“COSE (ANCORA PIÙ) MERAVIGLIOSE”

LE MONETE DI BELZONI

Una curiosità sul nostro amico Belzoni: visto il clamore delle sue scoperte ed il successo della mostra sulla tomba di Seti I fu coniata in Inghilterra anche una moneta commemorativa per celebrare l’apertura della Piramide di Chefren

Questa medaglia, anche se datata 1818, fu coniata da Edward Thomason a Birmingham probabilmente durante la prima metà del 1821.

La medaglia originale in bronzo del 1821

Il dritto dovrebbe basarsi sullo studio a matita di Brockedon conservato alla National Portrait Gallery di Londra e mostrato nella mostra tenutasi a Padova in occasione del bicentenario. Lo studio di Brockedon non è datato, ma sotto il busto di Belzoni ci sono deboli schizzi di piramidi, inclusa una all’interno di un cerchio, presumibilmente prove per il verso. Il ritratto sul dritto è straordinariamente accurato (come testimoniato da un amico di Belzoni, R. H. Norman).

Lo studio a matita di Brockedon – © National Portrait Gallery di Londra

Il rovescio non è così preciso; la piramide mostrata ha una parte superiore troncata e manca del residuo rivestimento esterno della Piramide di Chefren, rappresentando quindi la Piramide di Cheope. Ovviamente né Brockedon né Thomason avevano visto dal vero le Piramidi di Giza e furono indotti in errore da qualche altro dipinto dell’epoca, o forse dallo stesso Belzoni che, rientrato in Italia, usava un timbro con la sagoma della piramide di Cheope (!) e la scritta “APERTA 2 MAR 1818 DA G.B-“.

Ne esiste anche una versione in argento, di cui fu donato un esemplare al Museo Civico di Padova nel giugno 1821 dallo stesso Belzoni.

La versione in argento, sempre del 1821

Se vi trovate una di queste monete in casa avete un piccolo gruzzolo da parte: alle ultime aste quella in argento è stata battuta a 2,400 $ mentre quella in bronzo intorno ai 1,000 $

Nel frattempo anche Padova aveva dedicato una medaglia commemorativa realizzata nel 1819 da Luigi Manfredini, incisore della Zecca di Milano, forse anche come “riparazione” per lo sdoganamento assurdamente lungo delle due statue di Sekhmet donate alla città e rappresentate sulla medaglia. Di questa fu fatta solo la versione in bronzo (poi dicono di noi genovesi…).

Per non smentirsi, però, anche qui le operazioni andarono per le lunghe. Il contratto con l’artista, al quale fu attribuito un compenso di 120 lire, fu firmato il 6 giugno 1820. La moneta sarebbe stata ultimata soltanto nel febbraio del 1821.

La medaglia di Padova con le due statue di Sekhmet

Le iscrizioni:

Dritto: OB. DONVM. PATRIA. GRATA A. MDCCC. XIX.

sotto: L. MANFREDINI

nel campo del rovescio: IO. BAPT. BELZONI = PATAVINO = QVI. CEPHRENIS. PYRAMIDEM = APIDISQ. THEB. SEPVLSCVM = PRIMVS. APERVIT = ET. VRBEM. BERENICIS = NVBIAE. ET. LIBYAE. MON = IMPAVIDE. DETEXIT

Se avete questa in casa, non correte a cambiare l’auto: viaggia purtroppo sui 120 € di quotazione solamente

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