Mai cosa simile fu fatta

LA STATUARIA DELLA XXV DINASTIA

Testa colossale di un sovrano kushita
Karnak ( provenienza incerta) – Tempio di Amon-Ra
XXV Dinastia
Granito rosso, Altezza 35 cm
Il Cairo, The Egyptian Museum, CG 1291

Questa testa, staccata da una monumentale figura stante, è uno degli esempi migliori di scultura ufficiale a tutto tondo della XXV Dinastia. In particolare la curva a S delle righe nasolabiali e la forma delle sopracciglia fanno propendere per un’identificazione con il faraone Shabataka (Shebitko). Come copricapo il sovrano Indossa il tipico copricapo Kushita dall’ampia fascia frontale e un doppio ureo, in questo caso quasi totalmente distrutto.

I sovrani della XXV Dinastia originari della Nubia, dopo secoli di sottomissione del loro paese alla madre patria egizia, si sentivano finalmente legittimi successori dei faraoni.

Si fecero raffigurare secondo i canoni della tradizione egizia, introducendo elementi stilistico propriamente kushiti.

Tipiche espressioni di questa tendenza sono il volto rotondo dai lineamenti africani, il collo tarchiato e la corporatura atletica.

Innovazioni iconografiche sono rappresentate, per esempio, dal doppio ureo sulla fronte, il copricapo aderente.

Lo stile delle opere private si orientò, come già in passato, su quello della scultura ufficiale, sculture che riprendevano la tradizione del Nuovo Regno oppure si rifacevano a forme stilistiche di epoche più antiche.

Testa di una statua di Taharqa
Karnak (provenienza incerta) – XXV Dinastia
Granodiorite grigia, altezza 36,5 cm, larghezza 24 cm
Il Cairo The Egyptian Museum, CG 560

Questa testa rinvenuta a Luxor è stata identificata come appartenente al sovrano kushita Taharqa, il massimo rappresentante della XXV Dinastia, grazie alle tracce di un’iscrizione sul pilastro dorsale. Ma sarebbero bastati gli elementi stilistici quali il volto tondo, il naso largo e il collo tarchiato per attribuirla con certezza alla XXV Dinastia.
Altre caratteristiche sono i particolari iconografici, come il doppio ureo, oggi mancante, sul ” copricapo kushita”, ora di ruvida pietra ma in origine realizzato con lamina d’oro, sopra il quale poggiava la tradizionale Doppia Corona egizia.

Iniziarono i primi “Ritratto di anziano” che si sarebbero diffusi nella XXVII Dinastia.

I reperti scultorei databili con certezza a quell’epoca si limitano, purtroppo a pochi frammenti.

I sovrani indossano quasi sempre la Corona Azzurra, i lineamenti sono fortemente idealizzati ma espressivi.

Sono invece sopravvissuti numerosi esempi di scultura privata, per la quale veniva utilizzata prevalentemente la pietra dura di colore scuro e che si distingueva per le superfici lucide.

L’iconografia più diffusa era quella della statua teofora: il committente era ritratto stante, inginocchiato o accovacciato e reggeva davanti a sé la figura di una divinità stante o inserita in un naos..

Testa di una statua del faraone Amasi
Sais, XXVI Dinastia
Ardesia, altezza 24 cm
Berlino SMPK, Agyptisches Museum, 11864
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Durante il periodo saita e le dinastie successive, l’ardesia, che si estrarva nel Wadi Hammamat, tornò a essere molto usata come materiale per statue ed elementi architettonici, in ambito ufficiale e privato.  Questa testa, attribuita per motivi stilistici al faraone Amasi, mostra l’elemento figurativo tipico della sua epoca, entrato nella terminologia artistica come “sorriso saita” e che probabilmente ha influenzato anche le figure arcaiche dei kuroi greci. Il copricapo nemes indossato dal sovrano è decorato con un ureo singolo (oggi staccato), quasi un’eccezione per le figure reali di quel tempo. Molto più spesso il sovrano era ritratto con la Corona Azzurra, con molta probabilità per distinguersi dalla precedente Dinastia kushita, che aveva quasi del tutto abbandonato questa forma di corona

La parrucca a borsa scomparve come nuovo elemento distintivo.

Accanto a una elevata quantità artistica e di esecuzione, esse non rappresentavano semplici imitazioni del passato, ma trasmettevano un messaggio inconfondibile e originale grazie all’introduzione degli elementi elaborati.

Caratteristica stilistica delle sculture ufficiali e di quelle private era un sorriso accennato che avrebbe conti a persistere nell’arte greca.

Fonte

Egitto la terra dei faraoni – Regine Schulz e Matthias Seidel – Konemann.

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