C'era una volta l'Egitto, III Periodo Intermedio

IL FARAONE OSORKON IV

Di Piero Cargnino

Alla fine del lungo regno di Sheshonq V sale al trono Usermaatre Osorkon IV, forse uno dei suoi figli e della regina Tadibast III.

Governa su di un territorio limitato a Tanis e Bubastis nel Delta orientale del Nilo; intorno i  principi libici e capi Meshwesh governavano i loro piccoli regni al di fuori della sua autorità. Sempre nel delta orientale la città Horbeit (Farbeto), pur dichiarandosi vassalla del sovrano si era dotata di un proprio governo.  Leontopoli era governata da un sovrano che viene inserito nella XXIII dinastia, in altre città come: Sma-Behdet, Mendes, Sebennito e Busiris governavano autonomamente principi libici pur sempre della stirpe della XXII dinastia.

Nell’Alto Egitto, per quanto riguarda Tebe e gran parte del territorio circostante, tutto era ormai sotto il controllo dei sovrani nubiani che avevano posto termine al governo del Primo Profeta di Amon e che daranno origine poi alla XXV dinastia.

Sulla esatta collocazione dinastica di Osorkon IV ci sono dubbi avanzati soprattutto dell’egittologo Karl-Heinz Priese nel 1970, sostenuto da un certo numero di studiosi, che lo colloca nella XXIII dinastia dopo il regno dell’oscuro re Peduast II. Come abbiamo più volte ripetuto questo è un periodo dove chi governava in modo particolare il basso Egitto era il caos, non gli effimeri sovrani che si alternavano sui vari troni. La situazione che riscontriamo è la più caotica e politicamente frammentata dell’antico Egitto, ed è in questa situazione che si trovò a governare l’ultimo erede dei sovrani taniti, Osorkon IV.

Tra tutti i vari principati e piccoli regni, a lui toccò in eredità la parte più orientale del Delta, territorio che presto sarà coinvolto in tutti gli sconvolgimenti politici e militari che affliggeranno il Vicino Oriente. Ma già poco dopo  la sua ascesa al trono si trovò, insieme agli altri sovrani del Basso e Medio Egitto, Nimlot di Hermopolis e Iuput II di Leontopolis, ad affrontare la “crociata” del faraone kushita Pianki, della XXV dinastia.

Osorkon IV si unì alla coalizione guidata dal Capo dell’Ovest Tefnakth ma ciò non valse a nulla, Pianki avanzò inarrestabile e gli avversari dovettero arrendersi. Osorkon IV e tutti gli altri sovrani si recarono ad Heliopolis, al tempio di Ra per sottomettersi e rendere omaggio al nuovo signore. La sottomissione dei quattro sovrani è riportata sulla “Stele della Vittoria” di Pianki, che la accettò autorizzandoli addirittura a mantenere i loro precedenti domini e autorità. L’unica condizione però era che essi non avrebbero mai dovuto entrare nel recinto reale in quanto non erano circoncisi ed inoltre erano mangiatori di pesce, cose abominevoli per i nubiani.

Di Osorkon IV molti affermano che sarebbe lo stesso faraone citato da fonti assire oltre che nella Bibbia, dove viene chiamato “So, re d’Egitto” (II Re; 17,4). All’epoca del suo regno in Palestina l’ultimo re d’Israele, Hoshea, rifiutò di continuare a pagare il tributo convenuto al re assiro Salmanassar IV chiedendo aiuto al re d’Egitto Osorkon IV. Cita la Bibbia (II Re 17; 4)

La maggioranza degli studiosi è convinta che il faraone citato come So fosse in realtà Osorkon IV. Ovviamente si tratta di una supposizione basata sulla concomitanza del periodo e non documentata. Per ragioni che non si conoscono il re So non aiutò Hoshea, rimase semplicemente neutrale, forse non aveva risorse sufficienti per fornirgli un aiuto concreto o forse ritenne che era più opportuno evitare di entrare in contrasto col potente impero assiro. Hoshea venne sconfitto e deposto dal re assiro  Salmanassar IV. Fu così che Israele cessò di esistere e molti dei suoi abitanti furono deportati in Assiria mentre coloni assiri e babilonesi occuparono Israele. Gli ebrei sopravvissero solo più nel regno di Giuda.

Come abbiamo detto più sopra Osorkon IV viene citato anche da fonti assire quando, nel 720 a.C. ci fu una rivolta in Palestina contro gli Assiri sotto la guida del re Hanun (o Hanuna), sovrano di Gaza che si rivolse per cercare l’aiuto  di “Pir’u di Musri” che molti ritengono significhi “Faraone d’Egitto” che al tempo era Osorkon IV. Le fonti di parte assira affermano che il faraone questa volta non si tirò indietro ed inviò un “turtami”, (generale dell’esercito) chiamato “Re’e (o Re’u) il cui nome egiziano era Raia con un seguito di truppe. Purtroppo fu un completo fallimento e la coalizione venne sconfitta nella battaglia di Raphia. Il generale Raia fece ritorno in Egitto mentre l’esercito assiro prese Raphia e Gaza che vennero saccheggiate e Hanun fu bruciato vivo.

Sempre da fonti assire apprendiamo che pochi anni dopo il re assiro Sargon II arrivò a premere sui confini egiziani. Osorkon IV (che gli assiri in questo caso chiamano Shilkanni) decise di adottare un atteggiamento diplomatico, si incontrò personalmente con Sargon presso il “Ruscello d’Egitto” (probabilmente el-Arish) offrendogli un regalo che Sargon apprezzò molto e lo descrisse come:

e con ciò si ritirò. Sull’identificazione di Shilkanni con Osorkon IV, diversi studiosi concordano con l’archeologo statunitense William F. Albright che nel 1956 la propose per la prima volta, non tutti gli studiosi concordano, in assenza di conferme alcuni sono incerti altri scettici.

Con Osorkon IV si chiude la XXII dinastia anche se in questo periodo parlare di dinastie nel vero senso della parola è un eufemismo, di fatto quelle che seguiranno sono già operative fino alla XXV di Pianki.

Fonti e bibliografia:

  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
  • Jurgen von Beckerath, “Chronologie des Pharaonischen Agypten”, Ed. Zabern, 1997
  • George Goyon,  “La scoperta dei tesori di Tanis”, Pigmalione, 2004
  • Jurgen von Beckerath, “Osorkon IV = Eracle”,  Gottinger Miszellen, 1994
  • Dodson Aidan, “L’arrivo dei kushiti e l’identità di Osorkon IV”,  Editoria Cambridge Scholars, 2014
  • Kenneth Kitchen, “Il terzo periodo intermedio in Egitto (1100–650 a.C.)” 3a ed, (Warminster: 1996

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