Di Andrea Petta

Nel “corredo” funerario di Kha e Merit non poteva naturalmente mancare il “Libro dei Morti” (ricordiamoci però che questo è un nome moderno, il nome originale era “Inizio degli incantesimi per uscire alla Luce”).

Lungo ben 13,8 m ed alto 34 cm, è uno degli esempi meglio conservati del Nuovo Regno. Fu trovato posizionato sopra la prima bara di Kha, a coprirne la maggior parte della superficie.
Scritto in geroglifico corsivo da uno scriba molto bravo, contiene 33 formule magiche per guidare il defunto nell’Oltretomba, ognuna di esse separata con una doppia linea gialla di divisione.

Il nome ed i titoli di Kha compaiono nella formula usuale “parole dette da…”, ma…in due formule (la 13 e la 17, precisamente), lo spazio dopo “parole dette da…” è vuoto. Cosa vuol dire? Che il papiro, pur di eccellente qualità, era pre-confezionato. Una sorta di produzione in serie, a cui bastava aggiungere il nome dell’acquirente per renderlo efficace.

Non solo: nella prima formula, i nomi di Kha e Merit sono sovrascritti sopra un altro nome, cancellato e non più decifrabile. Il papiro sarebbe quindi stato inizialmente destinato ad un altro funzionario e poi usato per Kha.
Anche la colorazione del bordo si interrompe a metà, per motivi sconosciuti.

Una particolarità: la figura di apertura di Osiride mummiforme aveva originariamente il corpo ricoperto di piume (forse un richiamo a Iside e Nephtys o a Nut, le dee alate), poi ricoperte da uno strato di pittura bianca, probabilmente quando il papiro è stato “riusato” per Kha.

Fonti:
- Museo Egizio di Torino
- Töpfer, S. (2024). Some Turin Papyri Revisited: A Look at Material Features and Scribal Practices. The Ancient World Revisited: Material Dimensions of Written Artefacts, 37, 221.