Oggetti rituali

STATUETTE DI PRIGIONIERI

Prigioniero siriano, fango. NMEC. Dettaglio foto di David G.Robbins, 2022

Queste statuette di prigionieri, conservate al NMEC, appartengono alla XIX Dinastia, 1295-1186 BC.

Statuine come queste venivano utilizzate in rituali sacri che venivano svolti nei templi con l’intento di proteggere l’Egitto e il sovrano dai nemici.

I riti di esecrazione, diffusi in Egitto fin dall’Antico Regno, sono comparabili, semplificando, a moderni riti woodoo oppure esorcismi. Sulle statuine, con le sembianze del nemico, in questo caso i Siriani, venivano incisi degli incantesimi ed esse venivano legate con corde e gettate nel fuoco oppure fatte a pezzi.

Scrive Silverman, (Silverman, David P. Ancient Egypt. Oxford University Press, 2003):

Prigionieri siriani, NMEC. Courtesy of Merija Attua

I rituali servivano ad attirare il favore degli dei sulle campagne militari che il faraone portava avanti. Durante la XIX dinastia, in particolare, ci fu una forte spinta all’espansione delle terre d’Egitto e alla costruzione di templi con il rafforzamento del culto del faraone.

Perché le statuine venivano distrutte o bruciate? Secondo gli Egizi, la distruzione del nome o dell’immagine di una persona significava neutralizzarne il potere, poiché significava cancellarla dalla storia.

I rituali di stato venivano svolti per punire i ribelli e i traditori e per diminuire il potere dei nemici dell’Egitto ma lo stesso tipo di formule veniva usato in ambito privato.

Queste statuine, realizzate in fango, sono state trovate a Tura-El-Asmant.NMEC

Foto:

  • Merja Attia
  • David G. Robbins, 2022

Fonti e approfondimenti:

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