Mai cosa simile fu fatta

STATUA MAGICA DI DJED HOR

Granito nero, altezza cm 78, lunghezza cm 43, larghezza cm 35
Base: altezza cm 38, lunghezza cm 93, larghezza cm 56
Tell Atrib (Athribi) – Rinvenuta casualmente nel 1918
Periodo Tolemaico
Museo Egizio del Cairo JE 46341

Questa particolare statua coniuga un insieme di elementi della religiosità nell’Epoca Tarda: un personaggio che sostiene una stele apocratea e un bacino per la raccolta dell’acqua sacra, scavato davanti davanti alla stele nella spessa base parallelepipeda.

Il personaggio è scolpito rispettando la tipologia delle statue a cubo: le gambe riportate al petto e le braccia incrociate sulle ginocchia, indossa un copri parrucca a borsa che gli lascia scoperte le orecchie, una barba liscia che collega il mento al piano delle braccia.

Il volto è ovale con lineamenti regolari: i piccoli occhi sono protetti dalle arcate sopracciliari , il naso diritto e bocca piccola.

Il corpo è completamente ricoperto di testi geroglifici.

Davanti, appoggiata ai suoi piedi, si trova una stele apocratea, denominata anche ” stele dei coccodrilli” o “cippo di Horus”.

Si tratta di un monumento peculiare dell’Epoca Tarda, le cui dimensioni variano di pochi centimetri fino quasi a un metro.

Vi è raffigurato Arpocrate, ovvero “Horus bambino”, nella maggior parte dei casi di prospetto, talvolta anche con le gambe di profilo, in piedi su una coppia di coccodrilli, mentre stringe animali sethiani, cioè considerati collegati al dio Seth, in genere serpenti, scorpioni, orici e leoni.

La figura è protetta dalla testa del dio Bes, che la sovrasta.

Le raffigurazioni e i testi sono attinenti all’episodio mitico in cui la dea Iside cerca di proteggere il figlio Horus da Seth che lo vuole uccidere.

Il mito, che costituisce la base su cui si fonda la monarchia egizia, stabilendone la successione, il destino vittorioso del faraone sul caos e il suo legame con il divino, viene usato in Epoca Tarda come formula di protezione individuale, perde cioè il suo referente cosmico, Arpocrate, superate le insidie di Seth, diviene protettore di coloro che vengono minacciati dagli stessi animali che misero in pericolo la sua vita.

Infatti il verso sulla stele è solitamente occupato da testi che raccontano il mito e contengono formule per la sconfitta del male.

Mentre le stele venivano utilizzate privatamente come amuleti, le statue magiche o guaritrici, rappresentanti uomini che sostituivano il dio Arpocrate nella funzione di guaritore, era poste in luoghi pubblici, dove ci si poteva rivolgere per ottenere aiuto o protezione.

Esse erano viste come interceditrici presso gli dei, cioè rivestite di una funzione che in passato era riconosciuta unicamente al faraone.

Il bacino posto davanti ai piedi del personaggio serviva a raccogliere l’acqua che, dopo aver bagnato la stele, veniva utilizzata a scopo terapeutico .

Fonte

Tesori egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Rosanna Pirelli -Edizioni White Star

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