Kemet Djedu

IL MIO PREFERITO

THUTMOSE III

Di Livio Secco

Essendo appassionato (anche) di oplologia e polemologia, il mio sovrano egizio preferito non può che essere Thutmose III. Le sue indubbie qualità militari lo hanno fatto soprannominare dagli storici moderni “Napoleone d’Egitto”.


Vi presento qui il suo Protocollo Reale.


Quando il principe ereditario nasceva, i suoi genitori gli assegnavano un nome. Quando il principe diventava re compilava la sua titolatura reale. Essa era composta da cinque grandi nomi.
Lo studio dell’onomastica dei re egizi è importantissimo perché indica il programma politico del sovrano. Purtroppo non è facile da tradurre. Nel breve spazio del nome le regole grammaticali spesso sono confuse e alcuni geroglifici sono mancanti.
Inoltre i re egizi modificavano spesso i loro nomi. Ciò dimostra che l’onomastica si adeguava ad una diversa situazione politica. Un esempio facile: il celebre sovrano della KV62 nasce con il nome di Tut-ankh-ATON. Ma in seguito alla ricomposizione dell’eresia amarniana cambia il nome in Tut-ankh-AMON.


Per coloro che volessero approfondire la tematica consiglio la lettura del Quaderno di Egittologia 22: IL PROTOCOLLO REALE – Composizione dell’onomastica faraonica che potete trovare qui: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/il-protocollo-reale/

Kemet Djedu

HORUS E NEFERTARI (QV66)

Di Livio Secco

La tomba QV66 della regina Nefertari è sicuramente tra le più belle dell’antico Egitto:

Sono moltissime le pareti che mi interessano con le loro relative immagini, didascalie e testi religiosi.

Qui ve ne presento una.
Per chi la volesse ricercare dico subito che si trova a destra dell’accesso. Appena scese le scale si gira a destra, si prosegue per qualche metro e si gira nuovamente a destra.

Su una stretta parete si trova la raffigurazione che vi presento. C’è Horus che prende per mano Nefertari e la presenta agli dèi.

Come al solito ho messo anche la pronuncia IPA per chi volesse leggere i geroglifici senza averli studiati.

Kemet Djedu

AMENEMHAT IV – La placca traforata

Di Livio Secco

Ivo Prezioso ha descritto QUI un manufatto decisamente originale.
Si tratta del gioiello 59194 custodito al British Museum di Londra.

Non mi voglio assolutamente dilungare sul pezzo perché Ivo lo ha descritto abbondantemente. Mi permetto, però, di affiancarmi con un commento filologico.

Ho aggiunto anche la fonetica con il consueto codice IPA per coloro che non sanno leggere il geroglifico (e che dovrebbero assolutamente impararlo, visto che si tratta di una stupenda ginnastica intellettuale).

Kemet Djedu

LA COPPA DEI DESIDERI (KV62)

Di Livio Secco


Il calice a forma di loto descritto QUI da Ivo prezioso è uno dei reperti più belli trovati nella KV62 di Tutankhamon.


Purtroppo, come spesso affermo durante le lezioni o conferenze, dico che la tomba, pur ricca di manufatti preziosi e pregiati, è poverissima di informazioni storiche e di documentazioni scritte.
Al filologo resta nulla o pochissimo per lavorare. Soltanto le iscrizioni parietali e quelle poste sui manufatti dalle quali si derivano poverissime informazioni su quello che certamente è stato uno dei periodi storici più particolari della civiltà egizia.


Spero che troviate interessante questo contributo. Come al solito ho aggiunto la fonia per la lettura dei geroglifici. All’epoca della pubblicazione non usavo ancora la codifica IPA.

Kemet Djedu

MUTEMUIA

Di Livio Secco

L’articolo di Franca Loi sulla regina Mutemuia, appartenente alla celeberrima XVIII dinastia, propone anche un bellissimo rilievo epigrafico; mi permetto quindi di affiancarmi a lei con il relativo commento filologico.

Il testo si sviluppa su tre colonne che si leggono da destra a sinistra. Basta verificare quale direzione hanno i geroglifici non simmetrici. Poiché sono voltati verso destra li si legge da quella direzione visto che la lettura si effettua andando incontro ai segni.

Ricordo che, per convenzione internazionale, quando si fanno studi filologici, i segni vanno sempre riportati da sinistra a destra su riga. Questo per facilitare il nostro senso di lettura.

Ricordo anche che, nonostante il nome della regina sia compreso in un cartiglio, le grandi spose reali non avevano un Protocollo Reale.

Come al solito, per coloro che non conoscono la scrittura geroglifica ma vogliono leggere ugualmente il geroglifico, ho aggiunto la codifica IPA.

Kemet Djedu

PASHEDU (TT3)

Di Livio Secco

PARETE EST, lato sinistro

Questa tomba mi è particolarmente cara perché ho trascorso giusto qualche mese nel compilare una ricerca su di essa che comprendesse la traduzione di tutti i testi geroglifici che vi sono raffigurati.

Molto spesso, quando ne sento parlare, Pashedu viene presentato come un pittore della squadra degli artigiani impegnati a realizzare le tombe dei faraoni nella Valle dei Re.
Sicuramente questa considerazione è derivata dalle bellissime raffigurazioni parietali. Ma la realtà, come sempre, sorprende la fantasia.

Traducendo i testi, infatti, si comprende come Pashedu sia un esperto di pietre. Perciò non era un pittore ma sicuramente un cavatore.

Credo di far cosa gradita presentandovi la traduzione del testo relativo alla parete EST lato sinistro.

SOFFITTO, LATO SUD

Quello che vi propongo qui è la parte finale dell’iscrizione geroglifica che è stata dipinta sul soffitto, sul lato che si sviluppa formando la parete SUD.
Su questa parte del soffitto ci sono quarantacinque colonne di geroglifici.
In questa sezione c’è un testo lungo che deriva dal CLXXX capitolo del Libro dei Morti. Il testo corrisponde ad un parte di quello che è anche conosciuto come “Litania del Sole”.

Anche in questo caso, come già visto su altre pareti della tomba, siamo in presenza di errori dovuti ad omissioni o aggiunte di semplici geroglifici o parti di frase dovuti all’imperizia degli artigiani.
Il testo è lungo perché lo spazio dedicatogli corrisponde all’intero asso longitudinale della camera funeraria.

Il testo, nella sua parte finale dice:

“Io riposo nella Duat, io prevalgo sull’oscurità quando io entro in essa ed esco da essa. Io ricevo le vostre braccia, Tatenen.
Sollevami o clemente!
Possiate darmi le vostre braccia poiché io sono a conoscenza delle formule per guidarmi.”.

A ben vedere il testo geroglifico si interrompe proprio nella sua proposizione finale lasciando la frase sospesa ed incompiuta.

DOMANDA: MI SAPETE DIRE PERCHÉ IL TESTO NON FU COMPLETATO?

Potete inserire la risposta nei commenti in basso

Qui riporto la corrispondente grafia geroglifica.

Per chi volesse approfondire il tema consiglio la lettura del mio testo, con il completo riporto, traslitterazione e traduzione di tutte le iscrizioni geroglifiche. Lo potete trovare qui: https://www.amazon.it/tomba…/dp/8899334579/ref=sr_1_1…

Kemet Djedu

SAN VALENTINO (Papiro Chester Beatty)

Di Livio Secco

STANZA PRIMA

Il Papiro Chester Beatty I riporta una serie di dialoghi tra due innamorati che vengono suddivisi in sette stanze.

Nel 2020 ho preparato un Laboratorio di Filologia Egizia comprendendo la traduzione di questo componimento letterario.

Poiché esso ha una certa lunghezza (io l’ho suddiviso in 152 righe didattiche) mi limito a postare solo le prime dieci.

Mi è sembrato utile colorare la numerazione delle mie righe didattiche con l’azzurro e il rosa a seconda che a parlare sia lui o lei. Come abbiamo spesso ricordato, le traduzioni differiscono tra gli stessi filologi ed esistono versioni incongruenti su chi pronunci cosa. Io mi sono attenuto ad una traduzione strettamente letteraria pagando il pegno di una più difficile lettura.

Ovviamente il Laboratorio ha svolto una traduzione molto più letteraria e grammaticale di quella che viene normalmente presentata sui testi. In questo modo il nostro lettore può confrontare le due versioni dello stesso brano.

STANZA QUARTA

Le traduzioni che ci vengono proposte si differiscono (a volte notevolmente) dal testo originale, anche in questo caso quindi non mi resta che proporre qui l’intera Stanza Quarta in modo letterale.

Come al solito evidenzio in rosa e in azzurro le parole di lei e di lui per una più facile comprensione.

Riaffermo che il lavoro, essendo molto letterale, non è di facile lettura, ma questo permette di evitare facilissimi sfarfallamenti colloquiali rimanendo maggiormente fedeli alla dialettica dell’epoca.

Kemet Djedu

DIDASCALIE EGIZIE

Di Livio Secco

Nel maggio 2020, in pieno lockdown per il Covid, ho pubblicato una serie di articoli a carattere egittologico sempre con un occhio alla filologia e alla scrittura geroglifica.

Qualcuno ve l’ho già proposto.

Quello di oggi è relativo al fatto che, durante una conferenza, mi hanno chiesto se i geroglifici fossero stati usati esclusivamente per testi sacri, così come si deriverebbe dal loro nome.

Per rispondere in modo esaustivo ho pensato bene di scrivere l’articolo in oggetto compreso di una esemplificazione significativa in modo da rendere evidente l’idea.

Nella traduzione è compresa la fonetica colloquiale. All’epoca non mi era ancora venuta l’idea di usare la fonetica seguendo la codifica IPA. Spero che vi piaccia ugualmente.

Un grazie specialissimo va a Pietro Testa che mi diede una mano (anzi due) a svolgere il lavoro.

Kemet Djedu

RAMESSE III TRA HORUS E SETH

Di Livio Secco

Questo gruppo statuario decisamente conosciuto raffigura Ramesse III posto tra gli dèi Horus e Seth.

Dietro al gruppo statuario c’è un’iscrizione verticale.

Data la presenza di due cartigli è evidente che siamo in presenza del Quarto e del Quinto Protocollo Reale del celebre faraone della XX dinastia.

Per chi volesse approfondire la tematica dei nomi dei sovrani egizi consiglio la lettura del Quaderno di Egittologia numero 22 dal titolo IL PROTOCOLLO REALE – Composizione dell’onomastica egizia che potete trovare qui: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/il-protocollo-reale/

Come al solito ho aggiunto la pronuncia IPA per coloro che vogliono leggere il geroglifico senza conoscerlo.

Kemet Djedu

ISTRUZIONI PER IL MONTAGGIO

Di Livio Secco


No, vi sbagliate. Questa non è un’informativa IKEA, ma è un’integrazione filologica del post odierno di Patrizia Burlini.

La nostra Patrizia riporta alcune bellissime e particolareggiate immagini del sacrario che conteneva i vasi canopi di Tutankhamon nella KV62 che potete vedere QUI.

Come ci fa notare Patrizia, il sacrario è stato montato alterando le istruzioni indicate dai costruttori. Alcune delle pareti sono state scambiate tra loro e poi adattate a martellate perché, ovviamente, non coincidevano perfettamente come era avvenuto nel laboratorio di produzione.

Gli archeologi se ne sono accorti perché sulle componenti erano stati tracciati a mano dei geroglifici con la disposizione dei pezzi.
Patrizia ce ne fa vedere di due tipi.

Dal mio dizionario, che potete trovare qui: https://www.amazon.it/Diziona…/dp/8899334129/ref=sr_1_1…, si evincono i suggerimenti per il corretto montaggio.

Per gli egittologi il mancato rispetto delle istruzioni di montaggio fu dovuto allo spazio angusto in cui si muovevano gli operai addetti alla fornitura della tomba e alla fretta di comporre il corredo funerario di un re morto all’improvviso.

Il punto nero separa le alternative grafiche.