Tutankhamon

LA STATUA DI ANUBI

Di Andrea Petta

“Io sono qui a proteggere l’Osiride, Nebkheperure, il Signore dell’Eternità”

Legno stuccato e dipinto (sacrario: legno stuccato e dorato), altezza 60 cm (118 cm totali), lunghezza 64 cm (273 totali). Carter 261, JE 61444

È uno degli oggetti più iconici della tomba: la statua di Anubi posta all’ingresso della Stanza del Tesoro a vigilare sui vasi canopici del Faraone nonché tutti gli altri oggetti preziosi e sacri che in tale stanza erano conservati. La statua era rivolta verso ovest, sottolineando il ruolo di Anubi come guardiano delle necropoli.

Anubi nella sua posizione originale; alle sue spalle si intravede la testa della Vacca Celeste ed il sacrario dei vasi canopici protetto dalle quattro dee. Tra le zampe la tavoletta da scriba di Meritaton
Il disegno originale di Carter che descrive il reperto. La mano del pittore naturalista emerge anche da un semplice disegno.

Il dio giace accucciato su un sacrario dorato, a sua volta appoggiato ad una slitta/palanchino con due lunghe sbarre in legno per il trasporto da parte dei sacerdoti durante la cerimonia funebre.

La statua al Museo Egizio del Cairo

L’aspetto è volutamente temibile, inteso ad essere terrificante per i predoni che avessero violato la tomba. Purtroppo non è stato sufficiente a fermare gli antichi tombaroli, visto che l’interno stesso del sacrario è stato violato.

Realizzato in legno stuccato e dipinto, ha orecchie, collare ed una sorta di fascia raffigurata legata intorno al collo dorati, come anche le sopracciglia ed il contorno degli occhi, realizzati in calcite ed ossidiana. Gli artigli sono in argento.

Il drappo con le frange avvolto intorno al corpo di Anubi, risalente all’epoca di Akhenaton
Il particolare delle ghirlande legate al collo di Anubi

Il santuario, anch’esso in legno stuccato, è dorato e principalmente decorato con simboli djed (stabilità), legati ad Osiride, e tyet (vita), legati ad Iside. Per la sua forma trapezoidale, Carter lo definì “pilonico” vista la somiglianza con i piloni dei principali templi di Tebe. È diviso in scomparti che contenevano amuleti, gioielli ed oggetti per la mummificazione.

Quando è stata ritrovata, la statua era avvolta in un panno di lino, con una garza di lino sottile e due corone floreali di ninfea (Nymphaea coerulea) e fiordalisi legate intorno al collo, con una tavoletta da scriba appoggiata tra le zampe recante i cartigli di Meritaton, una delle figlie di Akhenaton.

La tavoletta da scriba di Meritaton ritrovata tra le sue zampe

Fu necessario separare la statua dal sacrario per permetterne l’uscita dalla tomba (il sarcofago esterno di Tutankhamon era ancora in situ ed impediva l’uscita con le lunghe stanghe del palanchino).

Appena davanti al sacrario, tra le stanghe del palanchino ed in pratica sulla soglia fisica della Stanza del tesoro fu trovato da Carter un quinto “mattone magico” a forma di torcia (un mattoncino di argilla forato, con uno stoppino dalla sommità dorata) che riportava la scritta:

Io sono colui che impedisce alla sabbia di soffocare la camera segreta, colui che respinge con la fiamma del deserto chi vorrebbe respingerlo. Io ho incendiato il deserto, ho confuso le strade. Io sono qui a proteggere l’Osiride, Nebkheperure, il Signore dell’Eternità”.

Il quinto mattone magico, il “mattone-torcia” con l’estremità dorata

L’iscrizione proviene dalla formula 151 del Libro dei Morti, ma su questo mattoncino nascerà una leggenda.

Il mattone non poteva essere usato come torcia, vista la doratura sulla sommità, ma Carter notò sul pavimento dei frammenti di carbone intorno ad esso; è quindi molto probabile che sia stato usato una fiamma reale in un rito funebre collegato ai mattoni magici. Da notare che i mattoni stessi non erano posizionati nella tomba nel modo corretto, forse una svista durante il ripristino dopo l’antico saccheggio.

La posizione del mattone magico tra le stanghe del palanchino di trasporto, che cade esattamente sulla soglia della Camera del Tesoro. Si intravedono i residui di carbone notati da Carter, testimonianza di un rito funebre collegato ai mattoni stessi.

Nota: il panno di lino al collo di Anubi riporta la data del VII anno di regno di Akhenaton, probabilmente l’anno di nascita di Tutankhamon. È palesemente usato, tanto che anche Gardiner faticò a decifrare il cartiglio di Akhenaton, lavato ripetutamente e portava ancora i segni della stiratura. Senza nessuna “pretesa” archeologica, mi piace pensare che quel panno abbia avvolto un neonato destinato a diventare, suo malgrado, uno dei Faraoni più famosi della storia.

Il drappo con le frange avvolto intorno al corpo di Anubi, con i cartigli di Akhenaton

Fonti:

  • Richard H. Wilkinson, Kent Weeks – The Oxford Handbook of the Valley of the Kings. Oxford University Press, 2016
  • Guasch Jané, About the Orientation of the Magical Bricks in Tutankhamun’s Burial Chamber. Journal of the American Research Center in Egypt 2012.
  • Howard Carter, Tutankhamon. Mondadori 1984
  • Thomas Hoving, Tutankhamon. Mondadori 1995
  • Henry James, Tutankhamon – Edizioni White Star
  • Nicholas Reeves, The Complete Tutankhamun, 1998
  • The Griffith Institute, Tutankhamun: Anatomy of an Excavation. The Howard Carter Archives
  • Foto: Museo Egizio del Cairo, Henry James, The Griffith Institute

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