOTO DI SILVIA VITRO’
Il profumino delizioso del cibo in cottura attira un piccolo fennec, evidentemente abituato alla presenza discreta degli uomini, che a debita distanza si disseta con l’acqua che gli mettiamo a disposizione in un bicchiere.

FOTO DI SILVIA VITRO’

FOTO DI SILVIA VITRO’
Tornerà di notte molto più spavaldo, e al debole chiarore del fuoco che si sta spegnendo si avvicinerà al punto da poterlo accarezzare solo allungando la mano: restiamo immobili per non spaventarlo e lo osserviamo mentre gironzola indisturbato alla ricerca di qualche cosa di buono da mangiare, lo sentiamo rovistare e alla fine, probabilmente dopo aver trovato gli avanzi del pollo, lo vediamo trotterellare via.
Per dormire ci stendiamo su materassini posti uno accanto all’altro: siamo lontanissimi dalla “civiltà”, soli nella notte illuminata dai bagliori del fuoco, dalla luna e da un milione di stelle splendenti che sembrano enormi e talmente vicine da poterle toccare, ma ci pervade una sensazione di grande pace, al punto che non vorremmo cedere al sonno per goderne il più possibile.
La vastità del deserto, il silenzio, la solitudine, il cielo e la via Lattea sopra di noi ci fanno sentire parte dell’Universo e ci riportano alla nostra vera dimensione. Lì l’uomo non è il padrone del mondo, è solo un granello di sabbia in mezzo a miliardi di altri granelli di sabbia.

Al mattino, il sole si leva presto ed implacabile e la guida ci prepara una colazione degna di un grand’hotel, quindi smonta il campo e ci accompagna a vedere le formazioni rocciose note per la loro forma curiosa: la Sfinge, il Coniglio, Nefertiti, il Pollo ed il Fungo.

FOTO DI SILVIA VITRO’

FOTO DA INTERNET
E’ con una punta di tristezza che ci rimettiamo in viaggio verso la civiltà; sarebbe stato bello spingersi verso le Oasi più a Sud ed il Grande Mare di Sabbia….. però si dice che quando si riparte dal deserto, non lo si lascia mai per sempre…. e così cominciamo a sognare il prossimo viaggio.

Il mio racconto termina qui; spero di essere riuscita a coinvolgervi ed auguro ad ognuno di voi di poter andare in Egitto, o di tornarvi, perché le emozioni che questo fantastico paese comunica vanno ben oltre il descrivibile.