Di Piero Cargnino

Certamente non molliamo e continuiamo con questa XXII dinastia, anche perché quella che seguirà non è certo più chiara. Parliamo di Sheshonq III che Manetone non cita esplicitamente nella sua lista reale ma, come per altri sovrani, si deduce la sua esistenza dallo studio delle iscrizioni sui sarcofagi dei tori Hapi presenti nel Serapeo di Saqqara.

A questo punto della XXII dinastia l’unico vero aiuto ci viene fornito proprio da questi reperti, in particolar modo dalle date iscritte sui sarcofagi dei tori dove è riportata la data di nascita e di morte del toro riferita all’anno di regno del sovrano. Grazie a queste date si è potuto stabilire che Sheshonq III regnò almeno cinquantadue anni.

Dal punto di vista dinastico non è chiaro neppure il suo legame di parentela con il suo predecessore Takelot II. E’ noto però che il figlio di Takelot II, il Gran Sacerdote a Tebe Osorkon (B?), continuò il suo sacerdozio fino al ventinovesimo anno di regno di Sheshonq III; da ciò si deduce che non si creò nessun problema per la successione.
In un primo momento si ritenne che Sheshonq III fosse il faraone che aveva regnato più a lungo, ma la durata del suo regno venne ridimensionata nel 1993 in seguito alla scoperta, da parte dell’egittologo Aidan Dodson, con il quale concordano anche von Beckerath e Kitchen, dell’esistenza di un Sheshonq IV.

Di Sheshonq III, oltre a quanto abbiamo già accennato trattando di altri sovrani, conosciamo ben poco, quanto basta però a stabilire che fu con lui che si sfaldò definitivamente il potere reale che segnò, anche sotto l’aspetto formale, la definitiva fine dell’unità dell’Egitto.
Al momento della sua ascesa al trono l’Egitto si trovava in una pessima situazione politica, nel Basso Egitto, la regione del Delta era interamente sotto il controllo del sovrano di Tanis; il caos era nel Medio Egitto dove ciascuna grande città si era costituita come principato autonomo governata da capi militari o collegi sacerdotali.

Nell’Alto Egitto, nell’intera regione di Tebe, proseguiva l’ormai più che decennale guerra tra due pretendenti al titolo di Primo Profeta di Amon che gli avrebbe garantito l’effettivo governo della regione. La situazione divenne ulteriormente complicata quando Petubastis I, possibile discendente della famiglia reale, si proclamò re dell’intero Egitto e si instaurò a Leontopolis dove fonderà la XXIII dinastia.

Di li a qualche anno Horsaset (II) riuscì ad occupare Tebe ed a proclamarsi Primo Profeta di Amon, ma non successe nulla e riconobbe ufficialmente l’autorità di Petubastis I adottando pure come data sui suoi documenti gli anni di regno di quest’ultimo. Stranamente, considerando la complessità della situazione, non si arrivò a scontri diretti tra i vari regnanti anzi si instaurò un delicato equilibrio che si cercò di garantire con matrimoni e scambi di incarichi.

Lo stesso Horsaset nominò comandante militare delle truppe tebane un figlio di Sheshonq III.
Alla sua morte Sheshonq III fu sepolto a Tanis in una tomba preparata appositamente per lui oggi contrassegnata come NRT V, ovviamente anche questa fu violata e saccheggiata fin dall’antichità, la sua mummia venne trasferita come altre nella tomba di Psusennes I.

Fonti e bibliografia:
- Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
- Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
- Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
- Jurgen von Beckerath, “Chronologie des Pharaonischen Agypten”, Ed. Zabern, 1997
- George Goyon, “La scoperta dei tesori di Tanis”, Pigmalione, 2004
- Kenneth Kitchen, “Il terzo periodo intermedio in Egitto (1100–650 a.C.)” 3a ed, (Warminster: 1996