Piccola Guida Turistica, Tombe, XX Dinastia

LA TOMBA DI AMONHERKHOPESHEF (QV55)

Amonherkhopeshef, defunto, viene presentato ad Iside dal padre Ramesses III.
Il principe è rappresentato come un bambino e tiene in mano il ventaglio ad una sola piuma che lo qualifica come “flabellifero alla destra del re”, titolo riservato ai figli del sovrano ed alle persone a lui particolarmente vicine. Potrebbe anche simboleggiare la piuma di Maat e quindi la sua condizione di defunto giustificato.
FOTO: kairoinfo4u

Del principe Amonherkhopeshef si sa poco; Dodson ed Hilton lo identificano come Amonherkhopeshef B per distinguerlo da Amonherkhopeshef A figlio primogenito di Ramses II premorto al padre e da Amonherkhopeshef C figlio di Isis e di Ramses III divenuto re con il nome di Ramses VI.

Dall’intricato e controverso albero genealogico della XX dinastia così come ricostruito dai due studiosi si evince solo che era uno degli otto figli maschi di una regina non identificata e che era fratello di Ramses VIII e fratellastro di Ramses IV, Ramses VI e Pentawere, che insieme alla madre Tiye e ad alcuni cortigiani ordì la famosa Congiura dell’Harem nella quale il sovrano venne assassinato.

Le iscrizioni nella sua tomba nella Valle delle Regine attestano che egli portava i titoli di “figlio del re del suo corpo che ama”, “principe ereditario”, “scriba reale”, “grande comandante della cavalleria”; pare essere deceduto all’età di 15 anni, prima del padre.

Egli compare con estrema probabilità nella processione di dieci principi figli di Ramses III che il Faraone fece scolpire sulle pareti del tempio di Medinet Habu; egli omise di indicarne nomi e titoli, che furono fatti inserire da Ramses VI, il quale non necessariamente rispettò l’ordine di nascita.

Il corteo di principi è guidato da Ramses IV, seguito al secondo ed al terzo posto da due personaggi ai quali Ramses VI (Amonherkhepshef C) attribuì i propri cartigli reali ed i titoli a suo tempo portati dall’omonimo fratello defunto; nella processione figura anche un terzo Amonherkhepshef “Portatore di ventaglio alla destra del re, figlio del re del suo corpo” che forse è lo stesso Ramses VI con i titoli che rivestiva quando le immagini furono scolpite ed era ancora ben lontano dal trono.

I principi compaiono anche in un rilievo di Karnak ed in un altro di Medinet Habu nei quali sono ritratti mentre partecipano alla Festa in onore del dio Min e trasportano a spalla il palanchino sul quale è assiso Ramses III, ed infine otto di essi sono raffigurati nel rilievo di una cappella mentre fanno offerte al padre.

Particolare (ricostruito e colorato) della processione in onore di Min, alla quale partecipano i figli reali.

La descrizione della tomba

La tomba del principe Amonherkhepeshef fu scoperta nel 1904 da Ernesto Schiaparelli, all’epoca direttore del museo Egizio di Torino, ed ha la classica struttura a siringa: un lungo corridoio discendente a gradini porta a due ambienti successivi collocati sul medesimo asse ed infine ad una camera sepolcrale dal soffitto basso che contiene un sarcofago antropomorfo incompiuto di granito; sulla parete destra di ognuna delle due camere intermedie si apre un annesso.

Ramses III e suo figlio dinanzi al dio Imset o Amset, uno dei quattro figli di Horus.
Egli aveva la testa umana ed era un dio funerario, rappresentato sul vaso canopo contenente il fegato. Era collegato ad Iside.
FOTO di Kairoinfo4u, da Flickr

Essa venne rinvenuta già profanata nell’antichità, e non v’era traccia nemmeno della mummia del suo occupante, che tuttavia potrebbe essere stato inumato nella KV13, dove gli scavi hanno rivelato un sarcofago di Tausert riscolpito con il suo nome; nella QV55 venne invece rinvenuta una scatola contenente i resti di un feto di sei mesi, ancora oggi esposto nella tomba all’interno di una teca.

In questo rilievo il Faraone effettua fumigazioni in onore di Ptah, che si trova in piedi in un santuario; egli è raffigurato mummiforme e con una calotta blu sul capo.
Secondo la cosmogonia di Menfi era il dio che concepì il mondo con il potere dei suoi pensieri e delle sue parole.
Foto Mick Palarczyk e Paul Smit.

Un esteso intonaco dipinto a rilievo incassato sopravvive in tutto l’ipogeo, salvo che negli annessi e nella camera sepolcrale; il tema decorativo ha come protagonista il sovrano che accompagna il figlio deceduto al cospetto degli dei.

Ramses III rende omaggio ad una divinità. Del tutto particolare è la corona “cappuccio” indossata dal sovrano, simile alla calotta del dio Ptah, già attestata nell’Antico regno ed introdotta dai re kushiti. Essa veniva indossata durante i culti e si pensa che identificasse un figlio reale o divino. Solitamente gialla o blu era talvolta decorata con cobra, piume di struzzo o come in questo caso con il falco Horus. I resti di quella che sembra essere una di queste corone sono stati trovati sulla mummia di Tutankhamon. Essa consisteva in una fascia d’oro avvolta attorno alle tempie che fissava una calotta di lino, tenuta in posizione da un nastro annodato nella parte posteriore della testa e decorata con quattro cobra di perline di vetro di colore oro, rosso e blu.
https://www.reddit.com/…/Cow…/comments/tc6f6i/cap_crown/
FOTO di Kairoinfo4u

Le scene sono molto delicate e coloratissime; Amonherkhopeshef è rappresentato come un bambino (ha ancora la treccia dell’infanzia) e tiene in mano il ventaglio ad una sola piuma che lo qualifica come “flabellifero alla destra del re”, titolo prestigioso riservato ai figli del sovrano ed alle persone a lui particolarmente vicine oppure come defunto giustificato, in quanto simboleggia la piuma di Maat e l’esito positivo della psicostasia.

Ramses III e Duamutef, uno dei figli di Horus.
FOTO di Kairoinfo4u da Flickr

Egli quasi si nasconde timidamente dietro il padre, che rende omaggio agli dei più importanti del Pantheon egizio e lo presenta personalmente ad ognuno di loro.

Sulle pareti, inoltre, sono stati riprodotti alcuni capitoli del Libro dei Morti.

Questo rilievo ritrae il dio Ptah-Tatenen. Tatenen era una divinità funeraria rappresentante la terra emersa dal Caos primordiale, che venne in seguito associata al principale dio menfita Ptah nella forma Ptah-Tatenen, creatore dell’energia primordiale.
Generalmente veniva rappresentato con aspetto mummiforme, la barba ed il “nemes” adornato con due piume, corna ritorte e disco solare. A questa divinità si attribuisce di aver portato nel mondo il pilastro djed che in seguito sarà associato al dio Osiride.
FONTE: https://it.wikipedia.org/wiki/Tatenen
Foto Mick Palarczyk e Paul Smit.

Questo rilievo raffigura Ramses III davanti a una divinità. Il sovrano indossa un magnifico gonnellino ed un corsetto e sulla testa porta un elmo decorato con anelli d’oro. Foto Mick Palarczyk e Paul Smit.
Il sovrano e suo figlio dinanzi a Ptah-Tatenen.
FOTO di Kairoinfo4u
Questo rilievo mostra Ramses III che abbraccia la dea Iside. Il re indossa la corona blu khepresh mentre la divinità esibisce sopra una parrucca blu il suo caratteristico copricapo avvoltoio sormontato da un modio decorato di urei dal quale si dipartono le corna bovine ed il disco solare. Foto Mick Palarczyk e Paul Smit.

Per informazioni sugli omonimi di questo principe, guardate sul nostro sito a questi link:

https://laciviltaegizia.org/…/il-principe-amon-her…/

https://laciviltaegizia.org/2023/12/10/il-faraone-ramses-vi/

I demoni guardiani dell’Oltretomba

Nella tomba del principe Amonherkhepeshef si trovano le immagini di alcuni demoni guardiani dell’Oltretomba.

Gli antichi egizi credevano nell’Aldilà, ma per raggiungere i Campi di Iaru, il luogo di pace destinato ai meritevoli, il defunto avrebbe dovuto affrontare un pericoloso viaggio attraverso gli inferi, lo stesso che ogni notte veniva percorso dalla barca solare del dio Ra.

Esso iniziava guadando il grande fiume nel cielo che separa la terra dagli inferi e che poteva essere attraversato solo dal traghettatore degli dei, una divinità dell’Oltretomba, che i Testi delle Piramidi indicano in Kherti.

Kherti, il cui nome dovrebbe significare “il massacratore” aveva la forma di un ariete mummificato in posizione accovacciata; nei Testi dei Sarcofagi questa funzione viene attribuita ad Aker, poi divenuto dio dell’orizzonte.

L’Oltretomba, che gli Egizi chiamavano Duat, era un mondo popolato da demoni e mostri ostili, caratterizzato da un paesaggio simile a quello terrestre, costellato tuttavia anche da laghi di fuoco, caverne, deserti e foreste di alberi di turchese; la strada che lo attraversava era sbarrata da porte e piloni chiusi con cancelli.

Ogni porta era presidiata da un serpente che sputava fuoco e da tre personaggi zoo-antropomorfici armati di grossi coltelli e di fruste e dal nome il più delle volte inquietante, che avrebbero potuto avere il sopravvento sul defunto, condannandolo per sempre all’oblio.

Qutgetef, guardiano dell’ottava porta. Foto: Smit e Palarczyc

I Faraoni dell’Antico Regno entravano in quel mondo oscuro accompagnati dalle invocazioni dei sacerdoti ed annunciando che si sarebbero fatti strada con la forza; le persone comuni, invece, si facevano talvolta seppellire con una mappa della Duat e con testi di incantesimi ed amuleti che li avrebbero aiutati lungo il cammino.

Se il defunto fosse riuscito a concludere il viaggio si sarebbe presentato nella Sala del Giudizio per dare conto della sua vita ad Osiride attraverso la “confessione negativa” (ossia per rendere la dichiarazione di non aver commesso una serie di 42 cattive azioni) e per la pesatura del suo cuore, che avrebbe dovuto dare riscontro alle sue parole.

Se quest’ultimo, infatti, fosse risultato leggero quanto la piuma di Maat, simbolo di rettitudine, avrebbe ottenuto la vita eterna negli idilliaci Campi di Iaru; se così non fosse stato, sarebbe stato gettato in una fossa infuocata ed il cuore sarebbe stato divorato da Ammit, un mostro con la testa di coccodrillo, la parte anteriore e la criniera di leone e la parte posteriore di ippopotamo ed ogni possibilità di rinascita gli sarebbe stata per sempre preclusa.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI SUL TEMA, ANDATE SUL NOSTRO SITO A QUESTI LINK

https://laciviltaegizia.org/…/medicina-e-magia-i-demoni/

https://laciviltaegizia.org/…/il-terzo-sacrario-di…/

https://laciviltaegizia.org/?s=ammit

BIBLIOGRAFIA ULTERIORE:

REDFORD S., The harem conspiracy, 2002

Grazie infinite a Nico Pollone e ad Andrea Petta per il valido aiuto prestatomi nella ricerca delle immagini dei rilievi e del testo della dott. Redford.

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