Oggetti rituali

IL DISCO IPOCEFALO

Ipocefalo di Irethorrou, XXX dinastia, lega di rame, oggi custodito al Louvre (cat. n. 3526). Diametro di 14,6 cm.,
Esso è suddiviso in due opposte sezioni, ognuna delle quali contiene più registri.
Il registro più ampio rappresenta la forma segreta di Amon Ra, raffigurato con quattro teste d’ariete che ne riflettono l’onnipotenza. I testi che compaiono sul disco sono rituali rivolti ai vari aspetti attribuiti al dio nella sua città sacra di Eliopoli. Egli è inoltre rappresentato come un uomo a due teste, nel registro superiore.
La seconda metà si divide in tre registri. In quello inferiore troviamo la Barca Solare notturna e quella della Luna, con sembianze di babbuino. Quello centrale contiene il riferimento al nome segreto del dio, evocato da tre geroglifici: un ariete, una foglia di ninfea e un leone, che costituiscono tre riferimenti grafici alla manifestazione del dio dal nome perfetto (non pronunciabile). La figura divina compresa in questo registro allude all’eterno ciclo del sole, con immagini inusuali che alludono alla complessità ed al mistero della divina essenza del dio Creatore.  https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl010038138
https://egittophilia.freeforumzone.com/…/discussione…

Il disco ipocefalo (“che sta sotto la testa”) è un amuleto funerario a forma di disco piatto e solo occasionalmente concavo, generalmente realizzato in lino stuccato, oppure in papiro, bronzo, oro, legno o argilla, con un diametro variabile da 8,0 a 23,0 cm. che rappresentava il sole, simbolo di rinascita perché gli Egizi ritenevano che viaggiasse la notte attraverso il mondo dei morti per poi risorgere il giorno successivo in quello dei vivi.

Esso venne utilizzato dalla XXVI alla XXX dinastia – tra il 662 ed il 342 a. C. – per le sepolture dei membri del clero e dei loro familiari ed in particolare a Tebe per i sacerdoti e le sacerdotesse di Amon, ad Akhmim per quelli di Min ed a Menfi per quelli di Ptah.

Ipocefalo di Neshorpakhered, da Tebe, tardo periodo tolemaico, oggi al BritishMuseum di Londra. In alto è raffigurata una divinità a due teste in forma umana che regge uno stendardo del dio Upuaut dalla testa di sciacallo. A sinistra e a destra due barche sulle quali viaggiano un falco con le ali spiegate e una figura mummiforme con testa di falco chiaramente riconoscibile come il dio del sole. Di fronte a lui è raffigurato lo scarabeo, anch’esso manifestazione del sole. Nel registro centrale il dio Amon Ra è raffigurato come una divinità mummiforme con quattro teste di ariete, adorato da coppie di babbuini. Ruotando il disco di 180 gradi, si trova il terzo registro che raffigura una mucca di fronte ai quattro figli di Horus e ad uno scarabeo. Dietro di essa c’è una figura femminile la cui testa è l’occhio “wedjat” all’interno di un disco, e una figura seduta con il braccio alzato che affronta un serpente con gambe umane. Questa parte dell’oggetto è parzialmente danneggiata.
https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA36188

Il disco ipocefalo doveva essere preparato secondo le istruzioni dei cosiddetti “testi supplementari” che nel corso dei secoli furono gradualmente integrati nel Libro dei Morti.

L’incantesimo 162 (“formula per far nascere una fiamma sotto la testa del beato”) prescriveva infatti che venisse posto sotto la testa del defunto perchè lo proteggesse nell’Oltretomba e perchè, grazie alle formule magiche ed alle invocazioni ad Amon su di esso iscritte, emettesse la luce e l’energia che gli avrebbero dato la vita ultraterrena, facendolo “apparire di nuovo come uno che è sulla terra” e trasformandolo in un dio.

Ipocefalo di Tanetirt, suonatrice di sistro di Amon Ra, cartonnage,
da Tebe, 300 a. C., ora al RMO di Leiden, Foto di Rob Koopman da Leiderdorp, Paesi Bassi
https://commons.wikimedia.org/…/File:Hypocephalus_(rmo…

Le superfici degli ipocefali erano riccamente decorate e iscritte; normalmente sul bordo si trova inciso un testo circolare (quasi sempre un estratto dal citato capitolo 162 del Libro dei Morti), che delimita la sezione interna a sua volta suddivisa in due, tre o quattro registri orizzontali.

Il tipo a quattro registri con due emisferi opposti che rappresentano sopra il mondo degli uomini e il cielo diurno e sotto, specularmente, l’Oltretomba e il cielo notturno è stato forse il primo ad essere utilizzato ed è il più diffuso.

Ipocefalo del sacerdote di Thot di nome Pa-sheri-Khonsu, Diametro 14.5 cm, realizzato in papiro, Museo civico di Bologna, Numero di inventario: MCA-EGI-EG_2025.
Nel registro centrale è riconoscibile Amon-Ra con quattro teste di ariete, accoccolato al suolo e adorato da quattro babbuini; attraverso questa immagine si associava il defunto al sole e alla sua rinascita eterna salutata appunto dai babbuini con alte grida.
http://www.museibologna.it/…/47680/id/48733/oggetto/48737/

La decorazione dei registri era personalizzata, perché ognuno di essi aveva iconografia e testi differenti, scelti dal committente in base alla propria sensibilità.

Elemento imprescindibile era l’immagine della vacca sacra perché il capitolo 162 del libro dei morti descriveva l’ipocefalo come un pezzo di papiro nuovo sul quale è stata disegnata una vacca da collocare sotto la testa del defunto, ma non sempre queste indicazioni venivano rispettate.

Tutti, comunque, riportano le immagini di divinità solari (di solito Amon Ra) e formule magiche che garantivano al defunto a poco prezzo una protezione analoga a quella offerta dalle iscrizioni nelle tombe e dai papiri funerari.

Ipocefalo di Tasheritenkhonsu, XXVI dinastia – Periodo tardo – greco romano, lino e gesso, Diametro di 21,20 cm., BM/Grande numero EA35875. L’amuleto è decorato con quattro registri recanti le tradizionali immagini di Amon Ra con quattro teste di ariete il cui sorgere è salutato dai babbuini urlanti, della vacca sacra, delle divinità (Sokar?, Hathor? e Khnum) e dei Figli di Horus.
https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA35875

FONTI:

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