Kemet Djedu

RAMESSE… L’AMERICANO

Di Livio Secco

Questo reperto egizio è attualmente al Walters Art Museum di Baltimora, in America (ecco la motivazione del titolo!).

Nella parte posteriore della statua si notano delle iscrizioni geroglifiche. Ed è su queste che faremo un commento filologico.

Vista la presenza di ben due cartigli possiamo affermare che si tratta di una titolazione reale. Grazie ad essa, infatti, è stato possibile identificare il sovrano rappresentato.

Come spesso mi accade in questa sede, vi ricordo che lo studio del Protocollo Reale è importantissimo perché indica quale programma politico il sovrano voleva perseguire al momento della sua intronizzazione. Per chi fosse interessato all’argomento posso consigliare la lettura del Quaderno di Egittologia nr 22 IL PROTOCOLLO REALE – Composizione dell’onomastica faraonica che è possibile trovare qui: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/il-protocollo-reale/

Purtroppo lo studio dell’onomastica regale non è semplice. Il breve spazio dei cartigli e le metatesi onorifiche e grafiche impongono spesso che la scrittura sia difettiva e non segua sempre la corretta sequenza degli elementi grammaticali.

Ne fa esempio il Quinto Protocollo proprio di Ramesse II. Vi ricordo che per convenzione internazionale i testi geroglifici vanno riportati per studio in linee orizzontali da sinistra a destra. In questo caso il reperto li mostra verticali con lettura da destra a sinistra. Questo è il motivo per il quale ho ribaltato le immagini sul piano orizzontale, esattamente per facilitare il lettore a confrontare il reperto con la grafia informatica.

Ci tengo a far notare come nel Quinto Protocollo, esista una metatesi grafica del canale posto a metà del cartiglio in modo da dividerlo in due zone: in quella superiore sono posate le due divinità (per giunta affrontate), mentre nella parte inferiore c’è il resto dell’antroponimo regale. Nell’analisi ho preferito lasciare i segni al loro posto. Per recuperare la fase grammaticale ho aggiunto la corretta disposizione degli elementi sull’ultima riga.

Tutto ciò è anche una dimostrazione della valenza decorativa della scrittura geroglifica. Cosa che gli Egizi dimostrarono di saper sfruttare perfettamente rendendo la scrittura un’immagine

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