Di Piero Cargnino

L’esistenza di Hedjkheperre Setepenre, poi titolato Sheshonq IV, ci è pervenuta solo nel 1986 proposta dall’egittologo britannico David Michael Rolh il quale ha rivisto la cronologia di alcune civiltà, in particolare dell’Egitto e di Israele, dando vita ad una nuova cronologia alternativa non convenzionale. Suggerì che di Sheshonq ce n’erano due con lo stesso praenomen Hedjkheperre, uno era Sheshonq I, noto fondatore della XXII dinastia, l’altro era un faraone che si collocava nella seconda metà della dinastia, che Rolh chiamò Hedjkheperre Sheshonq B del quale non era conosciuta l’esatta collocazione all’interno della dinastia. Analizzando l’ipotesi di Rohl (suggeritagli per la prima volta da Pieter Gert van der Veen nel 1984), anche Aidan Dodson aderì alle teorie di Rolh confermandone la validità, concordano con lui anche altri egittologi quali Jurgen von Beckerath e Kennet Kitchen. Alcuni lo collocano tra Sheshonq III e Pami, circa un ventennio prima. Dodson sostenne che questo non era il precedente Hedjkheperre Sheshonq, il quale portava epiteti semplici nel suo titolo Sheshonq Meriamun, mentre quelli di quest’ultimo Sheshonq erano molto più complessi. Sheshonq IV, pur avendo lo stesso praenomen di Sheshonq I porta un nomen del tutto particolare, “Sasanq Meriamon Sa-Bast Neterheqauaset Neterheqaon” che stanno ad indicare che il sovrano è “Meriamon” (figlio di Amon), “Sa-Bast” (figlio di Bast) oltre che “Neterheqauaset Neterheqaon” (potente signore di Tebe, potente signore di Eliopoli). Sappiamo che dovrebbe essere salito al trono dopo Petubastis I ma non sappiamo a quale titolo ciò avvenne, sicuramente non per diritto ereditario. Pare che Sheshonq IV abbia regnato per sette anni, per quanto riguarda la sepoltura gli studiosi ritengono che sia stato sepolto nella stessa tomba di Sheshonq III, la NRT V (della quale abbiamo già parlato a proposito di Sheshonq III) dove sono stati rinvenuti due sarcofagi, uno riportava il nome di Sheshonq III mentre l’altro era anonimo ed era chiaro che era stato inserito nella tomba in un secondo tempo in base alla sua posizione nella tomba. Fra i numerosi frammenti di vasi canopi alcuni portavano il nome di Hedjkheperre-Setepenre Meriamon Sa-Bast Neterheqaon.
Fonti e bibliografia:
- Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
- Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
- Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
- Jurgen von Beckerath, “Chronologie des Pharaonischen Agypten”, Ed. Zabern, 1997
- George Goyon, “La scoperta dei tesori di Tanis”, Pigmalione, 2004
- Kenneth Kitchen, “Il terzo periodo intermedio in Egitto (1100–650 a.C.)” 3a ed, Warminster: 1996
- N.Dautzeberg, “Bemerkungen zu Schoschenq II., Takeloth II. und Pedubastis II”, Guttinger Miszellen, 1995
- Aidan Dodson w Dyan Hilton, “The Complete Royal Families of Ancient Egypt”, Thames & Hudson, London 2004
- Jurgen von Beckerath, “Das Verhältnis der 22. Dynastie gegenüber der 23. Dynastie”, 2003