Di Luisa Bovitutti

‘Aper-El, conosciuto anche come Aperia raggiunse le vette del potere verso la seconda metà della XVIII dinastia e servì prima Amenhotep III, che crebbe con lui nel kap, ed in seguito suo figlio Akhenaton.
Egli riuscì a non farsi coinvolgere appieno dalla riforma atoniana, in quanto probabilmente visse ed operò a Menfi, che era rimasta la capitale amministrativa del regno.

Nella sua tomba, infatti, e sugli oggetti in essa contenuti, sono incisi i cartigli dei due sovrani e l’unico indizio del mutamento religioso in atto si individua nell’iscrizione sul sarcofago del figlio Amenhotep (Amon è soddisfatto), che lo definisce con il diminutivo di Hui per evitare, utilizzando il nome teoforo, di nominare il dio decaduto.


Non è stata trovata menzione dei suoi genitori e degli altri componenti della sua famiglia d’origine, per cui non è possibile stabilire se fosse un immigrato o figlio di immigrati, il rampollo di un notabile straniero allevato nel kap, o più semplicemente un egizio al quale i genitori avevano dato un nome esotico; è comunque certo che crebbe, visse e prosperò nelle Due Terre e che era completamente egittizzato, come si desume dalla sua tomba e dal suo corredo funerario.

Rilievo tombale che raffigura un sacerdote che offre un fiore di loto ad ‘Aper-El.
Egli ottenne un’infinita serie di titoli, iscritti sulle pareti della sua tomba e sugli oggetti trovati al suo interno, uniche fonti di conoscenza della sua vita: il più importante di essi era “visir” ma come Yuya ed Ay era anche “padre del dio”, ossia consigliere anziano che aveva conosciuto il Faraone da bambino ed aveva contribuito ad educarlo, “generale dei cavalli”, cioè dei carri, “capo dell’intero paese”, “figlio del kap” ed “ambasciatore del re”.

Nella cappella della tomba si trova traccia di altri due titoli non ben conservati, la cui lettura completa non è certa.
Il primo è “direttore dei padri e delle madri adottivi dei figli del re”, che indica che ‘Aper El era responsabile dei nobili incaricati di crescere e di educare i principi e le principesse; il secondo, leggibile solo in parte, recita “primo servitore di Aton in…” e dimostrerebbe che forse già con Amenhotep III, aveva un legame con il culto di Aton, consolidatosi poi con l’avvento al trono di Akhenaton.

Egli morì a circa 50 – 60 anni e fu seppellito a Sakkara, in una tomba scavata nella scarpata a sud-ovest della piramide di Teti, conosciuta in epoca faraonica come la “scarpata di “Ankhtawy” ed oggi nota come Bubasteion, in quanto gli ipogei del Nuovo regno che ivi si trovavano sono stati successivamente utilizzati dai sacerdoti di Bastet come catacombe per i gatti mummificati che i pellegrini portavano al santuario della dea.

LA TOMBA ED IL CORREDO FUNERARIO
‘APER-EL ERA GIUSEPPE, FIGLIO DI GIACOBBE, VENDUTO COME SCHIAVO DAI FRATELLI?
La tomba di ‘Aper-El è identificata come Bub. I.1 (I indica che si trova al livello superiore degli ipogei del Bubasteion, 1 perché è la prima di una serie sullo stesso lato) ed egli vi fu inumato con sua moglie Uriai e con uno dei suoi figli, probabilmente il maggiore, chiamato Hui (come già visto diminutivo di Amenhotep, nome non più utilizzato in epoca amarniana perché conteneva il riferimento al dio Amon) e morto a circa 35 anni, attorno al 10 anno del regno di Akhenaton: così come il padre, egli ricoprì le più alte funzioni militari, prima come “scriba delle reclute” e “generale dei carri” ed infine quale “generale in capo”; in campo civile ottenne il titolo di “direttore di tutte le opere degli dei”.


Il sarcofago antropoide esterno di Uriai ed un particolare del viso
Da un rilievo tombale deturpato della tomba si apprende che ‘Aper-El ebbe almeno altri due figli, raffigurati mentre eseguono rituali davanti al padre; uno di essi si chiamava Seny (forse diminutivo di Sennefer) ed era inserito nell’amministrazione statale, come si deduce dai titoli attribuitigli; un altro di nome Hatiay era un sommo sacerdote di Nefertum.
L’ipogeo, uno dei pochi di epoca amarniana rinvenuti a Sakkara, era stato individuato nel 1881 dall’archeologo britannico William Flinders Petrie, che copiò un testo visibile nelle parti accessibili della cappella (livello 0), ma fu dimenticato fino al 1976, quando il dott. Zivie, direttore della Missione Archeologica Francese del Bubasteion (MAFB) cominciò ad esplorarlo, a liberarlo dai detriti ed a realizzare le opere di consolidamento e di restauro, iniziate nel 1980 insieme all’Organizzazione delle Antichità Egizie, oggi Consiglio Supremo delle Antichità Egiziane.
Esso è ampio e profondo, con quattro livelli che corrispondono alla cappella (livello 0) e agli appartamenti funerari (livelli MENO 1, MENO 2, MENO 3); dall’ultimo di essi si accede alla camera sepolcrale venuta alla luce nel 1987, il cui ingresso recava ancora i resti del sigillo ufficiale della necropoli (lo sciacallo con nove prigionieri, come nella tomba di Tutankhamon), segno che era stata saccheggiata nell’antichità e poi risigillata ma che da allora non aveva più subito intrusioni.

La tomba in origine era almeno in parte decorata, ma nel corso dei secoli ha subito gravi danni, sia per le devastazioni compiute dai ladri, sia per i numerosi crolli dovuti alle infiltrazioni di acqua provenienti dall’altopiano sovrastante, che hanno richiesto notevoli opere di intervento per rendere sicure le camere sotterranee ed il lavoro degli archeologi.


Uno dei sarcofagi di Lady Uriai e un intarsio raffigurante Nut, su uno dei suoi sarcofagi.
Nella camera funeraria furono effettivamente rinvenuti i resti del visir, di sua moglie e di Hui, ridotti ormai a scheletri per la profanazione dei saccheggiatori e per l’umidità; essi sono stati riconosciuti con certezza grazie allo studio delle ossa, dei frammenti dei sarcofagi e degli oggetti inscritti associati a ciascuna sepoltura; la loro morte è da collocarsi più o meno nello stesso periodo, atteso che i sarcofagi ed il corredo funerario presentano tutti le medesime caratteristiche.

Stranamente essi sono assimilabili più a quelli “tradizionali” rinvenuti nella tomba KV46 di Yuya e Tuia, suoceri di Amenhotep III, che a quelli amarniani: ogni defunto era stato sepolto in tre sarcofagi antropoidi di legno, incastrati l’uno nell’altro e poi custoditi molto probabilmente in un altro di forma rettangolare; alcuni di essi erano dorati e quelli interni erano riccamente decorati con intarsi di pasta vitrea.

Tra i manufatti più importanti scoperti nella tomba ci sono i vasi canopi in pietra, un contenitore d’avorio per cosmetici a forma di pesce (tilapia nilotica), un supporto in legno stuccato per parrucca raffigurante la testa di una giovane donna con grandi orecchini, due cubiti votivi, uno in scisto e l’altro in legno che menziona ‘Aper-El come “i due occhi del re”, orecchini, anelli, frammenti di collare o pettorale con un complesso disegno di perline e pendenti in pietre dure ed oro (questi ultimi a forma di segno nefer), frammenti di fasce d’oro rinvenuti intorno agli omeri del visir, alcune fasce circolari d’oro ed un diadema ben conservato, certamente appartenente al corredo della sua mummia, due intarsi in vetro raffiguranti la dea Nut, che costituivano ornamento del coperchio del sarcofago interno della moglie di ‘Aper El e di Hui.


Inizialmente i manufatti presero diverse destinazioni (i canopi di Uriai ad Alessandria d’Egitto, gli oggetti ed i gioielli, completi o frammentari, dei quali non sono riuscita a trovare belle immagini illustrative, al Museo egizio del Cairo) per essere poi concentrati nel Museo Imhotep a Saqqara, attualmente chiuso al pubblico per motivi imprecisati.


Uno dei vasi canopi ritrovati nella tomba ed uno dei coperchi
Sembra incredibile che non siano emerse ulteriori tracce di ‘Aper-El, che aveva svolto un ruolo importante al fianco di Amenhotep III e che aveva goduto della fiducia di Akhenaton nonostante le mutate circostanze politiche e religiose.

L’ipotesi di alcuni studiosi e dello stesso Zivie, allo stato tuttavia priva di riscontro, è che egli potrebbe essere stato conosciuto con un altro nome, un diminutivo o un soprannome, con il quale è stato ricordato altrove, come spesso accadeva in Egitto per i funzionari del Nuovo Regno, in particolare durante il periodo di Amarna.
In ogni caso ‘Aper El è un personaggio che intriga: ha un nome semitico, riferito al dio El; è talmente ricco da potersi permettere un corredo funerario analogo a quello dei suoceri del Faraone; è il titolare dell’unica tomba del periodo amarniano rinvenuta nella necropoli menfita; è così potente da essere il numero due del regno, dopo il Faraone; ha legami strettissimi con il palazzo.
E’ quindi comprensibile che alcuni abbiano voluto identificarlo nel biblico Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, giunto schiavo in Egitto e diventato poi Visir del Faraone dopo averne interpretato in maniera corretta gli strani sogni; così come Giuseppe, il semita ‘Aper-El avrebbe conquistato la stima del suo re (Amenhotep III) che gli affidò l’educazione del futuro Amenhotep IV, diventandone poi il fidato consigliere ed indirizzandolo verso il monoteismo.

Lo stesso prof. Zivie sottolinea che l’ipotesi “ignora le realtà storiche: la religione di Akhenaton non è esattamente monoteista ed è per molti versi sorprendentemente diversa dal monoteismo biblico, che a sua volta è il risultato di un lungo processo che si materializza solo molto più tardi al tempo dei profeti”.
IN AGGIORNAMENTO
FONTI:
- ZIVIE A., L’uomo del faraone, ‘Abdiel: il visir con un nome semitico, in Biblical Archaeology Review 44:4, luglio/agosto 2018 a questo link: https://www.baslibrary.org/biblical-archaeology…/44/4/2
- VASQUEZ GARCES M. T., Aperel il visir dimenticato di Akhenaton, in “Amigos de la egiptologìa” del 30 dicembre 2018, a questo link: https://egiptologia.com/aperel-olvidado-visir-akhenaton/
- https://www.world-archaeology.com/features/saqqara/
- http://www.hypogees.org/pages/english/e_conservation.htm
- https://arce.org/resource/saqqara/
- https://sites.google.com/…/new-kingdom…/aperel-vizier
- https://www.reddit.com/…/aperel_or_aperia_was_a_vizier…/