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IL SARCOFAGO DI PETAMENOFI

Legno di sicomoro, 110 x 40 x 42 cm
Epoca romana, Regno dell’imperatore Adriano
Museo Egizio di Torino – Collezione Drovetti C. 2230

È certamente commovente la sepoltura di questo bambino, morto all’età di soli quattro anni, nel 125 d. C.

Il sarcofago, contenente la mummia del piccolo Petamenofi, fu rinvenuto da Antonio Lebolo, collaboratore di Drovetti, all’interno di una tomba della necropoli tebana.

Il corpo imbalsamato del bambino è stato avvolto in un raffinato intreccio di bende disposte a losanga, secondo l’usanza di epoca greco-romana, e ornato con una ghirlanda di foglie dorate intorno alla testa, segno tangibile dell’affetto familiare.

Mummia del piccolo Petamenofi

La mummia è poi stata deposta all’interno di un sarcofago di legno chiaro, scarno e semplice.

La sua forma è tipica del periodo, com una copertura arcata caratterizzata da quattro piastrine angolari.

La decorazione esterna è costituita solamente da uacrizioni che documentano il clima colturale ibrido in cui visse Petamenofi : oltre la colonna di geroglifici disposta nel centro del coperchio, ancora legata alla tradizione egizia, vi è un’annotazione in greco, scritta su uno dei suoi lati brevi, che riporta la precisa età del bambino.

Il fondo interno della cassa mostra invece la raffigurazione della dea del cielo Nut, secondo canoni estranei all’iconografia egizia: la figura è in un’anomalia posizione frontale che stilisticamente, ricorda la produzione artistica dei primi secoli dopo Cristo.

L’arte egizia è stata contraddistinta da raffigurazioni bidimensionali in cui il volti delle figure sono ritratti di profilo, mentre il busto è visto frontalmente. L’ immagine della dea Nut si allontana drasticamente da questo modello di tradizione millenaria, sperimentando una composizione del tutto nuova a livello iconografico e stilistico che, proprio in quanto tale, non si può più definire “egizia”.

Le due piccole immagini poste ai lati di Nut rappresentano le dee Iside e Nefti, strettamente connesse con il destino post-mortem di ogni defunto e quindi effigiate molto spesso sulle pareti dei sarcofagi. A differenza di quanto visto per la figura di Nut, in questo caso lo schema compositivo risente ancora dei legami con l’iconografia egizia tradizionale. Iside e Nefti, sorelle del dio Osiride , sono disegnate in modo identico, senza elementi distintivi, con un braccio sollevato in segno di lutto. Le dee prendono parte al dolore per la scomparsa di Petamenofi, identificato con Osiride, che dopo la morte è divenuto dio dell’ oltretomba

Fonte: I grandi musei : Il Museo Egizio di Torino – Silvia Einaudi – Electa

Foto: Museo Egizio di Torino

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