C'era una volta l'Egitto, III Periodo Intermedio

AI CONFINI DELL’EGITTO

Di Piero Cargnino

Direi che per meglio comprendere gli avvenimenti che seguiranno, in modo particolare quello che succederà nella XXV dinastia, sarebbe il caso di farci un giro attorno, non a noi stessi ma a quello che fu un tempo l’impero egizio.

Mentre nelle Due Terre regna il caos, il paese è ormai diviso in un grande numero di principati, in preda ad altrettanti governanti che si attribuirono titoli regali inesistenti, il loro potere si estende talvolta solo sulla città che governano, si stuzzicano ogni tanto con qualche scaramuccia senza senso. Intanto il popolo langue, la Maat non esiste più, a fatica cerca di sopravvivere come se nulla fosse ma nell’aria aleggia una cupa atmosfera, diffuso ovunque è quel senso di paura di cosa succederà e nel contempo la nostalgia di quando l’Egitto era una potenza che incuteva timore solo a nominarla.

I grandi Montuhotep, Tutmosi, Ramses che avevano donato a questo popolo benessere e rispetto che andava ben oltre i confini dell’impero, dove sono? I nuovi padroni libici ormai pensavano solo a se stessi e non si preoccupavano minimamente delle sorti del paese. Ma altre potenze invece, ben consce di quello che accadeva in Egitto attendevano solo il tempo giusto per farsi sotto.

  

In oriente era ormai una realtà la potenza assira dove Asarhaddon, succeduto al padre Sennacherib, continuava la sua espansione, sconfitti i Cimmeri ed i Medi si rivolse poi alla zona occidentale della Fenicia, conquistò e saccheggiò Sidone, invase il regno di Giuda e catturò il re, Manasse, deportandolo a Babilonia come cita la Bibbia:

Nei confronti dell’Egitto per il momento i contrasti sono limitati ad alcuni scontri di frontiera ma ce li troveremo in Egitto tra poco più di un ventennio all’epoca del faraone Taharqa, XXV dinastia.

Visto l’inesorabile e lento declino dell’Egitto anche la Nubia iniziò ad alzare la testa. Il regno di Kush da tempo ambiva all’indipendenza, già fin dal 1320 a.C. aveva iniziato una lenta espansione verso settentrione, nell’attuale regione di Abu Simbel, intorno al 1000 a.C. occupò la zona di File e di Elefantina.

Ma fu solo nel 784 a.C., durante i regni di Sheshonq IV o di Osorkon III che raggiunse la piena indipendenza dall’Egitto. Il regno di Kush visse un periodo fiorente e sviluppò commerci con altri stati, secondo alcuni studiosi Kush sarebbe il biblico territorio di Ofir dove avevano sede le famose “Miniere di re Salomone” dalle quali la regina di Saba traeva l’oro che inviava a Salomone:

(trovo perlomeno curioso il fatto che il numero 666, o “Numero della Bestia”, ricorra tre volte nella Bibbia, due nel Vecchio Testamento ed una nel Nuovo).

Ma ora torniamo alla Nubia (o Kush), passati i restanti “presunti sovrani” della XXIII dinastia, con la XXIV si chiude il periodo libico e, quella che segue, la XXV, che vedrà sul trono delle Due Terre i sovrani provenienti da Kush, è chiamata appunto la “Dinastia dei Faraoni Neri”.

Fonti e bibliografia:

  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
  • Jurgen von Beckerath, “Chronologie des Pharaonischen Agypten”, Ed. Zabern, 1997
  • Kenneth Kitchen, “Il terzo periodo intermedio in Egitto (1100–650 a.C.)” 3a ed, Warminster: 1996
  • Aidan Dodson w Dyan Hilton, “The Complete Royal Families of Ancient Egypt”, Thames & Hudson, London 2004
  • Jurgen von Beckerath, “Das Verhältnis der 22. Dynastie gegenüber der 23. Dynastie”, 2003

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