Di Piero Cargnino

Conosciamo questo oscuro faraone solo grazie al solito Manetone, secondo la versione di Sesto Africano, anche se per un certo periodo gli studiosi pensarono ad una svista da parte degli epitomatori dello storico greco che lo avessero confuso con uno degli Osorkon della XXII dinastia.
Grazie agli studi di Eric Young sugli annali di Karnak nel 1963 si scoprì il resoconto dell’investitura di un sacerdote di nome Nespaneferhor avvenuta durante il regno di un certo Aakheperra-setepenra e, nella generazione successiva, l’investitura del figlio di Nespaneferhor nel 17º anno di regno di Siamon, da ciò si deduce che Siamon doveva essere il successore di Aakheperra-setepenra che, secondo Young, sarebbe il praenomen dell’Osorkon manetoniano.
All’epoca però l’ipotesi venne contestata da molti studiosi. In seguito si pensò che questo Osorkon fosse un figlio di Sheshonq il Vecchio, “Grande Capo dei Ma(shuash)” e di sua moglie Mehetenweshkhet. La conferma arrivò nel 1976 da Jean Yoyotte che interpretò un documento genealogico dove era citato un re di origine libica di nome Osorkon figlio di Sheshonq la cui sposa Mehetenweshkhet portava il titolo di “Madre del Re”. Poiché non è conosciuto nessun altro Osorkon che sia figlio di una Mehetenweshkhet non ci sono dubbi che si tratti proprio di Aakheperra-setepenra Osorkon al quale è stato attribuito l’epiteto “il Vecchio” per non confonderlo con il suo pronipote Osorkon I.

Chiarito di quale Osorkon stiamo parlando non siamo però in grado di descrivere gli avvenimenti del suo regno perché non sappiamo nulla. Accettiamo per buono quello che ci riporta Sesto Africano il quale gli assegna 6 anni di regno e lo colloca tra Amenemope ed un certo Psinaches, probabilmente Siamon. Stando a Yoyotte, che parla di un re di origine libica, e non conoscendo il rapporto di parentela col suo successore Siamon, si può pensare che la sua ascesa al trono preluda alla XXII dinastia che vedrà sul trono egizio faraoni di origine libica.
Fonti e bibliografia:
- Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
- Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
- Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
- Alan Gardiner e R.O. Faulkner,”The Wilbour Papyrus”, Oxford, 1941-1952
- Alfred Heuss ed alt, “I Propilei”, Verona, Mondadori, 1980
- Nicholas Reeves, Richard Wilkinson, “The complete Valley of the Kings”, Thames & Hudson, 2000
- Christian Jacq, “La Valle dei Re”, traduzione di Elena Dal Pra, Milano, Mondadori, 1998
- Alberto Siliotti, “Guida alla Valle dei Re, ai templi e alle necropoli tebane”, White Star, 2010
- George Goyon, “La scoperta dei tesori di Tanis”, Pigmalione, 2004