III Periodo Intermedio, Mai cosa simile fu fatta

IL LIBRO DEI MORTI DI PINDUJEM I

Papiro – Altezza cm 37, Lunghezza cm 450
Tebe Ovest, Tomba della regina Inhapy – Scavi del Servizio delle Antichità Egiziano 1881
XXI Dinastia, Pontificato e regno di Pindujem I
Museo Egizio del Cairo – SR VIII. II488.

All’inizio del Terzo Periodo Intermedio, L’Egitto meridionale era governato di fatto dai sommi sacerdoti di Amon.

Pindujem I non fece altro che ratificare una situazione già consolidata, quando, nella seconda parte del suo lungo pontificato, decise di assumere la titolatura faraonica.

Il suo nome racchiuso nei cartigli compare su questo pregiato esemplare del Libro dei Morti, il cui ritrovamento è legato a una delle più clamorose scoperte della storia dell’egittologia : nel 1881, a Deir el-Bahari, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Karnak, furono rinvenute le mummie dei più grandi faraoni del Nuovo Regno, che erano state nascoste dai sacerdoti di Amon nella tomba rupestre della regina Inhapy, nel tentativo di sottrarle alla devastazione dei ripetuti saccheggi delle sepolture reali.

Insieme agli antichi sovrani, erano sepolti anche alcuni membri del clero di Amon, fra cui Pinudjem I; la sua mummia, deposta nel sarcofago appartenuto a Thutmosi I, era in parte sbendata e custodiva fra le gambe un rotolo di papiro contenente alcuni capitoli illustrati del Libro dei Morti.

Questo testo funerario, i primi esemplari del quale risalgono alla fine della XVIII Dinastia, consiste in una raccolta di formule magico-religiose destinate ad accompagnare il defunto nel suo viaggio.

Destinato in un primo tempo al sovrano e ai membri della famiglia reale il Libro dei Morti si diffuse ben presto fra i ceti più abbienti; veniva sistemato nel sarcofago, sotto le mani o fra le gambe del defunto, oppure riposto in un vano nella parete della tomba.

I testi, scritti con inchiostro nero e rosso, erano incorniciati in alto e i basso da linee orizzontali colorate, illustrati da raffinati disegni dipinti in colori vivaci.

I papiri erano di dimensioni variabili, perché diverso era il numero delle formule e delle immagini a seconda delle possibilità economiche del committente.

I capitoli non avevano una successione prestabilita, solo durante la XXVI Dinastia venne fissata la sequenza delle 165 formule canoniche, alle quali ne vanno aggiunte altre 30 recentemente individuate.

Il Libro dei Morti è stato convenzionalmente diviso dagli egittologi in 5 sezioni che comprendono:

  • I testi relativi alla sepoltura (Capitoli 1-30)
  • L’allontanamento dei nemici e l’invocazione di alcune divinità (Capitoli 31-63)
  • L’uscita dalla tomba e l’assunzione di forme diverse per agevolare gli spostamenti nell’aldilà (Capitoli 64-92)
  • L’attraversamento nel cielo sulla barca solare e l’ arrivo al cospetto di Osiride, dio dei morti (Capitoli 93-125)
  • La descrizione dell’Oltretomba (Capitoli 126-165)

Nel capitolo 125, punto cruciale del testo, il defunto deve affrontare il giudizio di un tribunale costituito da 42 divinità e presieduto dal dio Osiride, Anubi e Horo procedendo alla pesatura del cuore e Thot che registra il risultato: se il giudizio è negativo il cuore viene dato in pasto ad Ammut, se positivo, il defunto vivrà felicemente nelle fertili campagne dell’Oltretomba.

La scena che accompagna questo capitolo compare frequentemente sui papiri.

Il Libro dei Morti di Pindujem contiene i Capitoli 23, 27, 30, 71, 72, 110, 135 e 141.

Le raffigurazioni rappresentano: Pinudjem in adorazione al cospetto di Osiride, l’uscita dalla tomba, la pesatura del cuore, Ra emergente all’oceano primordiale con Mehet-uret ( la Grande Inondazione) e Thot dalla testa di Ibis; una serie di divinità ripartite in registri all’interno di una cornice naos sormontata da un fregio di piume, emblemi della dea Maat; i campi di Iaru, regno dei beati, nel quale il defunto è intento a occupazioni agresti; i 42 giudici del tribunale di Osiride, davanti a due divinità femminili assise, Maat, la giustizia, e Maaty, la doppia giustizia.

Fonte

I Tesori dell’antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star

Per le fotografie ringrazio Nico Pollone per la sua disponibilità.

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