Di Luisa Bovitutti

Iker fu un arciere che fece carriera nei ranghi dell’esercito di Montuhotep II, il quale attorno al 2040 a. C. fu incoronato re dell’Alto e Basso Egitto dopo aver vinto la guerra civile contro il Nord. La sua tomba, nella quale fu sepolto quattromila anni fa, è stata ritrovata intatta a Dra Abu el-Naga, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor.
Il sarcofago, nello stile tipico dell’IX dinastia, è dipinto di rosso, con una striscia bianca decorata da geroglifici policromi che attraversano le quattro facce laterali e il coperchio; i testi invocano Osiride, Anubi e Hathor, chiedendo loro di propiziare offerte e una buona sepoltura. Il nome di Iker, che significa “l’eccellente”, è scritto un’unica volta sui piedi della bara.



Accanto ad esso c’erano cinque frecce di canna e legno di acacia, con l’impennaggio ancora in buone condizioni; esse furono intenzionalmente spezzate in modo da non poter essere usate nell’Aldilà contro i defunti.


Lo scriba che decorò il sarcofago, inoltre, disegnò il geroglifico della vipera (corrispondente alla lettera f) con il collo tagliato, perché non prendesse vita e non attaccasse il defunto.

Iker fu collocato di traverso nella bara in modo che guardasse ad est, così ogni mattina poteva vedere il sole sorgere attraverso due grandi occhi dipinti su quel lato.


Sopra il corpo vennero posizionate quattro mazze di comando e due archi; una grande collana di perle di maiolica era posta sul suo petto; la sua mummia misura m. 1,57 metri e racconta che era di pelle scura e tratti nubiani, che morì a circa 40 anni, che durante l’adolescenza subì un duro colpo allo zigomo sinistro che gli lasciò l’osso deformato e che dovette soffrire di mal di schiena, avendo una lesione alla quinta vertebra lombare.
Nel corso dei secoli, l’acqua penetrò nella bara, causando inevitabili danni alla maschera in cartonnage ed al sudario che avvolgeva la mummia; nonostante i tratti nubiani di Iker, la sua maschera funeraria lo immortala con una carnagione gialla e una barba incipiente.

Nel maggio 2012, Iker è stato trasferito al Museo di Luxor, dove è attualmente in mostra, con i suoi archi, le frecce ed i bastoni di comando.

Tratto da un articolo apparso su National Geographic Portugal a firma José Manuel Galán. Fotografia José Latova/José Miguel Parra