Amuleti, Oggetti rituali

L’AMULETO DELLE DUE DITA

A cura di Stefano Argelli

Nell’enorme varietà di amuleti utilizzati dagli Egizi, da tempo mi aveva incuriosito quello delle due dita, poco conosciuto e poco pubblicato nel nostro gruppo.(ne avevo pubblicato un esemplare tempo fa in ossidiana, con qualche informazione su questo bellissimo materiale.).

L’amuleto “a due dita” mostra l’indice e il medio, con le unghie e le articolazioni chiaramente indicate. Sono stati posti sulla mummia vicino all’incisione mediantela quale sono stati rimossi gli organi interni prima dell’imbalsamazione. Ciò potrebbe suggerire che l’amuleto avesse lo scopo di riaffermare il processo di imbalsamazione, le dita rappresentano quelle di Anubi, il dio dell’imbalsamazione. Tuttavia, l’amuleto avrebbe potuto anche essere destinato a “trattenere” l’incisione sigillata, per impedire l’ingresso di forze maligne nel corpo, come le placche a volte poste sopra la ferita.
A differenza di questo esempio di vetro, gli amuleti “a due dita” erano solitamente realizzati con una pietra dura scura come basalto, ossidiana (vetro vulcanico) o steatite. Il nero era associato agli Inferi. Le pietre nere venivano spesso utilizzate per realizzare statue di Osiride e per sarcofagi e altri oggetti che dovevano essere collocati all’interno delle tombe. Dei diversi tipi di amuleti posti sulla mummia, l’amuleto “a due dita” era un arrivo tardivo, evidente per la prima volta solo dopo il 600 a.C circa.

Fonte: metmuseum.org – In vetro periodo tardo, dinastia 26-30, 664-332 a.C. – Mis: 8,2×2,8 sp1 cm.

Utilizzato dal periodo tardo; circa dal 600a.C, ma cercando nel web ne risulta anche un esemplare risalente alla XVIII dinastia 🤫. Ma la maggioranza dei reperti, sembra confermare la datazione tarda.

A volte gli amuleti erano dorati e su questo esempio sono presenti deboli tracce di doratura.

Per quanto riguarda il significato di questo amuleto non c’è molta chiarezza, aspetto anche vostri gentili chiarimenti 😉.

Una prima versione è che questo amuleto fosse destinato a rappresentare le due dita, l’indice e il medio, che il dio Horus usò nell’aiutare suo padre Osiride su per la scala del paradiso.

Secondo un’altra versione rievocava anche il rituale dell’apertura della bocca, con l’aiuto di diversi strumenti e di due dita, l’indice e il medio.

Un’altra versione del significato la troverete nelle foto del post.

Concludo con il colore dell’amuleto che era quasi sempre di colore scuro o nero a volte anche con doratura superficiale.

Nell’antico Egitto, il colore (Iwen) era parte integrante di ogni aspetto della vita quotidiana. Era, infatti, un indizio della sostanza di ogni cosa o del significato di una questione.

Il nero (km) simboleggiava l’Egitto stesso, in quanto ricordava il colore del limo del Nilo: infatti, per indicare la regione, spesso si utilizzava il termine Kemet, ovvero “terra nera”. Era inoltre collegato ai concetti di rigenerazione e fertilità, ma anche alla notte e al mondo dell’Oltretomba: per questo motivo le divinità connesse a questa accezione venivano dipinte con il nero.

Fonti: aton.ra.com, cultorweb.com, google.com

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