Periodo Romano

LE CATACOMBE DI KOM EL-SHUQAFA

Le catacombe di Kom el-Shuqafa sono la necropoli greco-romana più grande dell’Egitto e si trovano ad Alessandria; sono venute alla luce nel secolo scorso nella località chiamata “collina dei cocci” per il gran numero di resti di vasellame trovati in loco.

Essendo rimaste in uso dall’epoca tolemaica fin quasi alla conquista araba (639 – 641 d. C.), offrono una panoramica interessante sull’evoluzione dell’arte funeraria dovuta alla fusione tra la cultura egizia e quella dei conquistatori macedoni e romani.
Esse furono probabilmente costruite come tomba privata per una grande famiglia, i cui proprietari sono forse rappresentati nelle due statue poste all’ingresso, ma in seguito vennero ampliate per ospitare numerosi altri individui.

DIPINTO PARIETALE –
Una dea alata (a destra) ed un’altra divinità a sinistra rendono omaggio alla salma mummificata del defunto; sulle colonne tronche Horus in forma di falco con la corona faraonica assiste alla scena. Sopra la mummia una ghirlanda tipicamente romana, sulla quale troneggia un disco solare alato. Fotografia di Clemens Schmillen a questo link: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89186269

La necropoli sotterranea è scolpita nella roccia fino alla profondità di oltre 30 m. e si articola in tre livelli, l’ultimo dei quali è oggi completamente allagato ed inagibile, nei quali le mummie dei defunti venivano calate con funi attraverso un pozzo verticale e poi spostate a braccia al loro loculo.

Il pozzo attraverso il quale la mummia del defunto, mediante carrucole e corde, veniva calata ai piani inferiori della necropoli (probabilmente oltre al terzo, allagato, vene sono altri due). Fotografia di Rüdiger Stehn, a questo link: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=58129187

Una scala immette al primo di essi, ove si trovano una sala rotonda centrale con soffitto a cupola ed un triclinium con sedute in roccia, dove si tenevano i banchetti in occasione dei funerali o delle commemorazioni dei defunti.

Da qui si aprono ben sei corridoi laterali contenenti un numero elevato di loculi e ad est una stanza con un altare situato al centro ed altri loculi nelle pareti; la parete centrale di questa camera contiene la scena greca di Ade che rapisce Persefone e quella egizia di Anubi che mummifica un cadavere.
Questa sala, detta “di Caracalla”, immette in un complesso funerario ancora più antico dedicato alla dea Nemesi, che restituiva gioia o dolore a seconda della condotta del ricevente, perseguitando soprattutto i malvagi e gli ingrati alla sorte.
Esso è diventato accessibile dalla camera principale quando alcuni ladri di tombe vi irruppero abbattendo il muro divisorio.

Sul terreno della camera gli archeologi hanno trovato moltissime ossa umane ed hanno ipotizzato che appartenessero alle vittime di un massacro di massa ordinato dall’imperatore romano Caracalla nel 215 d.C. per punire gli abitanti di Alessandria, colpevoli di essersi opposti ai romani e di avere fatto circolare una satira nella quale si insinuava che avesse fatto uccidere suo fratello Geta, con il quale divideva il potere, ed avesse un rapporto incestuoso con la madre Giulia Domna al pari di Giocasta, madre di Edipo.

Dalla rotonda, una rampa di scale conduce al piano intermedio , riccamente decorato da sculture e fregi il cui stile mostra la fusione tra lo stile egizio, quello romano e quello greco.

L’INGRESSO AL PIANO INTERMEDIO
Le due colonne fronteggiano un piccolo pronao nel quale si apre un ingresso rettangolare, sormontato da un rilievo del sole alato e fiancheggiato dai demoni serpentiformi con la doppia corona sopra i quali si notano due scudi con la testa di Medusa. Sullo sfondo il rilievo di Anubi che compie il rito della mummificazione, che troverete in una foto successiva. Fotografia di Rudiger Stehn condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia a questo link: https://commons.wikimedia.org/…/Category:Kom_el-Shoqafa… 

L’ingresso è fiancheggiato da due colonne. Sopra il passaggio è raffigurato un disco solare alato tra due falchi simbolo di Horus, ed ai lati due serpenti eretti che portano sul capo la doppia corona dell’Egitto e che rappresentano Agatodemone, uno spirito greco benevolo.

Scolpiti nella roccia sopra di loro, ci sono due scudi con teste di Medusa, che, secondo la mitologia greca, avrebbero pietrificato gli eventuali saccheggiatori; sul lato interno del portale due rilievi di Anubi vestito da legionario romani, con lancia, scudo e corazza sorvegliano l’ingresso.

RILIEVO PARIETALE.
Il demone serpentiforme con la doppia corona, sul quale si nota uno scudo con la testa di Medusa. Foto di Carole Raddato a questo link: https://www.flickr.com/…/50852698447/in/photostream/

In questo livello si trovano tre enormi sarcofagi in pietra di stile romano, con coperchi fissi ricavati nella roccia, e si ipotizza che i cadaveri venissero collocati all’interno attraverso un’apposita apertura.
Nelle pareti sopra i sarcofagi sono scolpiti tre pannelli a rilievo: quello centrale raffigura Osiride mentre viene mummificato da Anubi, sotto la supervisione di Thot e di Horus.

RILIEVO PARIETALE
Anubi sta compiendo riti sopra un corpo mummificato, deposto su di un letto funerario di forma leonina con la corona osiriaca; ai lati della scena Horus e Thot fanno offerte. Fotografia di Carole Raddato a questo link: https://www.flickr.com/photos/41523983@N08/50852698752/

I due pannelli laterali mostrano il toro Apis che riceve doni da un faraone sotto lo sguardo di Maat, che tiene la piuma della verità, usata per la cerimonia della psicostasia.
Nel mezzo della camera centrale vi è l’accesso per il terzo livello e da qui si ramificano in tutte le direzioni passaggi che conducono a stanze secondarie e corridoi contenenti oltre trecento loculi.

RILIEVO PARIETALE –
Dietro il sarcofago che si nota in primo piano, dalle tipice decorazioni romane (ghirlande e testa di bovino) un faraone sta facendo offerte al dio Apis, dietro il quale una dea allarga le ali con un gesto di protezione.
Fotografia di Clemens Schmillen a questo link: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89186270

FONTI:

Lascia un commento