Antico Regno, Mai cosa simile fu fatta, Statue

ANKHWA IL COSTRUTTORE DI NAVI

Di Marina Celegon

Statua di Ankhwa, terza dinastia c. 2650 a.C. Granito rosa, altezza 65,5 cm. Provenienza sconosciuta probabilmente da Saqqara. Pervenuta al British Museum (inv. EA 1717) tramite la terza collezione Salt nel 1835.

La scultura a tutto tondo di personaggi non reali è piuttosto rara nell’Antico Egitto prima della Quarta dinastia, ma vi sono alcuni eccezionali esemplari risalenti alla Terza dinastia tra i quali la notevole statua in granito rosa di Ankhwa, conosciuto anche come Bedjmose.

La statua lo rappresenta seduto, con addosso una parrucca ed un corto gonnellino sul quale sono scolpiti i suoi nomi ed i suoi titoli “conoscente del re” e “costruttore di navi”.

La rappresentazione del suo corpo è tipica di queste prime sculture: la figura è leggermente tozza, con la schiena un po’ curva, la testa piuttosto grande dai lineamenti rozzi, le gambe e i piedi massicci. Anche il sedile è tipico di queste statue arcaiche, con i supporti a “U” rovesciata visibili su tre lati.

Ankhwa tiene in mano, appoggiata sulla spalla, un’ascia, senza dubbio simbolo della sua professione, cosa alquanto rara nella statuaria antico egiziana. In questo periodo gli scultori stavano sperimentando nuove forme e modelli, prima di arrivare a quel canone di forme e soggetti che sarà caratteristico della statuaria egiziana già dalla dinastia successiva.

Questa statua, come le poche altre pervenute a noi dalla Terza dinastia, mostra anche come gli artigiani egiziani, che fin dal predinastico e dalle prime dinastie avevano perfezionato le tecniche per produrre splendidi vasi in pietra, avevano esteso la loro abilità nel lavorare la pietra, anche pietre dure come il granito, con la produzione di oggetti di maggiore dimensione come le statue.

Il fatto che Ankhwa abbia avuto accesso al prezioso granito, probabilmente proveniente da Assuan, e ad artigiani in grado di realizzare una statua così importante, mostra come egli fosse non solo uno dei tanti conoscenti del re o un semplice costruttore di navi, bensì un personaggio importante alla corte che godeva ampiamente del favore reale. Infatti oggetti simili erano in genere prodotti dai laboratori reali e costituivano molto spesso doni del sovrano. Se anche non fosse stato così solo il favore del sovrano gli avrebbe consentito di disporre delle risorse necessarie alla realizzazione della statua e della tomba nella quale la stessa era conservata. Questo dono del re assicurò ad Ankhwa l’immortalità dal momento che tanto la statua che le sue iscrizioni avrebbero ospitato il suo spirito nel caso il suo corpo andasse perduto.

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