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RILIEVO DI ISIDE ED ARPOCRATE

Calcare, altezza cm 75, larghezza cm 56
Bant Harith (Tbeadelfia) – Età Romana
Museo Egizio del Cairo – JE 47108

Il rilievo raffigura Iside e Arpocrate inquadrati fra due piccole colonne.

La presenza di questi elementi architettonici solitamente fornisce alla composizione l’aspetto di un naiskos, cioè un piccolo tempio.

In questo caso, per le sue dimensioni decisamente sproporzionate rispetto allo spazio disponibile, la figura femminile sembra quasi fuoriuscire dalla cornice.

Il corpo della dea, piuttosto massiccio, non pare armonizzare con le proporzioni del braccio.

Il chitone è realizzato semplicemente con una serie di tratti che si incrociano al centro del busto.

Sul collo altre due linee a rilievo suggeriscono la presenza di una collana.

La figurazione dell’acconciatura appare scandita dalla rigida successione di volumi geometrici.

Dalla scriminatura centrale si dipartono due serie di incisioni parallele con andamento leggermente ricurvo; a queste in corrispondenza delle tempie, si sovrappongono due fasce di incisioni curvilinee ripiegate verso l’alto.

Su entrambe le spalle scendono tre ciocche di capelli che incorniciando il volto e la scollatura.

L’identificazione con Iside è avvallata dalla presenza dagli attributi tipici della dea: sul capo il disco lunare iscritto dalle corna di vacca, nella mano destra le spighe di grano.

Arpocrate fa capolino dietro la spalla destra, il volto è caratterizzato da un sorriso impertinente, che richiama l’influenza ellenistica della tipologia di Eros, cui la divinità venne assimilata

Sul capo poggia la corona del Basso e Alto Egitto.

Iside pur essendo una divinità egizia, venne accolta nel pantheon romano, in ogni parte dell’impero sorsero templi a lei dedicati: era il nume tutelare della fertilità, della prosperità.

Per questo motivo era spesso assimilata da Artemide, come attestano le spighe di grano strette in mano.

Il risultato complessivo di quest’opera è modesto, quindi è possibile che si tratti di un lavoro il cui schema compositivi, legato alla tradizione scultore a romana, fosse stato realizzato da un artigiano locale.

Fonte e fotografia

Tesori Egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – fotografia Araldo De Luca – Edizioni White Star

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