Di Giuseppe Esposito
Epoca: Tarda XVIII dinastia
Titolare
| Titolare | Titolo | Necropoli[3] | Dinastia/Periodo | Note[4] |
| Maya[5] | Disegnatore di Amon | Deir el-Medina | Tarda XVIII dinastia |
Biografia
Unica notizia biografica ricavabile, il nome della moglie Tamyt[6]
La tomba
La cappella è costituita da un piccolo ambiente smontato e ricostruito, oggi, presso il Museo Egizio di Torino (cat. 07910)[7]; la numerazione in planimetria, fa perciò riferimento a tale reperto.

Sulla parete a sinistra dell’ingresso, una prefica (1 in planimetria[8]) la cui azione è rivolta verso la processione funeraria che si svolge su altra parete (2), su tre registri sovrapposti: la processione funeraria, uomini e buoi che trainano il sarcofago, scene di offertorio rivolte al defunto e alla moglie, scene del pellegrinaggio ad Abydos.

Sulla parete opposta (3), su due registri scene di offertorio al defunto e alla moglie, nonché tre barche.
Sul fondo (4) i resti in due registri della coppia assisa e di prete che precede offerenti.

Nello stesso Museo si trova anche una stele (cat. 1579) che, su tre registri, vede il defunto e la moglie in offertorio a Osiride e Hathor; tre figli e una figlia (nomi non indicati) in offertorio ai genitori e alcuni familiari.[9]

Fonti
- Gardiner e Weigall 1913
- Donadoni 1999, p. 115.
FOTO: Museo Egizio di Torino
[1] La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l’edizione del “Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes” di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
[2] Nella sua epoca di utilizzo, l’area era nota come “Quella di fronte al suo Signore” (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, “Occidente di Tebe”.
[3] le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un’unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
[4] Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal “Topographical Catalogue” di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione del’epoca.
[5] Porter e Moss 1927, p. 406.
[6] Porter e Moss 1927, p. 406.
[7] Porter e Moss, pag. 406, indicano il categorico della cappella in 7886
[8] La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 400.
[9] Porter e Moss 1927, p. 406.

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