III Periodo Intermedio, Mai cosa simile fu fatta

STATUA CUBO DI HOR

Statua cubo di Hor, figlio di Ankhkhonsu. XX Dinastia; scisto, altezza cm 51
Karnak, Tempio di Amon-Ra, cortile della Cachette – Scavi di Georges Legrain 1904
Museo Egizio del Cairo – JE 37150

Questa bellissima scultura fu rinvenuta intatta all’interno della fossa, dove probabilmente in Epoca Tolemaica, furono sepolte le centinaia di statue che decoravano il tempio di Amon-Ra a Karnak.

Il personaggio effigiato si chiama Hor, ed era un sacerdote di Montu, la divinità con la testa di falco originaria di Armant, che prima di essere soppiantato da Amon-Ra, era patrono di Tebe.

Nonostante l’importanza di questa divinità fosse diminuita, Montu continuava ugualmente a ricevere l’appellativo di “Signore di Tebe’, come risulta dal l’iscrizione incisa sul davanti della statua.

Qui é anche riportata la genealogia di Hor, la cui famiglia, per almeno cinque generazioni, appare legata funzioni sacerdotali di ambiente Tebano.

Hor è effigiato nella classica posizione della statua-cubo, un tipo di scultura che fa la sua prima comparsa durante il Medio Evo e ricompare, a intervalli nel corso di tutta la storia faraonica successiva.

La scelta di questo modello statuario riporta all’arcaismo, che è una componente caratteristica di tutta l’arte della XXV Dinastia.

Il recupero di forme e stili di epoche anteriori rientra in quel tentativo, operato dai sovrani nubiani di affermare la propria legittimità al trono attraverso l’utilizzo di un linguaggio formale ispirato alla più pura “egizianità” riscontrabile in ogni manifestazione artistica del periodo.

Nella statua di Hor il rimando all’antico è testimoniato dalla scelta della doppia parrucca, che richiama i modelli del Nuovo Regno.

  

Si rileva anche una sorta di recupero degli schemi arcaici: lo dimostra il fatto che la statua-cubo non è risolta entro un’unità geometrica compatta, come negli schemi classici, ma attraverso una esaltazione del corpo dell’individuo, dove l’artista non conosce soltanto il modello da cui ha tratto ispirazione, ma anche dove questo tragga origine, ovvero dalla figura di uomo seduto sui propri calcagni.

In questo modo, contrariamente ad opere simili, la statua di Hor, più che racchiudere in un insieme raccolto il corpo della persona, gli permette di fuoriuscire in una serie di linee curve che rendono questa scultura vibrante e carica di tensione.

NOTA FILOLOGICA A CURA DI NICO POLLONE

Il testo inciso tra i piedi del personaggio riguarda le relazioni parentali, di nome proprio e di titolatura.

  

Li propongo così:

Fatto (generato-creato) dal grande figlio di suo figlio….

Grande padre…

Hor

Sacerdote stolista (il sacerdote addetto alla vestizione del dio) di Amon giustificato.

Fonte

Tesori Egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Francesco Tiradritti – Edizioni White Star

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