Necropoli tebane

TT288 – TOMBA DI BAKHEKHONS

Epoca:                       Periodo Ramesside

Titolare

TitolareTitoloNecropoli[3]Dinastia/PeriodoNote[4]
Bakhekhons[5]Scriba del divino libro di KhonsuDra Abu el-NagaPeriodoRamesside 

 


Biografia

Nessuna notizia biografica ricavabile[6].

La tomba

Costituita da una sala rettangolare con quattro pilastri, la TT288 reca sul fondo una nicchia (1 in planimetria[7]) in cui si trova la statua del defunto affiancata da statue di due donne, di cui non viene indicata l’identità, né se si tratta di divinità.

Sui pilastri, anch’essi danneggiati, sono rilevabili un uomo in offertorio al defunto (A) e il defunto e la moglie (?) seduti dinanzi ai quali sono presenti offerenti (C). La piramide della TT288, che venne successivamente riutilizzata per la sepoltura di Setau (TT289), presenta dipinti che rappresentano il defunto (forse Setau) e la moglie seduti, nonché la moglie principale del defunto.

All’interno della tomba vennero rinvenuti frammenti di una statua di Bakhekhons in arenaria, e frammenti di una statua, pure in arenaria, che reca il nome di Zamente[ankh][8].

 

Fonti

  1. ^ Gardiner e Weigall 1913
  2. ^ Donadoni 1999,  p. 115.

[1]      La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.

[2]      Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.

[3]      le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.

[4]      Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.

[5]      Porter e Moss 1927,  p. 369.

[6]      Porter e Moss 1927, p. 369

[7]      La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 356

[8]      Porter e Moss 1927,  p. 369.

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