LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LE CONCHIGLIE DEL NUOVO REGNO ED OLTRE

Le perline a portafoglio

I gioielli con le conchiglie rimasero in auge anche nel Nuovo Regno e per tutta la restante storia della civiltà egizia, anche se, forse per renderli accessibili ad un maggior numero di persone, si realizzarono modelli in oro delle cauri molto più piccoli e semplificati: queste perline particolari venivano definite “a portafogli” e si diffusero soprattutto nel corso della XVIII dinastia.

In questa fotografia ne vedete un esemplare che appartiene al museo di Cleveland (0,9 cm – n. 1914.783) https://www.clevelandart.org/art/collection/search?search=1914.783&filter-include-parts=1

Anche le preziose ed elaborate perline distanziatrici in uso nel Medio Regno furono sostituite da perline in maiolica, più piccole e di forma tondeggiante.

Questa cintura rappresenta l’evoluzione stilistica del modello in voga da secoli.

Essa è lunga 76 cm. ed è composta da perline d’oro a portafogli e da perline distanziatrici in maiolica blu; nulla si sa in merito alla sua provenienza. Essa è esposta a Toronto, al Museo Reale dell’Ontario, con il numero di inventario 987.258.1

https://www.reddit.com/…/Outoft…/comments/v9dvn7/girdle/

La funzione apotropaica di questi oggetti emerge da questa immagine: si tratta della TAC della mummia di Merit, giovane moglie dell’architetto Kha, che fu inumata con indosso proprio una cintura con le cipree. La coppia visse a Deir el Medinah durante il regno di Amenhotep III e la loro tomba fu trovata intatta da Schiaparelli; ora si trova al Museo Egizio di Torino, così come le loro mummie, che sono state lasciate bendate e sono state investigate con metodi non invasivi. Leggete questo articolo, è interessantissimo:

BIANUCCI R. ed altri, Gettare nuova luce sulle mummie dell’architetto reale Kha e della sua sposa Merit della XVIII dinastia, a questo link: https://doi.org/10.1371/journal.pone.0131916

Il frammento di collana qui sopra si trova al Getty Villa museum di Los Angeles e risale al periodo tolemaico; le conchiglie appaiono molto più grossolane nella fattura: sebbene realizzate come quelle più antiche mediante saldatura di due metà realizzate a sbalzo con lamina d’oro, i caratteristici bordi zigrinati sono stati approssimativamente incisi sulla superficie.

https://www.getty.edu/art/collection/object/103Z06

Quest’ultima collana è lunga 37 cm., si trova al Penn museum di Filadelfia (n. 29-70-19), proviene da Mit Rahina e risale al periodo tardo (XXVI dinastia); è composta da trenta perline minuscole in oro a forma di ciprea, da una perlina in oro granulata a forma di melograno, da una grande perlina biconica d’oro, da una identica in calcedonio e da un pendente con la forma della dea Sekhmet in piedi, con le mani lungo i fianchi.

https://www.penn.museum/collections/object/21539

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

I GIOIELLI DEL MEDIO REGNO ISPIRATI A QUELLI REALI CON LE CIPREE

Una cintura analoga a quella di Sit-hathor-iunet, anch’essa risalente alla XII dinastia, fu trovata a Lisht sud, vicino alla piramide di Senwosret I, nella tomba di una ragazza chiamata Hapy, il cui corredo funerario venne rinvenuto intatto nel corso degli scavi condotti nella stagione 1933 – 1934 dal MMA di New York.

Essa si trova attualmente al predetto museo, che la custodisce insieme al bel bracciale coordinato (n. di inv. 545152 – foto qui sotto, vista generale e particolare).

La cintura è lunga 78,5 cm. ed è composta da cauri in oro intervallate da sei file di perline biconiche in lapislazzuli, pietra molto pregiata perchè doveva essere importata dall’Afghanistan in quanto in Egitto non ne esistevano giacimenti; anch’essa presenta l’ingegnoso fermaglio che caratterizza la cintura della principessa.

https://www.metmuseum.org/art/collection/search/545152

https://jenikirbyhistory.getarchive.net/amp/topics/girdles


E’ invece custodita al British Museum di Londra questa collana rinvenuta forse a Tebe, lunga 47 cm. e composta da sei perle e da un fermaglio a forma di conchiglia cauri, due ciondoli a forma di barba con la punta arricciata, due amuleti a forma di pesce, un ciondolo centrale in argento a forma di ninfea intarsiato in pasta di vetro rossa, blu ed azzurra dal quale pende un amuleto Heh, distanziati da corte file di perline di lapislazzuli, feldspato verde, ametista, corniola, elettro e vetro.

I pendenti sono in elettro e sono stati realizzati in due metà a stampo e poi saldate; la coda e le pinne dei pesciolini sono state ritagliate in una lamina di elettro e aggiunte al momento della saldatura; i loro occhi sono forati, forse per contenere un intarsio di pietra.

Il fiore di ninfea ha cinque petali intarsiati di vetro azzurro e corniola e sotto di esso si aprono altri due fiori analoghi su di uno sfondo di corniola; i loro tre petali esterni sono intarsiati con fasce alternate di vetro azzurro e azzurro scuro; i due più piccoli centrali con vetro blu scuro. © The Trustees of the British Museum

https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA3077

https://pcma.uw.edu.pl/wp-content/uploads/pam/PAM_2011_XXIII_2/PAM_23_2_Golani_1.pdf

GOLANI A., Cowrie shells and their imitations as ornamental amulets in Egypt and the Near East. Journal: Polish Archaeology in the Mediterranean 23/2, Special Studies: Beyond ornamentation. Jewelry as an Aspect of Material Culture in the Ancient Near East, edited by A. Golani , Z. Wygnańska Year: 2014 Pages: 71-94


Questo gioiello lungo cm. 66 (fotografia in basso a sinistra), meno appariscente degli altri ma sicuramente raro e di gran pregio si trova in Italia, al Museo Civico Archeologico di Bologna (numero di inventario KS 3077); forse anch’esso era una cintura, ma la maggioranza degli studiosi lo considera un girocollo.

Esso è composto da una serie di perline in corniola e in ametista, alternate a cipree in argento lavorate a sbalzo; grazie al confronto con gli esemplari analoghi già visti, è databile con sicurezza alla XII dinastia.

Esso faceva parte della collezione Palagi (già Nizzoli – ricordate l’egittologa quindicenne, moglie di un diplomatico appassionato di reperti egizi, che per incarico del coniuge fu tra i primi intrepidi scavatori a Sakkara?)

http://www.iperbole.bo.it/…/47681/offset/304/id/2816/

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

I GIOIELLI DI KHNUMIT E SIT-HATHOR-IUNET

I gioielli con le conchiglie delle principesse Khnumit (o Kenmet) e Sit-Hathor-Iunet

Dopo la sensazionale scoperta a El Lahun De Morgan si spostò a scavare a Dashur, nelle mastabe poste ad ovest della piramide di Amenemhat II, e in una camera sotterranea scavata nell’arenaria scoprì le sepolture inviolate di due delle sette figlie del sovrano, le principesse Ita (della quale si è già visto lo splendido pugnale) e Khnumit (o Kenmet, che pare abbia sposato il fratello Senwosret II), nel cui sarcofago vuoto e gravemente deteriorato si trovava ancora il suo incredibile tesoro personale.

Nel 1914, poi, Flinders Petrie e Guy Brunton, che scavavano per conto della Egypt Exploration Society, riportarono alla luce nel complesso della piramide di Senwosret II a El-Lahun il sito sepolcrale di una delle sue cinque figlie, la principessa Sit-hathor-iunet, che pur essendo già stato saccheggiato nell’antichità, conservava ancora, nascosto in una nicchia, parte del prezioso corredo funerario.

Anche queste principesse avevano posseduto delicati pezzi realizzati con riproduzioni in oro di conchiglie, che li rendono di una raffinatezza insuperabile.

Le due collane qui sotto appartennero alla principessa Khnumit.

Quella in alto presenta dodici pendenti in oro a forma di conchiglia d’ostrica, separati da perline costituite da tre grani di oro, lapislazzuli, corniola e turchese; quella in basso è una catenina d’oro dalla quale pendono dieci conchigliette pettine bivalve e due delicate stelle marine con inserti di piccolissimi granuli in argento.

Anche questo frammento di collana proviene probabilmente dagli scavi effettuati da De Morgan a Dashur; apparteneva alla collezione privata McGregor, poi fu acquistato da Lord Carnarvon e nel 1926 la sua vedova lo cedette al MET di New York, che lo acquisiva con il numero d’accesso 26.7.1309-.1312.

Esso è lungo complessivamente 7 cm. ed è costituito da dieci perline quadrate costituite da tre file di tre grani che misurano 0,7 x 0,6 cm.; da quattro di esse pendono delle conchiglie d’ostrica in oro del diametro di 1,3 cm, e sono intervallate da tre elementi lunghi 1,4 cm. costituiti da conchiglie bivalve all’interno delle quali sono state inserite palline di corniola e di lapislazzuli.

L’ultimo gioiello, inizialmente ritenuto un girocollo in realtà era una cintura da portare ai fianchi ed appartenne alla principessa Sit-hathor-yunet; oggi è in mostra al MET di New York.

Essa si compone di otto grandi cauri dorati (in passato erano molte di più, ma sono andate perse) separate da una doppia fila di perline composte da tre granelli sfaccettati in oro, corniola e feldspato disposte in modo alternato. Le conchiglie sono state realizzate saldando insieme due metà ottenute mediante martellatura della foglia metallica (dovrebbe essere una lega di rame ed argento) in uno stampo; le zigrinature invece sono state create a sbalzo. A ciascuna estremità della collana sono poste due metà conchiglie che unendosi grazie ad un stanghetta dorata posta sul retro di una delle due che si inserisce perfettamente in una scanalatura posta sul retro dell’altra creano il fermaglio.

All’interno di ciascuna conchiglia si trovano i granelli che la trasformavano in un piccolo sonaglio.

L’immagine e le informazioni sul frammento di collana si trovano a questo link: https://www.metmuseum.org/art/collection/search/545728

La collana con le stelle marine è stata fotografata da Ron Parsons ed è pubblicata a questi link: https://www.flickr.com/photos/rpflowershots/52710773077/

https://en.m.wikipedia.org/…/File:Princess_Khenmet…

L’immagine della collana con le conchiglie d’ostrica di Khnumit proviene da questo sito https://www.treeland.ru/…/The_history_of_jewellery_art

Immagini ed informazioni sulla cintura di Sit-hathor-yunet a questi link:

https://egyptophile.blogspot.com/2020/01/la-ceinture-de-cauris-et-de-perles-de.html

https://www.metmuseum.org/art/collection/search/545533

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

I GIOIELLI DI MERERET E SITHATHOR

I gioielli con le conchiglie delle principesse Mereret e Sithathor


Nel 1894 De Morgan, all’epoca capo del Servizio delle Antichità Egiziane, iniziò a scavare a El Lahun, a nord della piramide di Senwosret III, accanto ai resti di alcune piccole piramidi di regine, e scoprì un pozzo che portava ad una grande galleria lunga 110 metri che fungeva da annesso alla sepoltura del sovrano ed ospitava varie tombe di principesse della XII dinastia.


Ai piedi di due sarcofagi rinvenne una nicchia scavata nella roccia, nella quale si trovavano i resti di due cassette di legno che contenevano i gioielli facenti parte del corredo funerario miracolosamente sfuggito alla rapacità dei tombaroli, appartenuto alle principesse Mereret, figlia di Senwosret III e probabilmente sorella di Amenemhat III e Sithathor (da non confondere con Sithathoryounet), figlia di Senwosret II o III.
Tra i meravigliosi gioielli di queste principesse sono state ritrovate riproduzioni in oro di conchiglie utilizzate come elementi decorativi.


In particolare fanno parte del tesoro di Mereret nove grandi perle e dodici piccole perle a forma di ciprea, e tre pendenti dello stesso metallo a forma di guscio d’ostrica, uno solo dei quali è perfettamente conservato.


Questi elementi componevano probabilmente la medesima collana, il cui effettivo aspetto può essere semplicemente ipotizzato, non essendo stati ritrovati reperti analoghi a cui ispirarsi per la sua ricostruzione.


Il retro del pendente più grande e colorato, considerato il più bello tra gli amuleti analoghi sopravvissuti fino a noi, è concavo e liscio, e reca un anellino grazie al quale veniva infilato, mentre la parte convessa, lavorata a cloisonné, reca nella zona superiore la sagoma di un fiore di ninfea aperto, formato da inserti di turchese, lapislazzulo e corniola, ed è circondata nella parte rimanente da una corona circolare di petali di fiori stilizzati che terminano con tre motivi a forma di V nella zona inferiore; il centro è costituito da un unico grande pezzo tondeggiante di corniola.


Per la presenza delle conchiglie questo gioiello era ritenuto un amuleto, il cui potere era amplificato dalle pietre semipreziose utilizzate per gli intarsi; turchese e lapislazzuli infatti erano simbolo di vitalità e di gioia, mentre alla cornalina rosso sangue venivano attribuite virtù vivificanti; la ninfea, infine, evocava la nascita e la rinascita.
Esso è esposto al museo del Cairo insieme alle cipree con questo numero id.: JE 30877- le cipree invece a questo numero: JE30880


Facevano invece parte del tesoro di Sithathor delle conchiglie d’ostrica in oro delle quali non ho trovato alcuna immagine, se non il disegno pubblicato da De Morgan dopo la scoperta.

FONTI:
https://egyptophile.blogspot.com/2021/12/pendentif-en-or-cloisonne-dune.html
https://egyptophile.blogspot.com/2016/03/dans-les-bijoux-des-princesses-de.html
https://www.coursehero.com/tutors-problems/Writing/28560095-Article-Name-Eight-Masterpieces-of-Ancient-Egyptian-Jewelry-What-are/

FOTO DEL PENDENTE OPERA DI SANDRO VANNINI A QUESTO LINK:
https://ore-no-taan.tumblr.com/post/190965727366/pendant-of-mereret
FOTO DELLE PERLE A FORMA DI CIPREA A QUESTO LINK:
https://egypt-museum.com/girdle-with-cowrie-shells-of-gold/

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LA COLLANA DI SENEBTISI

La collana di Senebtisi, decorata con conchiglie in oro, ed altri gioielli del suo corredo funerario.

COLLANA CON DECORAZIONE DI CONCHIGLIE D’OSTRICA IN ORO
Questa delicata collana è un frammento di un più lunga, costituita da tre file di perline in oro, maiolica, corniola e turchese alla quale sono sospese 25 conchiglie in oro.
Dimensioni: L. 27,2 cm; guscio: 1,1 × 1 cm.
Numero di adesione: 07.227.8
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/545153

Come già detto le conchiglie erano un motivo ornamentale molto apprezzato anche dai reali del Medio Regno, che se ne servivano per abbellire i propri gioielli; alcuni di essi sono giunti fino a noi ed ora ve li mostrerò.

I più antichi, risalenti al primo Medio Regno, appartennero a Senebtisi, una nobile vissuta intorno al 1800 a.C. (XII dinastia), nota solo per il suo ricco corredo funerario, trovato nel 1907 a Lisht nord, fossa 763, da una missione del MET di New York, ove oggi tali reperti si trovano.

La sua tomba inviolata si trovava in una camera sotterranea posta in fondo ad un pozzo funerario che sorgeva vicino al complesso di Senwosert, visir di Senwosret I ed Amenemhat II, per cui si è ipotizzato che potesse essere sua figlia.

In realtà i suoi beni non hanno fornito indizi sull’identità dei suoi genitori o di suo marito, nè sull’importanza della sua famiglia; ella viene semplicemente definita come Sathapy (figlia di Apis) e Signora della casa, ma la tomba era così ricca da escludere che potesse appartenere ad una persona comune.

La mummia di Senebtisi era stata inumata in tre sarcofagi di legno mal conservati, il più interno dei quali antropoide, ed indossava tre ampi collari, bracciali, cavigliere, diverse collane di perline ed aveva allacciata alla vita una cintura dalla quale pendono file di perline; nella tomba furono altresì rinvenute armi e insegne reali; accanto ai sarcofagi, in una nicchia, si trovava una cassa con i quattro vasi canopi ed ai piedi di essi erano stati deposti molti vasi di terracotta.

Il gioiello con le conchiglie è modesto; vi mostro anche altri pezzi più significativi del corredo funerario.

GREMBIULE DI PERLINE DI SENEBTISI
Questo grembiule funerario era destinato ad adornare la mummia della nobildonna; la parte della vita è costituita da perline in maiolica verdi e nere composte in modo da formare un motivo geometrico; nella parte centrale si trova una placca in oro recante il nome della principessa scritto in caratteri geroglifici (da destra a sinistra) Dalla cintura pendono file di perline di diversa forma, la prima delle quali rappresenta un fiore di ninfea o un ombrello di papiro, simboli dell’Alto e del Basso Egitto. Dal centro della parte posteriore pende uno stretto tubolare di perline intessute bianche e nere che si allarga in fondo per simulare il ciuffo finale di una coda.
Dimensioni: Lunghezza della cintura senza fibbia: 51,9 cm; lunghezza massima delle file di perline 47 cm (la coda).
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/692411 
FRAMMENTI DEI BRACCIALI DI SENEBTISI in oro e faience
Dimensioni: L. 7 cm
Numero di adesione: 08.200.26
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/544131
COLLARE DI SENEBTISI
Questo collare è costituito da perline in maiolica, oro, corniola, turchese e decorato con teste di falco e pendenti a foglia originariamente in gesso dorato, restaurati in argento dorato. Gli occhi dei falchi erano originariamente perline, oggi sostituite in gesso.
Dimensioni: diametro esterno 25 cm; ampiezza massima 7,5 cm.
Numero di adesione: 08.200.30
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/692410
DIADEMA DI SENEBTISI
Questo fragile diadema di filo d’oro è stato trovato sulla testa della mummia di Senebtisi ed è unico nel suo genere.
Dimensioni: H. 3,4 cm; Circonferenza 56,5 cm.
Numero di adesione: 07.227.6lA
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/544229
ROSETTE DECORATIVE DI SENEBTISI
In passato si pensava che queste rosette in lamina d’oro fossero decorazioni per parrucche. Uno studio dettagliato delle fotografie della sepoltura le mostra raggruppate, suggerendo che fossero cucite su un pezzo di stoffa arrotolata o piegata, piuttosto che distanziate sui capelli. Le rosette venivano usate per decorare finte pelli di leopardo e mantelli o drappi funerari (si veda, ad esempio, il drappo di Tut decorato di stelle). Date le piccole dimensioni delle rosette sembra molto probabile che provenissero da un mantello.
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/544230

https://en.wikipedia.org/wiki/Senebtisi

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LA CONCHIGLIA CAURI O CYPREA

Frammento del rilievo parietale della cappella funeraria annessa alla tomba della regina Ashait, moglie di Montuhotep II, ritrovata a Deir el Bahari (DBXI.17) nei pressi del tempio funerario del consorte, a fianco di quello di Thutmosis III e di Hatshepsut. La nobildonna indossa un largo girocollo di cauri. Credo si trovi al museo del Cairo.
FOTO A QUESTO LINK: https://hu.pinterest.com/pin/45739752455391465/ 

Un’altra conchiglia ampiamente utilizzata a scopo ornamentale era la cauri, o cypraea moneta, dal guscio lungo circa tre-quattro centimetri, stimata per la sua lucentezza e per la colorazione che varia dal bianco al giallo pallido.

Essa veniva usata come bene di scambio, come elemento decorativo nella gioielleria (anche la sua riproduzione in oro, corniola, lapislazzuli, diaspro rosso, quarzo o faience) e come amuleto propiziante la fertilità, in quanto la sua particolare forma ricorda l’organo genitale femminile; ancora oggi e per gli stessi motivi essa è molto apprezzata dalle donne africane.

Nell’antico Egitto, particolarmente durante l’XI e la XII dinastia, le giovani donne amavano indossare collane composte da perline inframmezzate da cauri, e cinture realizzate allo stesso modo che portavano appoggiate alle anche sul corpo nudo o sopra abiti velati quali augurio di fertilità e simbolo della sensualità femminile.

Tali ornamenti continuavano ad essere utilizzati durante la gravidanza per proteggere il nascituro e la madre, che doveva affrontare i pericoli del parto.

La regina Kawit, moglie di Mentuhotep II, mentre sta facendo la sua toilette quotidiana; ella indossa un vistoso girocollo di cauri. Rilievo dal sarcofago rinvenuto nella sua tomba a Deir el Bahari – ora al Museo del Cairo – n. JC 47397
FOTO A QUESTO LINK: https://www.meisterdrucke.it/…/Queen-Kawit-al-suo…

Talvolta all’interno delle cipree venivano sigillate delle palline in modo tale che producessero un lieve tintinnio quando chi le indossava si muoveva o danzava; per questo è possibile che potessero avere un ruolo apotropaico non strettamente legato alla fertilità e che servissero anche ad allontanare il malocchio così come i pendenti fallici in bronzo rinvenuti in tutto il mondo romano.

Queste cinture si trovano nelle tombe d’élite sia del Medio che del Nuovo Regno, ma nell’iconografia dell’epoca appaiano indossate anche da danzatrici e giovanissime ancelle; esse si trovano anche come decorazione di figurine femminili in legno o faience.

A far tempo dal Medio Regno si diffusero statuette come questa, raffiguranti donne con elaborate acconciature, nude e tatuate o con indumenti aderenti. Hanno gambe troncate al ginocchio ed indossano gioielli: questa indossa una cintura di cypree. Dimensioni: H. 13,7 cm., L. 4,7 cm., P. 2,8 cm. Musée du Louvre, Département des Antiquités égyptiennes, E 10942 – https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl010007299https://collections.louvre.fr/CGU

La ciprea era talmente importante anche come moneta di scambio che anfore piene di queste conchiglie venivano sepolte insieme al defunto per garantirgli benessere nella vita ultraterrena.

Queste perline e il ciondolo in elettro (una lega di oro ed argento) provengono da Abydos e risalgono alla XII dinastia; probabilmente le perline hanno fatto parte di una cintura perché sono cave e contengono palline metalliche, che avrebbero tintinnato quando chi le indossava si muoveva.
Lungh. 25,4 cm – Largh. 1,59 cm – Prof. 0,95 cm.
https://www.penn.museum/collections/object/2747
Altro numero AES 1886

Le testimonianze relative all’utilizzo delle cauri come ornamento prezioso nel corso dell’XI dinastia sono esclusivamente documentali, in quanto sono raffigurate al collo di nobildonne defunte sui rilievi tombali e sui sarcofagi, ma non sono giunti fino a noi reperti fisici.

Per contro gli archeologi hanno rinvenuto esemplari notevolissimi di gioielli facenti parte parte dei corredi funerari delle principesse della XII dinastia (di cui parlerò nei prossimi post) ed anche più recenti, fino all’Egitto ellenistico, e imitazioni di bronzo sono state trovate in siti romani.

https://www.reddit.com/…/r2tnpf/mollusks_in_ancient_egypt/

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LE CONCHIGLIE DELLE PRINCIPESSE

Le conchiglie in oro con inciso un cartiglio reale trovate nelle sepolture delle principesse del Medio Regno.

FOTO N. 1 – Pendente in oro e corniola a forma di conchiglia con il cartiglio di Senwosret II (Kha-Kheper-Ra), oggi al MET di New York, ritrovato forse a Dahshur
Dimensioni: L. 2,5 cm. – Numero di adesione: 26.7.1353
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/549518

Pendenti a forma di conchiglie di ostrica con iscritto un cartiglio reale realizzati in oro o lega di oro ed argento sono attestate con i nomi di Senwosret II (FOTO N. 1) e Senwosret III (FOTO N. 2 – Manchester Museum).

FOTO N. 2 – Ciondolo in oro a forma di conchiglia con il cartiglio recante il nome di intronizzazione di Senwosret III (Kha-kau-re) saldato in filo d’oro e un ureo su ciascun lato del cartiglio, ritrovato da Petrie nella tomba n. 124 della necropoli A a el- Riqqa, nel Medio Egitto. Il retro del pendente è liscio, con un piccolo anello di sospensione. Il gioiello è stato analizzato scientificamente con metodiche non invasive nell’ambito del progetto “Study of Bronze Age Egyptian Gold Jewellery” (CNRS PICS 5995) ed è emerso che la conchiglia, in electron ricco d’argento, fu realizzata mediante martellatura mentre il motivo a fili della decorazione è stato creato mediante laminazione di una striscia d’oro e granulazione e fissato con la tecnica di saldatura a caldo con rame. In tutti i gioielli di Riqqa sono state osservate inclusioni di elementi del gruppo del platino, caratteristiche dell’uso di depositi d’oro alluvionali
Dimensioni: 2,0 x 2,1 cm. – Ora al Manchester museum – N. inventario 5968
Foto: akhenatenator
FONTI:
Lore Troalen, Maria Filomena Guerra, Margaret Maitland, Matthew Ponting, Campbell Price. The Gold Working of Riqqa, Egypt: Analysis and Comparison. Between the 12th and 18th Dynasties. Bibliothèque générale (64), Institut français d’archéologie orientale, pp.221-232, 2022, Science of Ancient Egyptian Materials and Technologies, 978-2-7247-0931-5. ffhal-03855458f https://cnrs.hal.science/hal-03855458/document

Furono altresì rinvenuti, ma senza incisioni, nelle sepolture delle principesse reali della fine della XII dinastia, più precisamente di Mereret, Khenmet (o Khnumit), Sathathor e Nubhetepti-khered a Dahshur e di Senebtisi a Lisht.

E’ probabile che queste riproduzioni preziose fossero state realizzate per i membri della famiglia reale secondo una moda che coinvolgeva anche le persone comuni, che dovevano tuttavia ripiegare su versioni meno costose.

FOTO N. 3 – Pendente in forma di conchiglia d’ostrica oggi al British Museum di Londra.
Esso è stato realizzato con una sottile lamina d’oro battuta su uno stampo e porta inciso il nome Senwosret in un cartiglio. L’interno è fortemente concavo.
Dimensioni: h: 5 cm.(con anello) – N. di inventario EA65281
Il curatore del Museo osserva che è molto probabile che il cartiglio sia stato iscritto molti anni dopo la creazione del pendente, in quanto l’esame microscopico mostra che le linee, nitidissime, sono state create mediante incisione, una tecnica non in uso all’epoca di Senwosret.
https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA65281

Era inoltre usuale che le principesse della seconda metà della XII dinastia portassero gioielli con funzioni di amuleto che avrebbero conferito loro poteri magici utili a supportare il sovrano, il cui nome era spesso iscritto sul gioiello stesso, nel suo ruolo di garante dell’ordine divino sulla terra.

FOTO N. 4 – Conchiglia d’oro con il cartiglio di Senakhtenra/Seqenenra Taa (1560 a.C. circa),
2° Periodo Intermedio – oggi al Petrie Museum.
Questo faraone, appartenente alla XVII dinastia, iniziò l’offensiva contro gli Hyksos per riconquistare il Nord del paese, conclusa vittoriosamente dal figlio Ahmose, e morì trucidato dalle asce nemiche (la sua mummia, esposta nella galleria del National Museum of Egyptian Civilization mostra i segni delle spaventose ferite infertegli).
https://www.ancient-egypt.co.uk/…/Petrie%20Museum%20… 

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LE CONCHIGLIE DI OSTRICA DEL MEDIO REGNO

Decorazioni militari o uso funerario?

Non sono sopravvissuti fino a noi reperti realizzati con le conchiglie o ispirati ad esse risalenti all’Antico regno, se si eccettua la conchiglia che ho pubblicato come locandina di questa minirubrica; per contro ne abbiamo parecchi risalenti al Medio Regno.

Riprendo qui, approfondendolo, l’argomento delle conchiglie d’ostrica del Medio Regno con inciso il cartiglio di Senwosret o Kheperkara già introdotto da Francesco Alba, Grazia Musso e Dave Robbins.

Questi particolari pendenti, come ci ha a suo tempo spiegato Francesco, “sono stati realizzati da una conchiglia comunemente detta meleagrina, il cui nome scientifico è Pinctada margaritifera. Si tratta di un mollusco bivalve appartenente alla famiglia Pteridae che vive nei mari caldi dell’Indo-Pacifico”..

Dal guscio lucidato fino al suo strato interno di madreperla iridescente gli Egizi ricavavano pendenti della misura di circa 10 x 10 cm. dotati di due fori nella parte superiore in modo da poterli infilare ed appendere al collo; ne sono stati rinvenuti una cinquantina di esemplari recanti incisi al centro della superficie esterna convessa i nomi Senwosret o Kheperkara.

CONCHIGLIA CON IL CARTIGLIO DI SENWOSRET CUSTODITA AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI FIRENZE A QUESTO LINK:
https://upload.wikimedia.org/…/Amulet_shell_Senusret_I….
AUTORE: Khruner, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Lo studio di queste conchiglie fu avviato nel 1932 da Herbert E. Winlock, che ne esaminò ventotto ed ipotizzò che fossero onorificenze conferite ai soldati che si erano particolarmente distinti per il proprio valore in battaglia, oppure che contraddistinguessero gli appartenenti ad un battaglione prestigioso costituito dal sovrano e sciolto alla sua morte, oppure i membri della sua guardia del corpo.

Le conclusioni di Winlock, che attribuisce gli oggetti al primo Medio Regno, muovono dall’analisi del famoso pendente del Metropolitan Museum of Art di New York.

FOTO N. 1 – LA CONCHIGLIA DEL MET DI NEW YORK con inciso il cartiglio di Senwosret I, XII dinastia – da Gebelein (Krokodilopolis).
Dimensioni: L. 10 × H. 10 cm – Numero di adesione: 23.2.76a
In origine le macchie di balsamo dovevano essere molto più ampie, perché l’interno della conchiglia reca numerosi graffi, probabilmente provocati per toglierle con uno strumento appuntito.
http://metmuseum.org/art/collection/search/556016

L’oggetto è ben conservato, pur avendo lievi scheggiature sul lato destro e nella parte superiore e reca inciso il cartiglio con il nome del trono di Senwosret I (Kheperkara) i cui geroglifici hanno tratti distintivi particolari, identici a quelli trovati su altri pendenti analoghi: la barretta orizzontale alla base del cartiglio ha al centro quattro lineette verticali ed il segno ka con i pugni chiusi ad anello ha due trattini verticali al centro del segno orizzontale.
L’oggetto fu venduto a Winlock nel 1923 da Sayed Melettam, un commerciante di antichità di Luxor che rifornì il MET per vent’anni; nell’occasione egli gli vendette anche un parabraccio di pelle nera che gli arcieri allacciavano all’interno dell’avambraccio per proteggerlo dalla corda dell’arco e dell’estremità della freccia quando veniva scoccata (FOTO N. 2).

FOTO N. 2 – IL PARABRACCIO IN PELLE DI GEBELEIN VENDUTO CON LA CONCHIGLIA DEL MET – XII DINASTIA?
Dimensioni: L. 2,7 × L. 7,9 × P. 6 cm- Numero di adesione: 23.2.76b
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/556018

Melettam riferì che i due oggetti erano stati rinvenuti sul braccio di una mummia di sesso indeterminato portata alla luce a Gebelein, e sembrava verosimile che così fosse, in quanto un pendente analogo era già stato trovato nella medesima località da E. Schiaparelli nel 1911 ed è ora conservato al Museo Egizio di Torino (FOTO N. 3).
Sulla conchiglia inoltre vi erano macchie che Winlock ritenne lasciate dal parabraccio e che lo portarono ad ipotizzare che il proprietario della conchiglia fosse un soldato e più precisamente un arciere.

FOTO N. 3 – LA CONCHIGLIA TROVATA DA SCHIAPARELLI A GEBELEIN, CON IL CARTIGLIO DI KHEPERKARA, ORA AL MUSEO EGIZIO DI TORINO (N. INV. S. 14130)

Tale convinzione venne rafforzata dal ritrovamento di altre conchiglie con il cartiglio di Senwosret che sembravano riferibili all’ambiente militare perchè nel corredo funerario al quale appartenevano erano presenti anche armi.
Due di esse furono rinvenute a Qubbet el-Hawa: la prima è oggi custodita al Nubian Museum di Aswan (N. d’inv. JdE 36398 – FOTO N. 4) e si trovava sul petto di una mummia che aveva tra le bende anche un pugnale di bronzo, un filo di perle di agata rossa e un filo di grandi perle di porcellana verdastra; la seconda è stata trovata insieme a frecce con punta di selce in una tomba la cui ubicazione è oggi perduta a causa del rapporto di scavo molto vago.

FOTO N. 4 – CONCHIGLIA CON IL CARTIGLIO DI SENWOSRET TROVATA A QUBBET EL-HAWA OGGI CUSTODITA AL NUBIAN MUSEUM DI ASWAN (N. INV. JdE 36398)

Un altro pendente identico è stato rinvenuto a Deir el-Rifa insieme ad un filo di perline in maiolica a forma di mosca, insetto che forse già nel Medio Regno simboleggiava il coraggio in battaglia ed era una decorazione riservata ai militari (FOTO N. 5).

FOTO N. 5 – CONCHIGLIA DI EL RIFA, RINVENUTA CON LA COLLANA COSTITUITA DA TANTE PERLINE DI MAIOLICA A FORMA DI MOSCA, XII DINASTIADimensioni: H. 9,5 cm; larghezza 9,3 cm; Museo di Manchester, Università di ManchesterNumero di adesione: SL.3.2015.29.5

L’interpretazione di Winlock è stata messa in dubbio da altri egittologi i quali ritengono in primo luogo che le conchiglie iscritte risalgano ad un’epoca successiva alla morte di Senwosret e siano da interpretare come una forma di venerazione postuma riservata al sovrano divinizzato, che si sarebbe protratta fino alla XX dinastia.

CONCHIGLIA CON IL CARTIGLIO DI SENWOSRET CUSTODITA ALL’ASHMOLEAN MUSEUM DI OXFORD a questo link: https://www.ancient-egypt.co.uk/ashmolean/index_7.htm

Essi infatti osservano che solo nel Tardo Medio Regno il segno k3 di Kheperkara è documentato con le mani ad anello come sulla conchiglia del MET; inoltre il ritrovamento di conchiglie iscritte insieme ad una bacchetta apotropaica (a Lisht e a Qubbet el_Hawa), ad un pugnale (Aswan) e ad un ushabti (Sheikh Farag), entrati a far parte dei corredi funerari solo a cavallo tra la XII e la XIII dinastia, induce a collocare in quel periodo anche i gusci.

UNA BACCHETTA APOTROPAICA https://upload.wikimedia.org/…/Apotropaic_Wand_-_Middle… Museo Metropolitano d’Arte di New York, CC0, via Wikimedia Commons

Questi studiosi inoltre propendono per escludere l’uso militare dei pendenti in quanto ritengono probabile che appartenessero a donne, in quanto si trovavano talvolta insieme a conchiglie di ciprea (delle quali parlerò in un prossimo post), indossate come amuleti a protezione della fertilità, ed erano anche dipinte come monili al collo di statuette femminili del tardo Medio Regno e nelle scene parietali delle tombe.

Essi aggiungono che non è neppure certo che i titolari di tali oggetti fossero soldati, in quanto pugnali e frecce sono stati attestati con valenza religiosa e rituale anche in sepolture femminili del tardo Medio Regno: ipotizzò a suo tempo Gaston Maspero che queste armi venissero poste nel sarcofago dei defunti affinchè potessero servirsene contro i nemici mostruosi che popolavano l’altro mondo.

In particolare nei corredi funerari di Senebtisi, forse figlia del visir Senwosret, di Ita e Khenmet (o Khnumit) figlie di Amenemhat II e della principessa Nubhetepti-kheredi figlia di Amenemhat III o di un imprecisato re della XIII dinastia sono stati rinvenuti dei pugnali; la tomba di quest’ultima ritrovata intatta, inoltre, conteneva anche otto frecce, una mazza, bastoni, scettri e molte altre insegne reali.

Vi sono per contro indizi che suggeriscono l’uso funerario quanto meno della conchiglia del MET, che sarebbe stata inglobata nelle bende e posta non sul braccio della mummia ma sul petto: le macchie scure che si trovano su entrambi i suoi lati (e non su uno solo come affermato da Winlock) sembrano essere state lasciate dai balsami utilizzati nella fasciatura del cadavere, tant’è che lungo i bordi posteriori dell’oggetto sono visibili minuscoli frammenti di lino bruno scuro e sulla macchia della superficie interna è percepibile l’impronta della stoffa.

CONCHIGLIA CON IL CARTIGLIO DI SENWOSRET CUSTODITA AL MUSEO D’ISRAELE A GERUSALEMME – n. INV. IMJ 76.19.198 – FOTOGRAFIA DI DAVE ROBBINS

Potrete trovare informazioni sulle bacchette apotropaiche sul nostro sito al seguente link: https://laciviltaegizia.org/…/le-bacchette-apotropaiche/

FONTI:

OUDA MEKAWY A. M., Egyptian Middle Kingdom Oyster Shells with Royal Names: Function, Chronology and Gender Issues, in BIFAO 119 (2019), a questo link: https://doi.org/10.4000/bifao.1342

Ulteriori informazioni si trovano ai link indicati nelle didascalie delle singole foto, che contengono anche i dovuti crediti; ove non siano indicati, le immagini sono state tratte dall’articolo del prof. OUDA MEKAWI.

Sul pugnale di Senebtisi:
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/546863

Sul pugnale della principessa Ita:
https://laciviltaegizia.org/2022/12/15/il-pugnale-della-principessa-ita/

GRILLOT M., https://egyptophile.blogspot.com/…/le-poignard-de-la…

LINK AL POST DI FRANCESCO ALBA https://www.facebook.com/groups/449981545805222/permalink/1237407907062578/?app=fbl:

LINK AL POST DI MEDITERRANEO ANTICO CONDIVISO DA GRAZIA MUSSO https://www.facebook.com/…/pfbid029sjdQscRqgjAcPxRmJciB…

LINK AL POST DI DAVE ROBBINS https://www.facebook.com/photo/?fbid=10110320540860217…ch/557211

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LE CONCHIGLIE DELLE PERSONE COMUNI

Gioielli con conchiglie utilizzati dalle persone comuni

Le conchiglie erano molto decorative, ma non tutti potevano permettersele perchè dovevano essere portate dalle zone costiere e lavorate; si diffusero quindi riproduzioni in steatite smaltata, che offrivano comunque una buona resa estetica ad un prezzo più contenuto. Esempi interessanti sono offerti dagli oggetti raffigurati nelle immagini, meglio descritti nelle didascalie.

Perlina in steatite a forma di cauri risalente al Nuovo regno e venduta ad un privato in un’asta pubblica. Sul retro, piatto sono incisi un segno ankh, fiancheggiato da due segni nefer e da altri due segni che non so individuare. https://www.liveauctioneers.com/…/egyptian-steatite…/

Minuscolo pendente in pasta di vetro (?) a forma di conchiglia trovato ad Amarna e venduto ad un privato in un’asta pubblica. Immagine da Internet. Non ho altre informazioni

Anche questo amuleto a forma di conchiglia è realizzato in steatite smaltata; esso risale al periodo compreso tra il Medio Regno ed il Secondo Periodo Intermedio (XII – XVII dinastia) reca inciso il nome di intronizzazione di Amenemhat III (Nimaatre), fiancheggiato da pilastri djed ed ankh che simboleggiano stabilità e vita.
Come i più grandi pendenti in madreperla con inciso il cartiglio di Senwosret, reca due fori per poter essere appeso al collo con una corda.
Dimensioni: L. 3 × H. 2,7 cm
Numero di adesione: 10.130.976
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/556148

Questa collana in steatite smaltata lunga 40,5 cm. è composta da perle sferiche, perle a forma di ciprea ed uno scarabeo centrale risale al Tardo Medio Regno-inizio Nuovo Regno, ed è stata trovata insieme ad altri oggetti a ovest della piramide di Amenemhat I, apparentemente abbandonata dai tombaroli. Lo scarabeo risale alla tarda XIII dinastia ed è stato probabilmente realizzato in un laboratorio nel sito del Delta di Tell el-Dab’a. Si trova al MET di New York ed è identificata dal n. 22.1.1279 https://www.metmuseum.org/art/collection/search/557211

LE CONCHIGLIE NELL'ANTICO EGITTO

LE CONCHIGLIE NEL PERIODO PREDINASTICO

Elementi decorativi e potenti amuleti

Fin dall’epoca predinastica gli antichi Egizi amavano adornarsi con i gioielli, che, naturalmente, erano di materiale più o meno pregiato in relazione alle capacità economiche ed allo status sociale di chi li indossava; anche gli uomini ed i bambini portavano collane, bracciali, anelli, orecchini e pettorali, che dopo la morte del proprietario venivano lasciati indosso alla mummia o posti tra le bende, oppure deposti nella tomba come parte del corredo funerario.

L’artigiano realizzava i gioielli con metalli preziosi, pietre dure e materiali organici come l’avorio, il corallo e la madreperla che veniva importata dal Mediterraneo e dal Mar Rosso, ma i primi ornamenti utilizzati dagli Egizi furono le conchiglie, che senza alcuna lavorazione preventiva venivano forate per poterle infilare in corde e renderle così indossabili; esse erano anche combinate con pietre di vari colori, assumendo un valore estetico e di identificazione sociale ma soprattutto protettivo, in quanto si pensava che fossero potenti amuleti capaci di difendere da calamità, malattie, animali feroci e sterilità.

Sono state trovate collane di conchiglie anche nelle sepolture più modeste di siti predinastici come Hierakonpolis, dove gli unici altri beni posti accanto al defunto erano vasi di terracotta.

COLLANA DI PERLINE

Circa. 4000 – 3000 a. C.
Museo egizio di Barcellona
FOTO di Akhenatenator – di dominio pubblico – da Flickr

COLLANA DI PERLINE


Predinastico, Naqada III (ca. 3300–3100 a.C)
Centoquattro perle di vari materiali e forme: conchiglia, maiolica, corniola, lapislazzuli, pietra calcarea smaltata. L’incordatura è moderna.
Proveniente da Abu Zaidan, Egitto
Perla più grande: (1,6 x 0,9 cm)
NUMERO DI ADESIONE 09.889.304
LINEA DI CREDITO Fondo Charles Edwin Wilbour
acquistato ad Abu Zaidan, Egitto da Henri de Morgan di Francescas il quale lo vendette poi al Brooklyn Museum.
Fotografia del Museo di Brooklyn, 21/9/2007
https://www.brooklynmuseum.org/opencollection/objects/3273

BRACCIALETTO DI PERLINE


Predinastico, Badariano (ca. 4400–3800 a.C)
Proveniente dall’Alto Egitto settentrionale, Matmar, Tomba 6001, scavi BSAE/Brunton, 1931
materiali: osso, serpentinite, conchiglia
Dimensioni: L. 15 cm.
Linea di credito: Fondo Rogers, 1932
Numero di adesione: 32.2.42
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/557613

COLLANA DI PERLINE


Possibile provenienza: Abu Zaidan, Egitto
Predinastico – Naqada III – CA. 3300 – 3100 a. C. .
DIM. più grande: 2,9 cm. – media 0,7 cm.
LINEA DI CREDITO Fondo Charles Edwin Wilbour
Centosessantadue perle di vari materiali e forme: conchiglie tagliate in perline di diverse dimensioni, piccolissimi cilindri di maiolica rossa e di maiolica verde, conchiglie troncate, conchiglie fusiformi forate come pendenti e quattro conchiglie piuttosto grandi di tipo ciprea con il dorso tagliato. Incordatura moderna.
Fotografia del Museo di Brooklyn, 21/9/2007
https://www.brooklynmuseum.org/opencollection/objects/3273